Velan Center for Contemporary Art
Paola Angelini
Sara Enrico
Helena Hladilova'
Alessandro Roma
Namsal Siedlecki
Francesca Referza
L'edizione di quest'anno vuole essere una micro riflessione visiva sulle possibilita' di rilettura della pittura nel lavoro di 5 giovani artisti: Paola Angelini, Sara Enrico, Helena Hladilovsa', Alessandro Roma e Namsal Siedlecki.
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A cura di Francesca Referza
Opere di: Paola Angelini, Sara Enrico, Helena Hladilová, Alessandro Roma, Namsal Siedlecki.
Coetaneo di Artissima che quest’anno festeggia venti anni dalla sua
fondazione, il Velan Center nel 2013 presenta la XIX edizione di Versus, un format ormai classico
della propria programmazione in cui vengono presentati i lavori di giovani artisti molti dei quali
hanno già ottenuto importanti riconoscimenti attraverso premi, residenze e diverse presenze in
mostre istituzionali. L’edizione di quest’anno vuole essere una micro riflessione visiva sulle
possibilità di rilettura della pittura nel lavoro di cinque giovani artisti. Mezzo espressivo dalla
ingombrante eredità storica, soprattutto nel nostro paese, la pittura è stata trattata con un certo
snobismo dalle ultime generazioni, per poi essere recentemente recuperata sia come media inteso
in senso tradizionale che come materiale dalla sorprendente versatilità.
Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 1983) utilizza disegno e pittura come
strumenti fluidi di un’indagine interiore dagli interessanti esiti psicoanalitici. I suoi quadri,
solitamente di grandi dimensioni, hanno molto spesso come elementi di origine degli animali di
piccole dimensioni disposti in primo piano come a stabilire un limen spaziale. Da lì poi la Angelini
sviluppa una pittura quasi sempre figurativa, ma con forti proiezioni interiori che, anche grazie ad
una accurata scelta del colore, spingono l’osservatore ben aldilà del soggetto dipinto. Sorprende
nei quadri della giovane pittrice marchigiana la potenza dell’immagine, ottenuta attraverso l’uso di
colori freddi accostati ad altri squillanti, la presenza di ombre profonde e la densità materica del
segno.
Sara Enrico (Biella, 1979) della materia pittorica sfrutta le possibilità anche scultoree attraverso
una sistematica ricerca delle sue potenzialità sia cromatiche che di trasformazione processuale,
forzandone l’uso e testando accostamenti che possano in qualche modo scardinare la funzione
specifica per cui un materiale stesso nasce. I lavori dell’artista torinese infatti sono il risultato di
una molteplicità di passaggi diretti ed indiretti della materia d’origine su media differenti, da quelli
più tradizionali come tela o tessuto a quelli più contemporanei come scanner e computer,
aprendosi a relazioni anche con sistemi di riferimento più ampi. Il risultato ottenuto contiene
pittura nel proprio DNA, conservandone tuttavia solo minime tracce visive. Da Velan Sara Enrico
espone per la prima volta PILLOWS#3 (2012), una scultura in gesso e colore ad olio, e due pezzi
della serie STRIPES (2012‐2013), in cui la pittura ad olio, modellata in una porzione di tela ripiegata,
assume una divertente forma scultoreo‐pittorica. La serie PILLOWS ‐ spiega l’artista ‐ si basa sulla
possibilità di registrare le pieghe che imprimo alle tele mentre lavoro, in modo da lasciare sulla
forma in gesso un’incisione che è il negativo della superficie del dipinto, ovvero la trascrizione
tridimensionale dello sguardo che si muove su di esso.
