Mostra personale di Alessandro Gozzuti. Non esiste gerarchia figurativa, non esiste un prima e un dopo a livello di ideazione, non esiste una scala di importanza concettuale tra la parte propriamente pittorica e quella che nasce dalla lavorazione di materiali come il legno, il gesso, la gomma, il polistirolo. A cura di Piera Peri
A prima vista sembrano dei dipinti nati da una mente ludica, alla ricerca del puro divertimento, del piacere fine a se stesso, del virtuosismo che si traduce in fantasie estetiche elaborate attraverso una tecnica padroneggiata con grande abilità . Ma svelano molto di più le opere di Alessandro Gozzuti a chi abbia la curiosità e lo spirito predisposto ad un viaggio interno alle sue composizioni: composizioni che richiedono tempo e desiderio di abbandonare i confini del reale.
I confini tra reale e immaginario, spazialmente e concettualmente delimitati dalla cornice, che per tutto il periodo antico e moderno, fatte le dovute eccezioni, ha ricoperto la funzione di sottolineare un varco, un passaggio immaginativo, tendono qui ad essere cancellati. Non esiste gerarchia figurativa, non esiste un prima e un dopo a livello di ideazione, non esiste una scala di importanza concettuale tra la parte propriamente pittorica e quella che nasce dalla lavorazione di materiali come il legno, il gesso, la gomma, il polistirolo. Parlare semplicemente di cornice rischia di sminuire questa parte del lavoro dell'artista, si potrebbe più propriamente definirle ''zone scultoree'', nate da una fantasia vivace e da una esasperata artigianalità che sfocia nel passaggio dalle due alle tre dimensioni, sovvertendo l'assunto aristotelico che voleva nella cornice il primo limite reale dello spazio immaginario della figurazione. Inoltre sono proprio queste ''zone scultoree'', estremamente materiche e illusionistiche, al pari delle ''distorsioni totali'' prospettiche dei dipinti, il leit motiv di tutta la ricerca artistica di Alessandro Gozzuti, ricerca che, proprio grazie alla commistione dei due termini, si rivela originale e innovativa.
Lo spazio, pur essendo costruito e popolato con luoghi e oggetti del vissuto quotidiano (strade, palazzi, corsie automobilistiche, metropolitane, sigarette, biglietti, carta) ha perduto la sua ovvietà poiché viene osservato con un punto di vista inconsueto (spazialmente e semanticamente) e con un tempo che è quello del dopo da un osservatore che rimane esterno alla scena che interroga. Infatti anche se la funzione delle cornici, così come sono qui concepite, non è quella di separare lo spazio del reale dallo spazio immaginario dell'opera, ma quella di essere una sorta di propaggine dell'uno nell'altro, cerniera e non frattura, nessuna immedesimazione psicologica è concessa allo spettatore.
Galleria Arturarte
Via Cassia km 36,300, Zona Industriale Settevene Nepi (VT)
Dal lunedì alla domenica, 10-18, lunedì mattina chiuso
INAUGURAZIONE: venerdì 21 novembre 2003, ore 21.00
CURA MOSTRA E CATALOGO: Piera Peri
UFFICIO STAMPA: Galleria Arturarte