The art reacts, con l'arte si puo' reagire, e' la proposta alla citta' di questa XXVIII edizione, con 41 appuntamenti in 76 giorni di spettacolo, di cui 16 in prima italiana, e 27 opere nella mostra Digital Life, alla sua quarta edizione con il titolo Liquid Landscapes.
Dal 25 settembre per oltre due mesi su 12 palcoscenici, arrivano 67 protagonisti della scena contemporanea internazionale, come Thomas Ostermeier, Romeo Castellucci, Jan Fabre, Antonio Latella, Emanuel Gat, Sasha Waltz, Marlene Kuntz, Guy Cassiers, Ryoichi Kurokawa, Mattia Casalegno, Paul Thorel, solo per citare alcuni degli artisti, invitati «perché -spiega il Direttore Fabrizio Grifasi- offrano il loro sguardo sull’uomo del nostro tempo, con le sue contraddizioni, attraverso forme ed estetiche molto diverse, quasi che la molteplicità sia la cifra unificante di quel momento imprendibile che definiamo contemporaneità».
L’arte reagisce, interpreta, reinterpreta, spinge ad agire e a rischiare: prodotto dalla Fondazione Romaeuropa -presieduta da Monique Veaute-, in partnership con Telecom Italia, Romaeuropa Festival 2013 è reso possibile da una rete di sostenitori, pubblico/privata, italiana ed europea. Ne fanno parte il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli Assessorati alle politiche culturali di Comune di Roma e Regione Lazio; le reti culturali europee Réseau Varèse e Theatron; gli Istituti culturali, come il Goethe Institut e l’Accademia di Francia; le Ambasciate -Francia, Germania, Israele, Olanda, Spagna, la Delegazione del Québec-; le istituzioni romane, quali il Teatro di Roma, l’Università Roma Tre, i musei MACRO e MAXXI, il Teatro Eliseo, l’Auditorium Conciliazione, la Fondazione Musica per Roma, l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro Vascello; centri di produzione artistica come l’IRCAM e Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains; la Fondazione Nuovi Mecenati. Un network complesso e prezioso per l’attività della Fondazione, indispensabile in questo particolare momento della vita del Paese. «È un vecchio sogno -commenta l’Assessore Ravera- di quelli che congeli facilmente nella categoria dell'irrealizzabile, che l'arte -musica, danza, teatro, istallazione-, senza steccati o titolazioni da archivio, invada il territorio e si proponga ai cittadini. Il Festival Romaeuropa è un miraggio realizzato, il viaggio che tutti vorremmo organizzare per noi stessi».
La collaborazione con Telecom Italia, espande il Festival all’universo del web con la rassegna Metamondi, 4 spettacoli in streaming live e on demand sul sito telecomitalia.com, un servizio che permette allo spettatore di interagire, grazie anche ai social network, aprendo così i teatri alle forme di comunicazione in tempo reale di internet. Metamondi accompagna il Festival fin dalla sua inaugurazione con The Goldlandbergs, l’ultima creazione di Emanuel Gat che prende le mosse dall’universo sonoro e musicale di Glenn Gould per una narrazione della vita attraverso la complessa natura delle relazioni umane; un tema che attraversa anche Continu, elettrizzante lavoro di Sasha Waltz, tra le coreografe che sta più imprimendo la sua cifra sulla danza contemporanea (The Goldlandbergs e Continu, sono realizzati in collaborazione con l’Auditorium Conciliazione). Nel calendario Metamondi, inoltre, Baba Sissoko, Bombino e il Dada Masilo’s Swan Lake.
Quest’anno Romaeuropa coinvolge alcune delle figure apicali del teatro internazionale: grazie alla proficua collaborazione con il Teatro di Roma a pochi giorni uno dall’altro arriveranno sul palcoscenico del Teatro Argentina Thomas Ostermeier -con la sua regia del capolavoro di Henrik Ibsen Hedda Gabler che vedrà esibirsi per la prima volta nella capitale la compagnia della Schaubühne di Berlino- e Romeo Castellucci con The four seasons restaurant che prendendo spunto da un episodio della vita di Mark Rothko si immerge nel rapporto tra società e artista, sull’onda di indimenticabili rime di Friedrich Hölderlin.