Helena Hladilová (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983) è una attenta osservatrice. Le sue opere
solitamente nascono dalla scoperta di dettagli spesso invisibili o perché piccoli e nascosti o perché
dimenticati. L’artista prende spunto dalle condizioni ambientali di partenza, per creare lavori che,
sollecitando in modo nuovo i sensi, costringono l’osservatore a prendere atto o considerare
diversamente qualcosa, a volte semplicemente sostituendo o aggiungendo un elemento. Le opere
della Hladilová a mio avviso hanno spesso una venatura tra l’ironico ed il malinconico che
all’artista credo derivino dalla sua cultura d’origine. In mostra la Hladilová presenta due nuovi
lavori appositamente concepiti. Si tratta – come spiega lei stessa ‐ di quadri spaccati. Il dipinto su
di essi segue la forma della spaccatura e verranno installati nello spazio più come sculture che
come quadri.
I lavori di Alessandro Roma (Milano, 1977) sono delle affascinanti composizioni piranesiane del
nostro tempo. Nella sua pratica artistica Roma utilizza il collage come tecnica privilegiata, ma
realizza anche bassorilievi e sculture in terracotta di grandi dimensioni. Nel caso dei collage, si
tratta di trompe l’oeil in cui la superficie, che ad una certa distanza appare uniforme, ad una
osservazione più attenta si rivela essere una texture di forme differenti, le cui fonti iconografiche
originarie, come alberi, piante e rocce, risultano intuibili, ma non immediatamente riconoscibili.
Pur prendendo spunto dalla pittura tradizionale, Alessandro Roma ha creato un personale e
raffinatissimo linguaggio in cui la pittura ad olio, mescolata a spray, smalto e grafite è capace di
trasformare elementi tratti da paesaggi esterni in una esperienza visiva che tesse le fila della
memoria (vissuta e immaginata) di chi guarda. In mostra Alessandro Roma presenta una scultura
ed un collage di piccole dimensioni. Si tratta di Mandragola (2012), una terracotta dipinta il cui
nome evoca la piccola pianta di machiavelliana memoria e Bozzetto‐scultura (Mandragola), un
collage su carta del 2011. Ogni piccolo collage – precisa l’artista ‐ è di riferimento ad una scultura.
L’artista ha infatti realizzato un micro archivio botanico di sculture in terracotta, ciascuna delle
quali è accompagnata da un bozzetto 40 x 30 cm.
Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986) dopo l’imprinting dell’Accademia di Carrara, ha iniziato
a mettere radicalmente in discussione il concetto tradizionale di scultura con una serie di lavori
installativi i cui pochi elementi di base venivano accostati e riletti attraverso i concetti di origine e
di tempo. Nei lavori più recenti l’artista si mostra sempre più interessato alla possibilità di un
recupero dell’identità originaria della materia, che è fisica e poetica insieme. Il nuovo progetto che
sto portando avanti‐ dichiara Siedlecki ‐ nasce dal desiderio di recuperare il rame all’interno di
vecchi televisori a tubo catodico. Ogni televisore racchiude circa, 2 kg di rame, il rifiuto si rivela così
miniera da cui estrarre il minerale. Attraverso una reazione esotermica, dal rame si ottiene l'ossido,
noto come il “verde rame” tipico disinfettante e fungicida usato nella viticoltura. Spruzzando
l'ossido ricavato su una tela, il pigmento anziché avere uno scopo estetico svolge una funzione di
protezione del supporto tela.
Gli artisti:
Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 1983), vive e lavora a Venezia
Sara Enrico (Biella, 1979), vive e lavora a Torino
Helena Hladilová (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983), vive e lavora tra Roma e Torino
Alessandro Roma (Milano, 1977), vive e lavora a Londra
Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986), vive e lavora a Torino
Si ringraziano gli artisti e le gallerie Brand new gallery, Milano e Massimo De Luca, Mestre. La
mostra resterà aperta dal 27 settembre al 31 ottobre 2013 con i seguenti orari: da giovedì a
sabato 15.30‐19.30.
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Curated by Francesca Referza
Works by: Paola Angelini, Sara Enrico, Helena Hladilová, Alessandro Roma, Namsal Siedlecki.
