Centro per l'impiego
Modena
Via delle Costellazioni, 180
WEB
Work in progress
dal 3/10/2003 al 4/11/2003
WEB
Segnalato da

nicoletta leonardi




 
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3/10/2003

Work in progress

Centro per l'impiego, Modena

Sul tema del lavoro che cambia i fotografi Olivo Barbieri, William Guerrieri e Ciro Frank Schiappa sono stati invitati dalla Provincia di Modena, a realizzare tre progetti da allestire permanentemente presso il nuovo Centro per l'Impiego della citta'.


comunicato stampa

3 fotografi per il Centro per l'Impiego di Modena
Olivo Barbieri, William Guerrieri, Ciro Frank Schiappa

Provincia di Modena
Assessorato alle Politiche del lavoro
Assessorato alla Cultura

Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea
Associazione Culturale

Sono noti i profondi mutamenti intervenuti negli ultimi decenni nella produzione industriale e nell'attività lavorativa. Il 'modello fordista' della catena di montaggio, delle economie di scala, dell'operaio massa è stato indebolito non soltanto da fattori congiunturali, ma anche dalla sua rigidità e dai nuovi modelli di vita e di consumo dell'ultima 'società globale'.

Sul tema del lavoro che cambia i fotografi Olivo Barbieri, William Guerrieri e Ciro Frank Schiappa sono stati invitati dalla Provincia di Modena, a realizzare tre progetti da allestire permanentemente presso il nuovo Centro per l'Impiego della città.

William Guerrieri ha messo insieme una piccola galleria di immagini sul tema del movimento operaio tratte dagli archivi della Camera del lavoro, depositati presso dell'Istituto Storico di Modena. Guerrieri ha elaborato le immagini, ingrandendole ed estrapolandone porzioni, costruendo brevi sequenze narrative. I volti, gli abiti, le acconciature, i messaggi di protesta affissi ad automobili, gli striscioni e i tamburi, la folla ai comizi e perfino i dettagli più minimali come le braccia conserte, compaiono quali elementi ripetuti di codici comportamentali e visivi ormai desueti. Utilizzando la stessa strategia operativa dei suoi precedenti lavori, Guerrieri ha sottratto all'oblio dell'archivio piccole fotografie generalmente considerate poco significative dal punto di vista del linguaggio visivo, trasformandole in inattesi oggetti estetici. Attraverso questa operazione di rovesciamento l'artista sorprende l'osservatore, costringendolo per un momento ad arrestare lo sguardo e a interrogarsi sulla propria identità sociale.

Ciro Frank Schiappa ha ritratto individui di sesso, razza età e classe sociale diversificata nel momento immediatamente successivo alla fine della giornata lavorativa, quando ci si prepara ad occupare il 'tempo che rimane'.
Le immagini, realizzate con grande schiettezza formale ripetendo sempre la stessa inquadratura frontale, rimandano alle espressioni volutamente meno autoriali e spettacolari della tradizione documentaria e sociale: quelle di Walker Evans, di Paul Strand e di August Sander. Nella cornice sempre uguale, e dunque omologante, delle fotografie si legge la specificità a la diversità di ogni singolo vissuto. Il lavoro di Schiappa affida alla fotografia la capacità di rappresentare la soggettività, confermando il valore espressivo del ritratto fotografico, da tempo messo in discussione dall'idea postmoderna del disancoraggio dell'individuo dalla realtà. Al profilo individuale del ritratto è tuttavia demandata solo una parte del racconto, esso stesso, come l'individuo, privo dei caratteri della compiutezza.

Barbieri propone immagini di un modello di produzione simbolo del made in Italy: la Ferrari. Nella grande veduta panoramica composita, realizzata da un punto di vista rialzato, lo spazio architettonico della catena di montaggio è presentato come una realtà sfuggente, discontinua e non interamente visibile. Al fine di creare delle zone poco leggibili sulla superficie visibile dell'immagine, il fotografo bascula la macchina applicando in modo improprio i sistemi per correggere la prospettiva. Ne risulta una rappresentazione caratterizzata dall'accostamento di porzioni ricche di dettagli nitidi ed altamente leggibili ad aree in cui gli oggetti e la luce sono sfaldati dalla sfocatura fino a diventare evanescenti. A ciò si aggiunge la non linearità della rappresentazione, dovuta al ripetersi quasi a singhiozzo di elementi identici all'interno di immagini fra loro soltanto leggermente diverse accostate le une alle altre. Si tratta di scarti talvolta minimi, che tuttavia bastano a dare un senso di vertigine allo spettatore. A partire da questi presupposti, Barbieri racconta le sue 'realtà virtuali' fatte di un presente e di un futuro ancora, per molti versi, indecifrabili.

