Appiglio esistenziale. Appare assolutamente spontanea ed immediata la risposta di Giannino che esprime sulle due dimensioni del foglio bianco un mondo di somma liberta' e di 'credibile' fantasia.
APPIGLIO ESISTENZIALE
Nel promuovere la presente manifestazione per conferire ad Antonio Giannino un
meritato riconoscimento, l'associazione Beni Culturali intende sottolineare
l'intensa attività spesa tra i Soci in tre lustri per ampliare i confini della
cultura artistica in un Paese come il nostro ove si insegna la "storia dell'arte
italiana"(sic et simpliciter) nelle poche scuole ove la suddetta disciplina è
prevista dai programmi ministeriali. Il nostro orientamento operativo muove
altresì dal fondato convincimento che le aggregazioni fra le nazioni possono e
debbono caratterizzarsi per l'effettiva aspirazione ad un'autentica integrazione
delle culture che, tutto sommato, contrassegnano vaste aree ben al di sopra
delle delimitazioni puramente socio-economiche, per lo più instabili e pur
sempre convenzionali.
Nell'ambito di quanto sopra non può dunque sfuggire come Antonio Giannino,
grazie alla sua raffinata sensibilità , mostri di cogliere in ambienti "visivi"
pur tanto dissimili da quelli a lui familiari i contrassegni figurativi più
espliciti mediante una risposta recettiva molto apprezzabile. Tali testimonianze
esistenziali vengono allora trasposte sul foglio con "ingenua" libertà e con
credibile adesione, rifiutando soprattutto ogni mediazione interpretativa di
natura mentale. Ed invero, appare assolutamente spontanea ed immediata la
risposta di Giannino che esprime sulle due dimensioni del foglio bianco un mondo
di somma libertà e di "credibile" fantasia. Infatti, il Nostro non allontana il
punto di fuga prospettica verso un orizzonte più o meno lontano da lui, ma lo
ribalta verso di sé, coinvolgendosi di conseguenza nella rappresentazione
"visiva".
E proprio questa, com'è risaputo, la moderna concezione di una spazialità ,
credibile solo per ispirata suggestione ed alla luce di una informata
consapevolezza vissuta in proprio per entro alla ben nota costruzione
prospettica quadridimensionale. Ed allora, la visione ambientale si anima per il
tramite di una linearità dinamica, ravvivata dalle frequenti interruzioni, ove
non è più l'oggetto - sia esso il prospetto d'una fabbrica o l'interno di una
chiesa gotica o un ameno scorcio paesistico (si veda: "La rada di Marsiglia")
a definirsi di fronte a noi, ma siamo noi stessi liberamente coinvolti in una
suggestiva emozionalità che non necessita affatto di precisi tracciati
prospettici a carattere analitico che consentirebbero soltanto una realistica
riconoscibilità .
Un'efficace conferma per siffatto valido ed attuale criterio di lettura ci è
pervenuta durante la recente visita in Normandia e precisamente nella splendida
Honfleur, al Museo Eugène-Boudin. Tra le opere di questo pittore - amico di
Claude Monet e meritevole di una più qualificata rilevanza negli studi sulla
pittura francese a metà del secolo XIX - abbiamo trovato esposto in bacheca
intelligente spunti critici contenuti nella recensione pubblicata da Charles
Baudelaire per il "Salon" parigino del 1859.
Ne citiamo alcune frasi, nella presente occasione, perché risultano intense e
chiarificatrici, a un tempo, riguardo al grande maestro francese, ma sono anche
estensibili al nostro Giannino che pure è pervenuto a questi pregevoli sviluppi
lineari per quella sua originale forza propria che da tempo gli riconosciamo.
Ogni altro confronto o correlazione puntuale risulterebbe del tutto fuori posto.
Qui si vuole soltanto alludere a parallele scelte di linguaggio comunicativo,
ossia non di "langue" ma di "parole", come si direbbe in un'analisi propriamente
strutturalista e facendo ricorso ai consueti termini operativi.
Al riguardo è molto esplicito il concetto-base enunciato da Baudelaire per le
marine di Boudin, nelle quali scopriva "un'impressione poetica evocata
liberamente", "prodigiose suggestioni dell'atmosfera" e "mirabili studi così
rapidamente e fedelmente schizzati... di quelli che sono più mobili e più
sfuggenti quanto alla forma ed al colore... Tutte queste emozioni luminose mi
turbarono il cervello come una bevanda eccitante... Una cosa strana è che non mi
è mai accaduto, dinanzi a queste magie fluide ed eteree, di rammaricarmi per
l'assenza di figure umane. Ma io mi guardo bene di ricavare dalla pienezza del
mio compiacimento un'esortazione... per chiunque... e cioè evitare di credere
che il pubblico sia pervenuto ad un consimile entusiasmo per la solitudine" (Ch.
Baudelaire, Curiosités esthétiques, Paris, L. Conard, 1923, pp. 340-342).
Infine, sono grato a Giannino per avere aggiunto al titolo per la facciata della
cattedrale di Rouen, come sottotitolo significativo: "Omaggio a Monet",
accogliendo una mia motivata esortazione e non per banale civetteria.
Immagine: Abbraccio. Terracotta su plexiglas 30 x 30 x 10
La Mostra resterà aperta fino al 8 Novembre 2003
(orario:9/13 - 17/20, escluso la domenica e lunedì)
Arte Dimensione - Foggia - Vle Francia 30