Sempre con il Teatro di Roma, ma sul palcoscenico del Palladium, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Antonio Tagliarini e Daria Deflorian, una esplorazione disincantata, ironica e surreale della crisi che dalla Grecia si fa globale.
La presenza di questo duo è il segno del rinnovato interesse da parte di Romaeuropa per la drammaturgia più innovativa italiana, che si ritrova anche in Pictures of Gihan di Muta Imago (al Teatro Quarticciolo), azione teatrale che ricompone le tracce dell’avventura della primavera araba.
Nel frattempo al Teatro Eliseo arrivano due creazioni epocali di Jan Fabre -This is theatre like it was to be expected and foreseen e The power of theatrical madness-, spettacoli dove l’arte contemporanea si fa teatro, che decretarono l’affermazione internazionale dell’artista belga e, dopo trent’anni dal debutto, da lui rimessi in scena con gli straordinari interpreti, attori e danzatori, della sua compagnia Troubleyn. L’omaggio all’eclettico artista belga si prolunga al museo MAXXI con la personale STIGMATA actions & performances 1976 - 2013 -disegni, “thinking models”, collages, film, foto e documenti- curata da Germano Celant.
Sempre all’Eliseo, in prima nazionale Die Wohlgesinnten, un lavoro di Antonio Latella ispirato al romanzo shock Le benevole di Jonathan Littell e che vedrà in scena la compagnia della Schauspielhaus di Vienna.
Al Teatro Vascello, anche Guy Cassiers assieme all’attrice Katelijne Damen si ispira a un romanzo: è Orlando di Virginia Woolf, che trova le scene in uno squisito e fascinoso monologo dove l’interprete si confronta con una scenografia sapientemente animata.
Oltre Gat, Waltz, Fabre, la danza al Romaeuropa Festival spazia tra diverse culture e diversi continenti: Dada Masilo, giovanissima danzatrice e coreografa sudafricana, rilegge con energia e vitalità il celeberrimo balletto Il lago dei cigni in una spassosa luce contemporanea (Teatro Argentina), con Sfumato invece Rachid Ouramdane, francese con origini nel Maghreb, getta uno sguardo sui temi ambientali e gli effetti dei cambiamenti climatici, per uno spettacolo di raffinato e suggestivo impatto visivo (Teatro Eliseo), mentre l’israeliana Yasmeen Godder, presenta See her change, poetico viaggio nell’universo del corpo e della mente femminile (Palladium).
La scommessa su una nuova generazione di artisti, capaci di leggere e raccontare il mondo contemporaneo attraverso nuove estetiche e nuovi sguardi, si sviluppa inoltre attraverso DNA, rassegna curata da Annalea Antolini, che per il primo anno si affaccia sul panorama internazionale affiancando, agli artisti italiani, coreografi provenienti da Spagna, Olanda e Québec (Palladium e Opificio Telecom Italia). Sempre attenta a formazione, promozione e discussione, la rassegna mette in calendario incontri -DNA Talk-, Appunti Coreografici di autori giovanissimi (Nicola Galli, Claudia Catarzi, Anna Basti) e laboratori, accanto agli spettacoli dei coreografi Alessandro Sciarroni, Giorgia Nardin, Marco D’Agostin, Chiara Frigo e Emmanuel Jouthe, della compagnia Cani (vincitrice del bando 2013 Ripensando Theremin), degli spagnoli La Veronal, e dell’olandese Tabea Martin. Le nuove riflessioni sul discorso coreografico e la costruzione dell’immagine scenica sono amplificate, infine, nel progetto La danza in un minuto (promosso e curato da COORPI in collaborazione con Cinedans) che reinventa l’arte coreutica attraverso l’utilizzo delle tecniche cinematografiche.
Il respiro profondo di un continente abita il focus dedicato all’Africa, che dal “tuareg blues” di Omara “Bombino” Moctar, alle scorrerie musicali di Baba Sissoko, in concerto con Dj Khalab, si articola attraverso tre spettacoli di danza, Time and space: The marrabenta solo di Panaibra Canda, Qaddish di Qudus Onikeku, tutti al Palladium, e il già citato Dada Masilo’s Swan lake.
