Schifano debutta, giovanissimo, alla fine degli anni Cinquanta. Nell'ambito della generale e diffusa esigenza di superare l'informale dipinge quadri monocromi stendendo sulla tela larghe campiture di colore sgocciolante. Nel '62 si reca negli Stati Uniti dove conosce la Pop Art dalla quale pero' prende le distanze. Verso la fine del '64 si accentua un interesse per la rivisitazione della storia dell'arte che lo portera' l'anno successivo, ai notissimi pezzi dedicati al Futurismo. La mostra, che presenta una decina di opere di medio e grande formato, ripropone il percorso artistico dell'artista dal 1960 al 1965. A cura di Laura Cherubini
Opere 1960-1965
A cura di Laura Cherubini
Martedì 2 dicembre la Galleria Zonca&Zonca inaugura la mostra Mono Schifano. Opere 1960-1965.
Schifano debutta, giovanissimo, alla fine degli anni Cinquanta. Al 1959 risale, infatti, la sua prima personale alla
Galleria Appia Antica di Roma dove espone i suoi cementi materici e gestuali colati su tela che attirano
immediatamente l'interesse di critici come Emilio Villa. Dopo aver partecipato ad alcune collettive, partecipa nel 1960
alla mostra presentata da Pierre Restany alla Galleria La Salita insieme a Festa, Lo Savio, Uncini e Angeli. In questa
occasione si coglie già un mutamento nella sua pittura.
Nell'ambito della generale e diffusa esigenza di superare
l'informale dipinge ora quadri monocromi stendendo sulla tela larghe campiture di colore sgocciolante. Lo smalto, ossia
quella tecnica non tradizionale, che per eccellenza richiama la vita moderna, viene usato per ricoprire grandi carte da
pacco incollate su tela. Questo supporto è peraltro un grande protagonista dei cambiamenti del paesaggio urbano
avvenuti tra la fine del '50 e i primi anni '60, quando i muri della città si ricoprono di immagini pubblicitarie, manifesti,
affiches che si aggiungono alla grafica squillante della segnaletica stradale. Per questo qualche anno dopo, sulle
superfici monocrome appaiono frammenti segnici della civiltà consumistica, cifre, lettere e marchi come quelli della
Coca Cola o della Esso.
Nel '62 Schifano si reca negli Stati Uniti dove conosce la Pop Art dalla quale però prende le distanze: ''Nel mio lavoro
c'è anche un sentimento di relatività che nei pittori americani non esiste... certo, tutto nel mio lavoro, è
approssimativo.'', come recita il titolo del quadro limare approssimativamente in cui compare una scritta che si fa onda.
Al soggiorno newyorkese risale Enpiein air.
Verso la fine del '64 si accentua un interesse per la rivisitazione della storia dell'arte che lo porterà l'anno successivo, ai
notissimi pezzi dedicati al Futurismo. Ancora una volta è un'immagine tratta dai mezzi di comunicazione di massa,
l'icona fotografica del gruppo storico futurista a Parigi, a sollecitare Schifano. Ormai le immagini abitano le superfici
monocrome di Mario Schifano come il grande albero che si accampa sulla tela Grande oggetto paesaggio.
La mostra, che presenta una decina di opere di medio e grande formato, ripropone il percorso artistico di Mario
Schifano dal 1960 al 1965.
Per l'occasione sarà edito il volume Mario Schifano. Opere 1960-1965 a cura di Laura Cherubini.
Organizzazione: Gian Franco ed Elena Zonca
Inaugurazione: martedì 2 dicembre 2003, ore 18.30
Per ulteriori informazioni o materiale fotografico rivolgersi alla segreteria della galleria: tel. +39 02 72003377
Galleria Zonca&Zonca
via Ciovasso 4 20121 Milano
Orari: 10.00 13.00, 15.30 19.30 Chiuso la domenica e il lunedì mattina.