A che temperatura fondono le consonanti? Il libro inteso come strumento-cardine della trasmissione del pensiero, come oggetto sacralizzato oppure profanato.
MARIA CILENA ha il piacere d i invitarla all’inaugurazione della mostra “a che temperatura fondono le consonanti?“
di Marco Cordero, giovedì 3 Ottobre dalle ore 18,30 alle 21.
Testo di Roberto Borghi.
Marco Cordero (nato a Roccavione, in provincia di Cuneo, nel 1969, vive a Torino) presenterà
per questa occasione una serie di opere realizzate negli ultimi tredici anni.
Cordero scolpisce libri. Ma non nel senso che le sue sculture hanno le forme di volumi rilegati: i libri sono invece la materia prima che l’artista intaglia con precisione e delicatezza, ricavandone impronte di corpi, profili di paesaggi, sagome di oggetti emblematici della nostra tradizione culturale. Dalle opere affiorano a volte frammenti di testi, brevi sequenze verbali che in alcuni casi hanno la parvenza del verso poetico o dell’aforisma, in altri il sapore dell’enigma. Il libro inteso come strumento-cardine della trasmissione del pensiero, come oggetto sacralizzato (la letteratura può essere ritenuta un culto che, come ha scritto Martin Amis, «rispetto alle fedi convenzionali, offre qualcosa di tangibile da venerare»), nel lavoro di Cordero è omaggiato nella stessa misura in cui viene profanato, o perlomeno ricondotto nell’alveo del suo rapporto basilare, fisico, tattile con la vita.
Aria è un'installazione formata da più di trecento libri poggiati a terra a formare un blocco compatto, sul quale l'artista è meticolosamente intervenuto fino a intagliare la sagoma di una persona che legge. Aria è a tutti gli effetti una scultura da leggere. I libri, messi a disposizione dalle Edizioni Marcos Y Marcos e dalla Instar Libri, sono semplicemente accostati l’uno all’altro quasi a caso. La loro gravità fa da contrasto con la leggerezza evocata dal titolo, mentre la somma di colori data dalle diverse copertine fa risaltare maggiormente la sagoma bianca del lettore assorto, rendendola irreale come una visione della mente che emerge dal buio.
In Batterepiano (2000-2005), il cui titolo fa riferimento alla tecnica usata dai muratori per segnare il piano di una superficie, l’orizzonte visivo è segnato da una sequenza di coste di libro, ciascuno dei quali è eroso a partire dalla copertina, in modo tale che l’autore e il titolo non siano più leggibili. L’abrasione però non è totale, perché lascia affiorare da una pagina una frase, casuale ma al tempo stesso significativa, che può aver senso da sola ma anche nell’accostamento alle altre frasi. Piccoli cumuli di sale, posti sopra le coste dei libri, sembrano in qualche modo compensare in superficie ciò che è stato sottratto all’interno della materia viva del libro.
Non raccontate mai niente a nessuno (2007) è un’opera composta da un rotolo di carta di 130 cm di altezza per una cinquantina di chili. In questo lavoro Cordero ha scritto una frase attinta da un libro appena sotto il bordo superiore del rotolo. La frase è stata poi scavata, asportando la carta con lo scalpello. Ciò che ne rimane è in qualche modo il suo negativo, inteso dall’artista come «il lato oscuro su cui poggiano le cose».
Inaugurazione 3 ottobre ore 18.30
Galleria Maria Cilena
via Carlo Farini 6 - Milano
Orario galleria: martedì - venerdì dalle ore 15,30 alle 19,00
Ingresso libero