Coetaneous of Artissima – which this year celebrates
its twentieth year from foundation, Velan Center presents in 2013 the nineteenth edition of Versus, a
classic in the program of the center, an exhibition presenting the works of young artists, many of whom
have already achieved important rewards such as prizes, invitation in foreign institutions for research or
specific assignments, temporary presence in many institutional exhibitions. This year’s edition aims to be a
visual micro reflection about the possibility of re‐evaluating painting, in the works of five young artists.
Expressive technique with a lumbering historical heritage, in particular in our country, painting has been
treated with a sort of snobbism by the latest generations, but has come recently to be rediscovered as an
expression media in a traditional sense but also as a technique allowing the artist a surprising versatility.
Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, 1983) uses drawing and painting as the fluid
instruments of an inner research with interesting psychoanalytic results. Her pictures, frequently large in
dimensions, very often take their origin from very small animals placed in the foreground as if to establish a
sort of space ‘limen’. From that starting point Paola Angelini develops an almost always figurative painting,
but with strong inner projections, leading the observer far beyond the painted subject, also thanks to an
accurate choice of colour. What surprises in the work of this young painter from Marche region is the
power of her images, obtained with the use of cold colours side by side with lively ones, the presence of
deep shadows and the material density of the line.
Sara Enrico (Biella, 1979) takes advantage of the sculptural possibilities of painting through a systematic
research of its chromatic as well as of progressive transformation potentialities. She reinforces the use of
the material testing combinations which can in a way destroy the specific functions of the material itself.
The works of the artist from Turin are in fact the result of a multiplicity of direct and indirect passages from
the original material on different kinds of media, from the most traditional canvas or tissue to the more
modern scanner and computer, opening interactions also with more ample reference systems. The
obtained result contains panting in its DNA, nevertheless keeping minimal visual traces of it.
Helena Hladilová (Kroměříž, Czech Republic, 1983) is an attentive observer. Her work originates in general
from the discovery of details, often invisible because they are small or hidden or forgotten. The artist takes
inspiration from the starting environmental conditions to create works which, by stimulating the sense in a
brand new way, force the observer to consider a thing in a different way, sometimes just by substituting or
adding an element. In my opinion the works by Hladilová show often a mixture of irony and melancholy,
deriving I think from the culture of her origins.
The works by Alessandro Roma (Milan, 1977) are fascinating compositions, a sort of Piranesi style of our
time. In his artistic practice Roma uses collage as a preferred technique, but he creates also terracotta
sculptures and bas‐reliefs in large dimensions. His collages are tromp l’oeil where the surface, at a certain
distance appears to be uniform, while at a more attentive observation it appears to be a texture of
different forms, whose original iconographic forms, such as trees, plants, rocks, can be inferred but not
immediately recognised. Taking inspiration from traditional painting Alessandro Roma has created a
personal and refined artistic language where oil painting, mixed with spray, varnish and graphite is able to
transform elements taken from external landscapes in a visual experience which recovers back to the
memories (lived or imagined) of the observer.
Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986). After the imprinting in the Accademia di Carrara, the artist has
started to radically bring into question the traditional idea of sculpture with a series of installations where
the few basic elements were combined and reread through the ideas or origin an time. In his more recent
works the artist is becoming more and more interested in the possibility of the recovery of the original
identity of the material, which is physical and poetic at the same time.
The artists:
Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983), lives and works in Venice
Sara Enrico (Turin, 1979), lives and works in Turin
Helena Hladilová (Kroměříž, Czech Republic, 1983), lives and works between Rome and Turin
Alessandro Roma (Milan, 1977), lives and works in London
Namsal Siedlecki (USA, 1986), lives and works in Turin
We thank the artists, Brand new gallery, Milan and Massimo De Luca, Mestre. The exhibition will remain
open from September 27th to October 31st, 2013 from Thursday to Saturday from 3:30 pm to 7:30 pm
Opening: Giovedì 26 settembre 2013 alle ore 18.30
Velan - Centro d'Arte Contemporanea (sede2)
via Saluzzo, 64 - Torino
Orario: giov-sab 15.30-19.30
Ingresso libero