More than 30 pictus by one of the most important photographer from Russia illustrate the magic touch of S. Petersburg.
La mostra, che presenta 30 fotografie originali scattate da Aleksandr Kitaev fra il 1989 e il 2003, si inserisce nel programma «Ticino-San Pietroburgo» per le celebrazioni del terzo centenario della fondazione di San Pietroburgo (1703-2003) e del bicentenario della nascita del Cantone Ticino (1803-2003): manifestazioni che comprendono x{2013} fra lx{2019}altro x{2013} le mostre «Dal mito al progetto. La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica» (presso il Museo Cantonale dx{2019}Arte di Lugano e lx{2019}Archivio del Moderno di Mendrisio dal 5 ottobre 2003 allx{2019}11 gennaio 2004) e «Fotografie di Ivan Bianchi su San Pietroburgo» (presso la Biblioteca cantonale di Lugano dal 6 ottobre al 15 dicembre 2003). Questx{2019}ultima esposizione presenta le prime fotografie di San Pietroburgo, eseguite da Ivan Bianchi tra il 1852 e il 1854, pubblicate nel volume di A. Mario Redaelli, Pia Todorovix{0107} e Ekaterina Anisimova Ivan Bianchi. Un ticinese pioniere della fotografia a San Pietroburgo, edito a Lugano nel 2002 da ELR Edizioni Le Ricerche.
Dalla storia alla contemporaneità , dunque: «la fabbrica» presenta la San Pietroburgo di oggi attraverso lx{2019}obiettivo di uno dei più affermati fotografi russi. Aleksandr Kitaev (Leningrado 1952) ha infatti realizzato oltre cento mostre e le sue opere si trovano in collezioni statali e private in Russia e allx{2019}estero.
Scrive nel catalogo Anna Tolstova che «Kitaev fa parte di quei rari artisti fotografi che non si spaventano nemmeno davanti a soggetti ampiamente sfruttati». La San Pietroburgo di Kitaev si contraddistingue infatti dalla particolare intonazione che sanno dare solo i veri pietroburghesi. «Si ha lx{2019}impressione x{2013} continua Anna Tolstova x{2013} che la Pietroburgo di Kitaev non esista affatto nel tempo, ma solo nello spazio. Proprio per questo motivo nelle sue fotografie i fiumi e il cielo si estendono con tanta generosità , le rive e i ponti si dispiegano con tanta larghezza e i marciapiedi si sciolgono nellx{2019}infinito. Questo sguardo panoramico necessita spesso di un obiettivo speciale, lx{2019}x{201C}occhio di pescex{201D}, per captare tutta la larghezza dello spazio che il fotografo vuole includere».
E ancora: «Cogli il momento: questo è il primo comandamento del fotografo e ognuno è, a suo modo, cronista. Aleksandr Kitaev ha la sua cronaca e il suo eroe: la luce, i riflessi, la nebbia, la neve, il ghiaccio, la pietra, le nuvole, gli uccelli. Oggetti fisici che diventano quadri metafisici. A volte vale la pena andare a caccia di questi oggetti. Andare a Peterhof per vedere la prima neve di ottobre, quando ancora le fondane zampillano e le statue non sono nascoste per lx{2019}inverno nelle loro tombe di legno. Vedere le ninfe intirizzite, coperte di brividi di neve granulosa, i tritoni che strizzano gli occhi nella bufera di neve, lo zeffiro che sente, stupito, le imprecazioni blasfeme dei venti nordici. Scorgere come lx{2019}illuminazione a neon, molte volte rispecchiata nella notte, intreccia una ragnatela sfolgorante sulla Sadovaja. Aspettare che il cane zoppo spaventi i colombi che con rozzi sgorbi si irrigidiscono nellx{2019}aria umida, sullo sfondo dei ponti e dei canali intorno alla Cattedrale di San Nicola Marino».
L'esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da ELR Edizioni Le Ricerche di Losone, a cura di Antonio Ria, con testi di Anna Tolstova, Giuseppe Curonici, A. Mario Redaelli e Pia Todorovic Redaelli.
Inaugurazione: venerdi' 7 novembre 2003 alle 18.30
Sarà presente l'artista fotografo russo
Orari: lunedi'-giovedi' 9.00-14.00 / 17.00-22.00; venerdi' 9.00-14.00 / 17.00-01.00; sabato 17.00-01.00 o su appuntamento: tel. 0041.91.7914005
la fabbrica
Via Locarno, 43
Losone (Cantone Ticino, Svizzera)
Per informazioni:
Antonio Ria
tel. e fax 02.86463326