Protagonista del Festival è anche la musica, articolata attraverso le sue diverse forme espressive: al Palladium in prima italiana Aliados, opera di teatro musicale degli argentini Sebastian Rivas (compositore) e Esteban Buch (autore del testo), un vibrante apologo sulla memoria, personale e collettiva, attraverso due personaggi d’eccezione -gli alleati e amici Margaret Thatcher e Augusto Pinochet-, infiammato dalla fusione di musica acustica ed elettronica in tempo reale, una produzione dell’Ircam di Parigi.
Ancora al Palladium, tra musica, scienza e immagine, si muove invece La poesia della scienza dei Marlene Kuntz, un viaggio sonoro che fa esplodere l'orizzonte dei film del regista-scienziato francese Jean Painlevé. Su un versante diverso lavora invece Diego Buongiorno nel progetto The Bush, universo che unisce arti visive, performance e musica nel segno della fiaba.
Il collettivo Santasangre trasforma un gioiello della musica da camera del secolo scorso, Harawi di Olivier Messiaen, in un spettacolo di teatro musicale sulla calda luminosità dell’amore, nell’orizzonte cupo e alienato delle metropoli contemporanee (Vascello).
E ancora l’elettronica è protagonista di due appuntamenti dedicati a Luciano Berio: il primo è all’Opificio Telecom Italia, dove la musica del maestro scomparso dieci anni fa incontra i video di Devis Venturelli, il secondo al Parco della Musica per Il suono sospeso, che vede in scena il coro e i musicisti dell’Accademia di Santa Cecilia -produttore dello spettacolo con Fondazione Musica per Roma- i musicisti del PME e gli attori dell’Accademia Silvio D’Amico, introdotti da Nanni Balestrini.
Pianista e compositore, Carlo Boccadoro dedica invece un concerto a un altro titano della musica del Novecento, Karlheinz Stockhausen e al ciclo Natürliche Dauern, un viaggio per pianoforte solo nel puramente udibile (a Villa Medici).
Torniamo all’elettronica, ma di tutt’altro genere, con la rassegna Sensoralia al Brancaleone, nuove tendenze e cultura underground nello storico club romano con Alva Noto e Byetone, Martux_M e Luca Brinchi (Santasangre), Quiet Ensemble, Ninos du Brasil, e Nico Vascellari, i giovani Kutso e Carla Bozulich, quest’ultimo appuntamento coincidente con uno dei più attesi di Viva! la rassegna di musica nuova curata da Pino Saulo e la redazione di Battiti/Rai Radio3, che vede altre tre serate all’Opificio Telecom Italia con le suggestioni country di Rella the Woodcutter, le armonie stratificate e oblique di Margareth Kammerer e il violoncello rock di Francesco Guerri.
Il contributo di Rai Radio3 si estende al dopo spettacolo grazie al ciclo di incontri Appena fatto!, dialoghi con gli artisti guidati dalle voci di Radio3.
Per approfondire le tematiche del Festival e avvicinare gli artisti, contenuti speciali saranno online sulla Romaeuropa Web Tv (romaeuropa.net) e sul satellite con Sky Arte HD, ma Romaeuropa mette a disposizione del pubblico anche la nuova app e un Qr Code, stampato sulle pagine del programma, e i percorsi InFormazione, laboratori, incontri e lezioni destinati a studenti e a chi chiunque abbia il desiderio di sapere di più: Sottoventi, rivolto ai ragazzi al di sotto dei vent’anni; Condivisioni, per gruppi di studenti tra i 14 e i 18 anni; Crossmedialab, dedicato all’interazione tra le arti, e all’impiego di nuove tecnologie; Body stories spatial integration, laboratorio di video danza diretto da Daniel Belton; iriDico, progetto formativo dedicato alla danza con gli studenti dell’Accademia Nazionale di Danza, Università La Sapienza, e Uniroma3; CoreographersToday, introduzione alla danza, per il grande pubblico; il laboratorio di Teatro e Critica a cura della redazione della rivista omonima; Le storie della danza contemporanea, 5 lezioni al MAXXI; DNAmovement, workshop con Simona Bertozzi, Enrico Pitozzi e Marcos Morau/La Veronal, DNAvisioni, per allievi delle scuole di danza, DNAscritture, redazione composta dai ragazzi delle scorse edizioni di iriDico e DNALab, e Danza con i miei occhi, laboratorio di video danza diretto da Ernesto Spinelli.
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