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Percorsi in espansione
dal 26/9/2003 al 27/9/2003

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26/9/2003

Percorsi in espansione

Palazzo Farnese, Roma

Due installazioni luminose con neon: l'una di François Morellet (NoEndNeon) e l'altra di Maurizio Nannucci (Decouvrir Differentes Directions), pensate e realizzate per gli spazi del giardino di Palazzo Farnese, aperto per la prima volta al pubblico.


comunicato stampa

François Morellet / Maurizio Nannucci

Dal 27 settembre 2003
"La notte bianca", Roma

a cura di Giacomo Zaza

L'ambasciata di Francia, in collaborazione con il centro artistico-culturale Volume!, presenta per gli appuntamenti dell'evento "La notte bianca", promosso dal Comune di Roma, due installazioni luminose con neon: l'una di François Morellet (NoEndNeon) e l'altra di Maurizio Nannucci (Dècouvrir Differentes Directions), pensate e realizzate per gli spazi del giardino di Palazzo Farnese, aperto per la prima volta al pubblico.

François Morellet (Cholet 1927), artista francese di indiscussa fama internazionale, pioniere dell'arte cinetica e interattiva, ha spesso creato interventi luminosi e geometrici capaci di destabilizzare lo spazio pubblico sia esterno che interno. Le sue opere sembrano metaforizzare una opposizione alla onnipresenza monotona delle linee orizzontali e verticali dell'architettura. L'artista parte da un imperativo verso l'abbandono dei contenuti esistenziali, del pathos, della volontà di significare. Delinea nel suo fare creativo il profilarsi di un doppio statuto: da un lato la tensione geometrica compositiva, che direziona l'andamento e lo sviluppo della struttura dell'opera; dall'altro la sensazione di un movimento propulsore aleatorio, che travalica la fissità delle forme geometriche, corteggia lo sconfinamento dello spazio e del tempo. Il rigore sistematico delle sue opere sottostà sempre ad una visione irregolare, ad un postulato di "geometria variabile" capace di introiettare l'instabilità progressiva delle linee e dei campi astratti, un dinamismo temporalmente non concluso. La propagazione luminosa dà luogo ad uno spazio incerto, e al contempo formulabile razionalmente, dove gli elementi fluorescenti si configurano a vicenda, producendo le proprie infinite diramazioni. Il neon di Morellet è come una freccia scoccata senza alcuna intenzione di far centro. Al di là di ogni dirigersi finalizzato e circoscritto. Una sensazione non animata dal carattere intuitivo dell'estensione, ma soltanto dalla dinamicità di un sistema geometrico tollerante, aperto alla frammentazione, alla giustapposizione, alla ripetizione.

Maurizio Nannucci ha concentrato la sua ricerca espressiva sulla luce, il colore, la forma e la scrittura, in un percorso coerente in tutta la sua opera. L'artista, nato a Firenze nel 1939, dove vive e lavora, ha partecipato negli anni settanta alle sperimentazioni artistiche internazionali, elaborando ricerche sulle strutture verbali e l'impiego dei nuovi media (audio, videotape, film, foto, radioworks). Nei suoi primi lavori, "dattilogrammi", basa la sua ricerca espressiva sui rapporti scalari di stesure ritmiche di espressioni verbali ottenute con una macchina da scrivere M 40. Con gli artisti di Fluxus, l'artista Nannucci ha sviluppato una fitta rete di rapporti internazionali, creando centri di attrazione e di diffusione dell'arte. Da qui viene l'aspetto così significativo che ha nel suo lavoro la componente sulla "comunicazione": i numerosi audioworks, i videotape e i "multipli", fra cui i numerosi libri d'artista ("Universum").
L'arte di Nannucci agisce sul piano verbale-visivo. La sua installazione alla Biennale di Venezia del 1978, "Image du ciel", ad esempio, (una lunga striscia trasparente con la scritta blù "Image du ciel" appunto trainata da un aereo attraversava il cielo di Venezia), è un richiamo poetico che ha l'andamento di "una sottrazione retorica", cioè un postulato che si estende ironicamente fino alla tautologia e viaggia in nuovi approdi semantici. Allo stesso modo le sue scritte di neon, di un'evidenza netta (come ad esempio "When blue meets red and yellow", del 1995, una scritta di neon lunga 15 metri che percorre il vano scala della UBS Building di Mario Botta a Basilea), isolano, scompongono, cristallizzano e rendono pluridirezionale la visione codificata del linguaggio cercando al contempo una coerenza di fruizione e di lettura del messaggio scritto. Senza mai avere una programmazione pretenziosa della attuale retorica mediatica e spettacolare, il suo messaggio azzera il bagaglio contenutistico del significante per sostenere l'impatto formale ed emotivo della parola "luminescente". Da ricordare tra i lavori recenti la grande opera "Polifonia" del 2002 realizzata nel foyer dell'Auditorim di Renzo Piano a Roma e il percorso luminoso "Transit: a light jorney" che attraversava il centro storico di Venezia per la Biennale di Architettura del 2000 curata da Massimiliano Fuksas.

Per ogni informazione contattare 06 68601310; 055 679378

Palazzo Farnese, Ambasciata di Francia, Roma

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