"In Biologia della prossimita'" Losi presenta una serie di nuovi lavori e alcune opere precedenti: il nucleo centrale e' rappresentato dal progetto Biotopes del 2013. Project Room: "New Basics" di David Murphy, giovane scultore inglese.
A cura di Alma Zevi
Claudia Losi
Biologia della prossimità
Siamo felici di annunciare la prima mostra personale in Svizzera dell'artista
italiana Claudia Losi.
Interessata alle scienze naturali, così come agli aspetti storici e antropologici
dei fenomeni, Claudia Losi utilizza di volta in volta tecniche diverse come la
scultura, il ricamo, la fotografia, il disegno, il video, ricalcando nel suo lavoro
i ritmi di trasformazione della terra nella sua naturalità e nel suo essere suolo
per l'uomo, nel tentativo di lanciare uno sguardo più intimo sul mondo, unitamente
ad uno più oggettivo e scientifico. Tra progetti comunitari, performances, paziente
lavoro manuale, lunghi itinerari a piedi, l'artista esplora il concetto di
narrazione attraverso l'arte, spesso usando le sue indagini per collegare e creare
nuove comunità di interazione umana.
Quest'estate a Zuoz Losi presenta un'importante serie di nuovi lavori ed alcune
opere precedenti, collegate da un unico filo conduttore. Il nucleo centrale è
rappresentato dal progetto Biotopes, 2013. Si tratta di sculture in cemento e in
tessuto che rappresentano, stilizzate, delle simbiosi: l'associazione intima, spesso
obbligata, fra organismi, animali o vegetali, di specie diverse. Claudia Losi è
partita da una versione in tessuto e imbottitura, da cui ha tratto per alcune un
calco in cemento: materiale povero e poroso che, se posizionato all'aperto, si
trasformerà in breve in un laboratorio vegetale.
Sono immagini composite, trasformate partendo da casi di simbiosi reali (un embrione
di salamandra e delle alghe; un cervo e uccelli che mangiano insetti parassiti) o
irreali, che creano un bestiario / erbario immaginario, alimentato da un'iconografia
che dal medioevo, attraverso il barocco e i racconti popolari, giunge fino ai giorni
nostri (per esempio dei licheni su una roccia e un palco di corna).
Accanto a questo ciclo di lavori troviamo una serie di nuove sculture arborescenti:
rami che sorreggono orbite di gomitoli neri (Standing Sticks) e coni di legno
sabbiati che si espandono in prolungamenti di cartapesta (Roots Nowhere). In una
delle stanze troveremo una scala in legno ricoperta completamente in grafite, che
sostiene un paesaggio in miniatura: la riscrittura tridimensionale di un microcosmo
vegetale (Su quella scala salirono le mie parole), a cui si accosta Stazione di
cielo, un parallelepipedo irregolare, in cui uno dei lati è speculare all'altro,
anch'esso ricoperto di grafite e intarsiato di piccole pepite d'argento.
Claudia Losi è nata a Piacenza nel 1971. Attualmente una sua installazione è in
mostra al Museo MAMbo a Bologna; nel 2010 ha esposto al Museo MAXXI a Roma, dove due
sue opere sono state acquisite per la collezione permanente del museo; ha
partecipato a mostre collettive al MAGASIN Centre National d'Art Contemporain di
Grenoble, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano e alla Royal Academy di Londra.
Nel 2008 ha presentato mostre personali al Museo Marino Marini di Firenze, allo
Stenersen Museum di Oslo e all'Ikon Gallery di Birmingham. Sempre nel 2008, insieme
ad Hamish Fulton, ha esposto presso Marrana Arte Ambientale a Monte Marcello-La
Spezia. Nel 2007 ha partecipato alla Sharjah Biennial 8 negli Emirati Arabi Uniti.
Project Room: David Murphy
New Basics
David Murphy (1983) è un giovane scultore inglese. Alla base del suo lavoro c'è
un'istintiva sensibilità verso le textures e le qualità dei materiali più comuni.
Questo suo modo di lavorare lo porta a creare figure e forme indefinibili e
misteriose, ma in qualche modo anche familiari e riconoscibili.
In questa mostra egli presenta alcuni nuovi lavori su carta, su tavole di gesso e su
legno grezzo, ai quali si aggiungono quattro nuove sculture in acciaio di cui una
appositamente concepita avendo in mente il giardino della galleria. Le sculture per
l'interno, da adagiare semplicemente sul pavimento o su di un tavolo, sono
realizzate piegando e "tessendo" l'acciaio e formando così degli anelli in una
composizione finale a spirale composta da cerchi concentrici di grande leggerezza ed
eleganza.
La grande scultura per l'esterno, di quasi quattro metri per due, è una griglia di
acciaio che richiama le geometrie dei lavori di Carl Andre, suggerendo però al
contempo l'idea di una sovradimensionata struttura tessile. Con un coerente richiamo
a questa scultura, anche i lavori bidimensionali creano efficacemente l'effetto
illusorio di una superficie modellata tridimensionale.
Le sculture di David Murphy sono come disegni nello spazio. Questo continuo gioco
tra linee e volumi, tra spazio e luce è elemento centrale nel suo lavoro. In queste
nuove opere, il suo carattere distintivo è addolcito da delicatezza e ritmo. Queste
caratteristiche rendono edotta la sua esplorazione di schemi che definiscono e
ripropongono i modelli di forme organiche, particolarmente sulle tavole di legno. I
suoi lavori agiscono come una lente di ingrandimento che indaga il microcosmo e il
macrocosmo di strutture presenti in natura come tessuti, foglie, cellule, rivelando
le loro parti nascoste o invisibili, pur rimanendo fondamentalmente astratti.
La modalità con cui David Murphy utilizza il colore nella sua ricerca sulla forma, è
raffinata ed essenziale per permetter il nostro coinvolgimento emotivo nei confronti
dell'opera stessa: si può notare come la sua tavolozza includa sfumature che vanno
dal giallo scuro al nero- rossastro al grigio-blu. La ricerca e la fonte dei colori
di questa mostra è significativa: le sue opere pittoriche presentano infatti una
gamma cromatica che trae origine dalle tonalità tradizionalmente utilizzate per le
facciate delle case engadinesi. La scorsa estate David Murphy ha trascorso un
periodo in Engadina durante la sua partecipazione alla collettiva YES / Young
English Sculptors alla Fondazione Not Vital ad Ardez. Durante la sua permanenza ha
potuto godere del luogo in molte sue sfaccettature e oggi, con questa mostra, da
estraneo, offre a coloro che hanno famigliarità con l'Engadina, un nuovo modo di
apprezzare la topografia locale, grazie alla ricca ispirazione data dalla
straordinaria luce che caratterizza questi paesaggi.
Inaugurazione Sabato 27 luglio, ore 18
Galleria Monica De Cardenas
Chesa Albertini - Via Maistra 41
CH-7524 Zuoz - St.Moritz
Tel +41 81 868 80 80
www.monicadecardenas.com
info@monicadecardenas.com
Orario: da martedì a sabato ore 15 - 19
Ingresso libero