Cronotopografie. Le serie dei Cementi, dei Nastri e degli Inchiostri realizzate fra il '75 e il '78, opere successive in cui la tela si impregna di colore per contatto o iniezione e quelle realizzate per combustione.
“Ho conosciuto pochi artisti di così lucida intelligenza e di altrettanto vivace ironia”. Come non
essere d’accordo con quanto scriveva Eugenio Miccini nel 1992 di Eros Bonamini, che con
costanza e coerenza ha sviluppato “una ricerca, per niente affannato a situarsi nelle mode
precarie” cui talvolta indulge il mercato dell’arte.
Uomo di profonda cultura e grande sensibilità Bonamini ha agito al di fuori di qualsiasi scopo
pragmatico e di ogni logica del profitto, con l’unica motivazione di un “fare che dimentica il già fatto
e guarda solo davanti a sé”.
Con questa mostra si vuole dare un’idea del suo percorso artistico, che pur modificandosi negli
anni rimane sempre fedele al suo assunto teorico: far coesistere il tempo e lo spazio indagandone
il rapporto intrinseco, “il tempo e lo spazio che sono quelli del fare e del pensare, misure, luoghi
dell’evento”(Miccini).
Non a caso tutto il suo percorso è segnato dalle “cronotopografie” (scritture di spazio e tempo)
eseguite sia pure con tecniche e mezzi diversi ma sempre con padronanza degli strumenti e
controllo degli esiti.
Saranno esposte le opere della serie dei Cementi, dei Nastri e degli Inchiostri realizzate fra il 1975
e il1978; quelle degli anni ’80 e ’90 in cui la tela si impregna di colore per contatto o iniezione e
quelle realizzate per combustione del plexiglas e della tela. Negli anni 2000 Bonamini si dedica ad
opere (Vanitas-cronotopografie) ottenute da una “lastra di acciaio specchiante, base di tutti i suoi
lavori [.....] che viene intaccata, distrutta, bruciata da un'azione violenta (fiamma ossidrica e ascia),
il cui risultato è una sorta di ferita slabbrata e corrosa sulla superficie di quella materia lucente
[.....]” (Marco Meneguzzo). La superficie di acciaio specchiante a seguito di profonde ustioni si
deforma con esiti straordinari. In ogni caso il risultato narrativo è legato all’operatività nello spazio
e al tempo di esecuzione “la traccia, la superficie e il tempo sono i termini essenziali della vicenda”
(Alberto Veca).
Pur nella diversità dei risultati Bonamini mantiene sempre un costante approccio che possiamo
riconoscere derivante dalla linea analitico - concettuale degli anni ’70.
Inaugurazione venerdì 22 novembre ore 18.00
Valmore Studio d’Arte Contrà
Porta S. Croce, 14 Vicenza
Orario: su appuntamento