Sul tema del lavoro che cambia i fotografi Olivo Barbieri, William Guerrieri e Ciro Frank Schiappa sono stati invitati dalla Provincia di Modena, a realizzare tre progetti da allestire permanentemente presso il nuovo Centro per l'Impiego della citta'.
3 fotografi per il Centro per l'Impiego di Modena
Olivo Barbieri, William Guerrieri, Ciro Frank Schiappa
Provincia di Modena
Assessorato alle Politiche del lavoro
Assessorato alla Cultura
Linea di Confine per la
Fotografia Contemporanea
Associazione Culturale
Sono noti i profondi mutamenti intervenuti negli ultimi decenni nella
produzione industriale e nell'attività lavorativa. Il 'modello fordista'
della catena di montaggio, delle economie di scala, dell'operaio massa è
stato indebolito non soltanto da fattori congiunturali, ma anche dalla sua
rigidità e dai nuovi modelli di vita e di consumo dell'ultima 'societÃ
globale'.
Sul tema del lavoro che cambia i fotografi Olivo Barbieri, William Guerrieri
e Ciro Frank Schiappa sono stati invitati dalla Provincia di Modena, a
realizzare tre progetti da allestire permanentemente presso il nuovo Centro
per l'Impiego della città .
William Guerrieri ha messo insieme una piccola galleria di immagini sul tema
del movimento operaio tratte dagli archivi della Camera del lavoro,
depositati presso dell'Istituto Storico di Modena. Guerrieri ha elaborato le
immagini, ingrandendole ed estrapolandone porzioni, costruendo brevi
sequenze narrative. I volti, gli abiti, le acconciature, i messaggi di
protesta affissi ad automobili, gli striscioni e i tamburi, la folla ai
comizi e perfino i dettagli più minimali come le braccia conserte, compaiono
quali elementi ripetuti di codici comportamentali e visivi ormai desueti.
Utilizzando la stessa strategia operativa dei suoi precedenti lavori,
Guerrieri ha sottratto all'oblio dell'archivio piccole fotografie
generalmente considerate poco significative dal punto di vista del
linguaggio visivo, trasformandole in inattesi oggetti estetici. Attraverso
questa operazione di rovesciamento l'artista sorprende l'osservatore,
costringendolo per un momento ad arrestare lo sguardo e a interrogarsi sulla
propria identità sociale.
Ciro Frank Schiappa ha ritratto individui di sesso, razza età e classe
sociale diversificata nel momento immediatamente successivo alla fine della
giornata lavorativa, quando ci si prepara ad occupare il 'tempo che rimane'.
Le immagini, realizzate con grande schiettezza formale ripetendo sempre la
stessa inquadratura frontale, rimandano alle espressioni volutamente meno
autoriali e spettacolari della tradizione documentaria e sociale: quelle di
Walker Evans, di Paul Strand e di August Sander. Nella cornice sempre
uguale, e dunque omologante, delle fotografie si legge la specificità a la
diversità di ogni singolo vissuto. Il lavoro di Schiappa affida alla
fotografia la capacità di rappresentare la soggettività , confermando il
valore espressivo del ritratto fotografico, da tempo messo in discussione
dall'idea postmoderna del disancoraggio dell'individuo dalla realtà . Al
profilo individuale del ritratto è tuttavia demandata solo una parte del
racconto, esso stesso, come l'individuo, privo dei caratteri della
compiutezza.
Barbieri propone immagini di un modello di produzione simbolo del made in
Italy: la Ferrari. Nella grande veduta panoramica composita, realizzata da
un punto di vista rialzato, lo spazio architettonico della catena di
montaggio è presentato come una realtà sfuggente, discontinua e non
interamente visibile. Al fine di creare delle zone poco leggibili sulla
superficie visibile dell'immagine, il fotografo bascula la macchina
applicando in modo improprio i sistemi per correggere la prospettiva. Ne
risulta una rappresentazione caratterizzata dall'accostamento di porzioni
ricche di dettagli nitidi ed altamente leggibili ad aree in cui gli oggetti
e la luce sono sfaldati dalla sfocatura fino a diventare evanescenti. A ciò
si aggiunge la non linearità della rappresentazione, dovuta al ripetersi
quasi a singhiozzo di elementi identici all'interno di immagini fra loro
soltanto leggermente diverse accostate le une alle altre. Si tratta di
scarti talvolta minimi, che tuttavia bastano a dare un senso di vertigine
allo spettatore. A partire da questi presupposti, Barbieri racconta le sue
'realtà virtuali' fatte di un presente e di un futuro ancora, per molti
versi, indecifrabili.
