Weber & Weber
Torino
via S. Tommaso, 7 (Primo piano)
011 19500694 FAX
WEB
Simone Bubbico
dal 25/9/2013 al 8/11/2013
mar-sab 15.30-19.30

Segnalato da

Carlomaria Weber



approfondimenti

Simone Bubbico
Fabio Cafagna



 
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25/9/2013

Simone Bubbico

Weber & Weber, Torino

Apparenze reali. Un oggetto tridimensionale si appiattisce sulla tela, una scultura diventa pittura, un fondo nero fa emergere figure simili a fantasmi.


comunicato stampa

Nel 1933 Junichiro Tanizaki dava alle stampe il Libro d’ombra. Lo scrittore giapponese metteva in guardia i suoi connazionali: la luce, prorompente nel mondo occidentale, godeva di uno statuto diverso dalle loro parti. Essa non avrebbe dovuto sottostare allo sfolgorante caleidoscopio di insegne e lampade che deturpavano ambienti domestici e paesaggi urbani, ma partecipare, nella misura adeguata, alla creazione di quel lucore caratteristico della tradizione giapponese: una luminosità tenue e misteriosa, fatta di madreperla, lacche scure, pelli elegantemente pallide e denti dipinti di nero. Una realtà, quella di Tanizaki, già lontana negli anni trenta del XX secolo, ed ora quasi completamente estinta. Non ci sono concordanze specifiche tra il tradizionale gusto giapponese per il chiaroscuro e le installazione di Simone Bubbico. Persiste, tuttavia, nell’artista torinese un sincero e - forse - antico interesse per quei delicati rapporti che si instaurano tra la luce elettrica e la riflessione di questa sulle superfici più varie.

Tanizaki teorizzava l’esistenza di una speciale bellezza nipponica, un fascino tutto quanto generato dal particolare rapporto che il suo popolo aveva coltivato con l’oscurità, Bubbico trasforma la luce in oggetto, accetta di porla in dialogo con le tenebre e ne fa una materia affascinate e inafferrabile. Se la luce sfuma nel buio o si infrange contro supporti opachi e inchiostrati, l’ombra diventa protagonista e, contrariamente a quanto ammesso dalla tradizione occidentale, veicolo di conoscenza. Quella di Bubbico è una caverna platonica ribaltata, nella quale il contorno sfumato delle ombre non vuole ingannare lo spettatore, ma renderlo partecipe dalla complessità del reale e della sua mutevolezza. Un oggetto tridimensionale si appiattisce sulla tela, una scultura diventa pittura, un fondo nero fa emergere figure simili a fantasmi e, con schiettezza, la mano dell’artista si trasforma nella sua opera.

Fabio Cafagna

Inaugurazione 26 settembre ore 18.30

Weber & Weber
via S. Tommaso, 7 (Primo piano) - Torino
mar-sab 15.30-19.30
Ingresso libero

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