Intreccio di rami e radici. una serata dimostrativa, tre conferenze, una mostra e un convegno, sulla danza butoh. Nell'ambito della rassegna "Cimes progetti di cultura attiva 13/14"
Come ogni anno, la rassegna “CIMES progetti di cultura attiva” include anche un progetto sul teatro giapponese, oggi dedicato a KAZUO OHNO E IL BUTOH IN EUROPA: INTRECCIO DI RAMI E RADICI. Questo progetto si focalizza sull’arte del grande maestro Kazuo Ohno (1906-2010), tra i fondatori del butoh, la danza moderna giapponese, ed è realizzato dal centro CIMES del Dipartimento delle Arti - Università di Bologna, a cura di Matteo Casari ed Elena Cervellati, in collaborazione con Kazuo Ohno Dance Studio di Yokohama, Galleria Ono Arte Contemporanea, mc2gallery Milano, Japan Foundation, Nipponica, con il patrocinio del Consolato generale del Giappone (MI) e dell’Istituto Giapponese di Cultura (Roma).
Il Dipartimento delle Arti gestisce, in esclusiva per l’Europa, una copia dell’archivio personale di Ohno, ricevuto in dono dallo stesso Kazuo nel 2001, in occasione del suo 95° compleanno. Raccoglie preziosi documenti audiovisivi, iconografici e materiali di studio di fondamentale interesse culturale e scientifico sul butoh, dal 1940 in poi. è custodito presso la biblioteca dipartimentale ed è consultabile su appuntamento. Info: www.dar.unibo.it/it/biblioteca/archivio-kazuo-ohno
Il progetto si apre con tre conferenze sulla storia e il pensiero della danza butoh, alle ore 17, le prime due ai Laboratori delle Arti: lunedì 25 novembre Giovanni Azzaroni in Le radici antropologiche della danza butoh; mercoledì 27 novembre Eugenia Casini Ropa in Poetiche e corporeità della danza butoh. Il terzo incontro si svolge giovedì 28 novembre, ore 17 alla Galleria Ono Arte Contemporanea (via Santa Margherita, 10 a Bologna), con Matteo Casari e Katja Centonze in Avanguardia Giappone: immagini, corpi.
Due giorni prima, martedì 26 novembre alle ore 18.30, la Galleria Ono Arte Contemporanea inaugura una mostra di foto e manifesti sulla vicenda artistica di Kazuo Ohno; la mostra, a cura di Claudio Composti, Toshio Mizohata e Galleria Ono Arte Contemporanea, resta aperta fino a domenica 1 dicembre, a ingresso libero: dal martedì al sabato ore 10-13 e 15-21.30; domenica ore 16 -21. www.onoarte.com.
Protagonista della serata dimostrativa intitolata “Un percorso per rendere visibile l’invisibile: “Butoh-Ma” giovedì 28 novembre alle ore 21 ai Laboratori delle Arti sarà Tadashi Endo, allievo diretto di Kazuo e direttore del Butoh-Centre Mamu a Göttingen – Germania. Ma è un termine chiave nel buddismo zen e significa ‘vuoto’(la vacuità) e ‘spazio che intercorre tra due cose’. Endo danza la propria vita, i propri sogni, il proprio sentire con movimenti di profonda espressività. Il suo butoh riesce a superare ogni dicotomia e sa esprimere quel campo di tensione che si manifesta tra maschile e femminile, Oriente e Occidente, yin e yang. Butoh-Ma è un percorso per rendere visibile l’invisibile. La serata offrirà uno spaccato significativo del percorso artistico di Tadashi Endo e della sua personale sintesi degli universi espressivi attraversati durante la sua carriera. Endo condurrà anche un laboratorio pratico gratuito (riservato agli studenti UniBo).
Il progetto si conclude venerdì 29 novembre, ore 10-17 con “Il butoh nella cultura Europea” convegno internazionale di studi sulla diffusione performativa e culturale della danza butoh in Europa, cui partecipano studiosi, artisti e critici: Eugenia Casini Ropa, Katja Centonze, Elena Cervellati, Margherita De Giorgi, Maria Pia D’Orazi, Tadashi Endo, Toshio Mizohata, Sylviane Pagès, Kazuko Takahaschi. Al termine del convegno, avrà luogo un concept di danza di e con Alessandra Cristiani, estratto dallo spettacolo Entrana.
“La danza moderna giapponese butoh si è sviluppata nel secondo dopoguerra come movimento d’avanguardia, affondando eversivamente le sue prime radici nella cultura nipponica più primitiva e nelle suggestioni dell’espressionismo europeo. Attraverso due grandi artisti iniziatori, Kazuo Ohno (1906-2010) e Hijikata Tatsumi (1928-1986), ha preso vita l’idea di un’arte del corpo, liberato dai lacci costrittivi della tradizione e capace di rendersi veicolo di perpetua metamorfosi e di una vera filosofia di vita. Le successive generazioni di danzatori, alcuni dei quali si sono stabiliti in diversi paesi europei, hanno contribuito alla diffusione delle idee e della pratica del butoh, generando seguaci che le hanno intrecciate con le loro tecniche e visioni estetiche, fino a incorporarle nel bagaglio artistico occidentale, non solo della danza.
Oggi, a oltre tre decenni dalla prima diffusione europea, s’intende saggiarne la presenza, l’assimilazione e le trasformazioni, in ambito performativo come in quello più ampiamente culturale, individuando gli intrecci profondi tanto delle radici ideali che lo nutrono quanto delle ramificazioni creative cui ha dato vita.”
Laboratori delle Arti
via Azzo Gardino 65/a – Bologna
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero, fino esaurimento posti.