Olivo Barbieri inizia a fotografare nel 1971, periodo in cui frequenta il
D.A.M.S. all'Università di Bologna. In questi anni intensifica il suo
interesse per la fotografia, in particolare conducendo ricerche sul colore e
sul paesaggio antropizzato. Attivo partecipe degli sviluppi della fotografia
italiana contemporanea, dai primi anni Ottanta è presente nelle più
importanti campagne di documentazione territoriale in Italia (Viaggio In
Italia, 1982, Esplorazioni sulla Via Emilia,1986). Dal 1989 compie regolari
viaggi in Cina, paese del quale studia contemporaneamente i segni della
tradizione e le affinità emergenti con la cultura occidentale. Nel 1991 e
nel 2002 partecipa alle indagini sul territorio di Linea di Confine e, nel
1994, alla Mission Photographique Transmanche. Nel 1996 il Folkwang Museum
di Essen gli ha dedicato una importante retrospettiva. Tra le sue recenti
pubblicazioni ricordiamo: Virtual Truths, Silvana Editoriale, Milano 2001,
Side effects, Silvana Editoriale, Milano 2002; Not so far east, Donzelli
Editore, Roma 2002.
William Guerrieri è stato ideatore con Guido Guidi e Paolo Costantini del
progetto Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Come autore, ha
sviluppato a partire dal 1991 una ricerca su interni di edifici pubblici e
dal 1995 lavora costantemente sui temi del recupero della memoria e della
dimensione sociale dello spazio architettonico. Ha partecipato a diverse
mostre ed campagne di documentazione fra le quali: Fotografia italiana per
una collezione. La Collezione Re Rebaudengo Sandretto, Torino 1995;
Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, La
Biennale di Venezia 1997; Oggi nessuno può dirsi neutrale, Galleria Ar/Ge
Kunst, Bolzano 1998; Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria
Gottardo, Lugano 1998; Luoghi come paesaggi, Galleria degli Uffizi, Firenze
2000; Le Bati/ Le Vivant, Ecole d'art du Havre/ Galleria Magda Danysz,
Parigi 2002. Tra le principali pubblicazioni Oggi nessuno può dirsi
neutrale, Ar/Ge Kunst 1998, Oppositions, Torino 2001 e Spaziomerci, Silvana
Editoriale, Milano 2002.
Ciro Frank Schiappa ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio
Marangoni di Firenze. Nel 1998 ha conseguito il diploma in restauro, storia
e conservazione della fotografia presso il C.R.A.F. di Spilimbergo. Lavora a
Milano come fotografo professionista. Dal 2003 è membro dell'agenzia Somos.
Ha esposto in numerose mostre collettive in Italia e all'estero quali la VII
biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo, Torino ed
Helsinky 1997; Cadeidoscopio: photographie italienne contemporaine, Galerie
Chateau d'Eau, Tolosa 1997; A proposito di un mondo interiore, Rencontres
Internationales de la Photographie Arles 1998; Passaggi, Sala piccola della
Galleria Civica, Modena 1998; Philip Morris Gallery, Galleria Giò Marconi,
Milano 1999; Like a Newyorker, Castello del Vescovo, Scandiano 2000;
Circostanze familiari, Archivio Fotografico Toscano, Prato 2001; The
Sidewalk Never Ends: Street Photography Since the 1970s, The Art Institute
of Chicago, 2001; Here is New York, Prince Street Gallery, New York 2002;
Quotidiano al femminile, Palazzo delle Stelline, Milano 2003.
Inaugurazione: Sabato 4 Ottobre, ore 17,00
Catalogo a cura di Nicoletta Leonardi, con un saggio di Aldo Bonomi.
Edizioni Silvana Editoriale, 2003.
Per informazioni: Linea di Confine 0522629403 / Assessorato alla Cultura
059209440
Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, Via Fontana 2 - 42048
Rubiera, RE
Sede: Centro per l'impiego di Modena, Via delle Costellazioni, 180 Modena