Olivo Barbieri inizia a fotografare nel 1971, periodo in cui frequenta il D.A.M.S. all'Università di Bologna. In questi anni intensifica il suo interesse per la fotografia, in particolare conducendo ricerche sul colore e sul paesaggio antropizzato. Attivo partecipe degli sviluppi della fotografia italiana contemporanea, dai primi anni Ottanta è presente nelle più importanti campagne di documentazione territoriale in Italia (Viaggio In Italia, 1982, Esplorazioni sulla Via Emilia,1986). Dal 1989 compie regolari viaggi in Cina, paese del quale studia contemporaneamente i segni della tradizione e le affinità emergenti con la cultura occidentale. Nel 1991 e nel 2002 partecipa alle indagini sul territorio di Linea di Confine e, nel 1994, alla Mission Photographique Transmanche. Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli ha dedicato una importante retrospettiva. Tra le sue recenti pubblicazioni ricordiamo: Virtual Truths, Silvana Editoriale, Milano 2001, Side effects, Silvana Editoriale, Milano 2002; Not so far east, Donzelli Editore, Roma 2002.

William Guerrieri è stato ideatore con Guido Guidi e Paolo Costantini del progetto Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Come autore, ha sviluppato a partire dal 1991 una ricerca su interni di edifici pubblici e dal 1995 lavora costantemente sui temi del recupero della memoria e della dimensione sociale dello spazio architettonico. Ha partecipato a diverse mostre ed campagne di documentazione fra le quali: Fotografia italiana per una collezione. La Collezione Re Rebaudengo Sandretto, Torino 1995; Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, La Biennale di Venezia 1997; Oggi nessuno può dirsi neutrale, Galleria Ar/Ge Kunst, Bolzano 1998; Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria Gottardo, Lugano 1998; Luoghi come paesaggi, Galleria degli Uffizi, Firenze 2000; Le Bati/ Le Vivant, Ecole d'art du Havre/ Galleria Magda Danysz, Parigi 2002. Tra le principali pubblicazioni Oggi nessuno può dirsi neutrale, Ar/Ge Kunst 1998, Oppositions, Torino 2001 e Spaziomerci, Silvana Editoriale, Milano 2002.

Ciro Frank Schiappa ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Nel 1998 ha conseguito il diploma in restauro, storia e conservazione della fotografia presso il C.R.A.F. di Spilimbergo. Lavora a Milano come fotografo professionista. Dal 2003 è membro dell'agenzia Somos. Ha esposto in numerose mostre collettive in Italia e all'estero quali la VII biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo, Torino ed Helsinky 1997; Cadeidoscopio: photographie italienne contemporaine, Galerie Chateau d'Eau, Tolosa 1997; A proposito di un mondo interiore, Rencontres Internationales de la Photographie Arles 1998; Passaggi, Sala piccola della Galleria Civica, Modena 1998; Philip Morris Gallery, Galleria Giò Marconi, Milano 1999; Like a Newyorker, Castello del Vescovo, Scandiano 2000; Circostanze familiari, Archivio Fotografico Toscano, Prato 2001; The Sidewalk Never Ends: Street Photography Since the 1970s, The Art Institute of Chicago, 2001; Here is New York, Prince Street Gallery, New York 2002; Quotidiano al femminile, Palazzo delle Stelline, Milano 2003.

Inaugurazione: Sabato 4 Ottobre, ore 17,00

Catalogo a cura di Nicoletta Leonardi, con un saggio di Aldo Bonomi.
Edizioni Silvana Editoriale, 2003.

Per informazioni: Linea di Confine 0522629403 / Assessorato alla Cultura 059209440

Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, Via Fontana 2 - 42048 Rubiera, RE

Sede: Centro per l'impiego di Modena, Via delle Costellazioni, 180 Modena

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