Omaggio a uno dei pittori italiani piu' rappresentativi del Novecento
La mostra, curata da Elena Gigli, presenta una trentina di lavori realizzati da Giacomo Balla tra il 1909 e il 1944 ed e' divisa in 5 sezioni i cui titoli sono ricavati unicamente dalle frasi del pittore. Prima di tutte l'Uomo intuitivo trascendentale con gli autoritratti, realizzati su una lastra di metallo, su cartoni riciclati e su tavola, dalle cornici piu' ardite. Vita turbine tempesta e' il titolo della II sezione: con diverse vedute di Villa Borghese, concepite come dittici o trittici con al centro la giovane sposa Elisa. Il capolavoro Atrio di Palazzo Doria Panphilj ci introduce in un particolare gabinetto di disegni, clou della mostra, dove spicca l'opera venduta a Londra nel 1914 col titolo Density of air - dynamism of helix (conosciuta come Spessori d'atmosfera). L'astrazione e' lo stato d'animo che accomuna le opere degli anni venti con un anticipazione dettata dalle due Forze di paesaggio + sensazioni varie esposte da Bragaglia nel 1918 e dalla Trasformazione forme e spiriti scelta dall'amico Dorazio nel 1951. Chiudono la sezione due tempere colore e due tele quadrate dai colori sgargianti. Con il 1929 la famiglia Balla si trasferisce al quartiere Prati: nella quotidianita' di via Oslavia troviamo il giallo del ritratto alla cugina Marcucci vicino alla Figlia del sole, la natura viva negli Squilli di rossi del 1939, ci soffermiamo davanti al vandalismo dell'olla caduta a Villa Strolfer e all'armonia solare di Monte Mario, dipinti negli anni Quaranta. Inaugurazione della nuova sede commerciale e della mostra martedi' 1 ottobre.