Nove elefanti bianchi e una patata. Dissidente verso il sistema produttivo globale, Consani guarda ai temi della sostenibilita' e dell'equita' sociale, conducendo un'indagine sia a livello individuale che collettivo.
Gallery Side 2 di Tokyo è lieta di presentare per la prima volta nei suoi spazi espositivi “Nove elefanti bianchi e una patata”, una mostra personale dell’artista italiano Michelangelo Consani.
Consani espone per la prima volta in Giappone nel 2010 quando Akira Tatehata, Masahiko Haito, Hinako Kasagi, Pier Luigi Tazzi e Jochen Volz lo invitano a prendere parte alla prima edizione della Triennale di Aichi. Dissidente verso il sistema produttivo globale, da anni Michelangelo Consani, ricerca sui temi della sostenibilità, dell’equità sociale ma anche e, soprattutto, della storia conducendo un’indagine sia a livello individuale che collettivo. “Il mondo di senso su cui Consani tenta l’affaccio, scrive Pier Luigi Tazzi a commento del progetto espositivo “La festa è finita”, è un mondo insieme incoerente ed aperto e l’artista vi si muove con gli strumenti del linguaggio, del mito – nel significato soprattutto barthesiano del termine – e dell’arte, in cui lo scambio fra il simbolico e il naturalistico è costante, dove i livelli di significato – oggettivo, espressivo e documentario - slittano continuamente l’uno nell’altro, l’uno sull’altro. Per cui la festa che è finita è quella che si era svolta per secoli sotto quella costellazione di idee, di nozioni, ma anche di credenze e di pregiudizi che aveva illuminato la cosiddetta Cultura Occidentale, e aveva dato luogo ad una visione di un “mondo dominato e posseduto da una sintesi istantanea” totalizzante.”
In Asia e in Indocina gli elefanti bianchi sono per tradizione un simbolo di buon auspicio e di prosperità. Nei paesi anglosassoni, al contrario, l'appellativo “elefante bianco” viene dato a lussuosi beni o a imponenti progetti, i cui eccessivi costi di realizzazione e gestione non sono compensati dai benefici che danno o che potrebbero dare nel caso non siano stati realizzati. Il progetto che Consani presenta alla Gallery Side 2 gioca sul doppio significato di questa espressione. Attraverso una serie di misurazioni metriche, Consani individua il centro della galleria e stabilisce che, nell’allestimento della sua installazione, questo punto coincide idealmente con una precisa area geografica del mondo, la depressione caspica, ovvero il bacino aralo-caspico dove Asia e Europa si incontrano. In questo centro l’artista colloca due sculture in marmo nero del Belgio, materiale raro e ormai in via di esaurimento che ben rappresenta l’Occidente. Le due sculture si passano una patata con la bocca, in un gesto ‘metafisico di sospensione’ che potrebbe essere di scambio oppure di scontro, di bene o di male. Partendo da questo ipotetico centro, in corrispondenza delle posizioni geografiche di nascita/provenienza, l’artista posiziona inoltre dei personaggi minori, “gli elefanti”, agronomi, scienziati, economisti, creando una sorta di mappature del mondo e nel mondo, di quelle personalità individuali che possono aiutarci a trovare la via per una società più equa, conviviale e sostenibile salvandoci dallo ‘scontro’ tra il sistema capitalistico emergente e il moribondo modello occidentale. Michelangelo Consani attinge i suoi soggetti dalla vita quotidiana e dalla storia, si sottrare al concetto di scultura come monumento celebrativo e cala la sua installazione nella transitorietà dell'attimo e nell'astrazione dal dato visivo, mettendo così in discussione la durata stessa dell'opera.
Michelangelo Consani (Livorno, 1971). Dopo una serie di importanti mostre collettive (Artkliazma, Russia; Schunck Glaspaleis, Paesi Bassi; Musée d’Art Contemporain du Val de Marne, Francia; Center for Contemporary Art Celje, Slovenia; Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella), nel 2010 riceve da EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze il premio come miglior artista under 40. Lo stesso anno, prende parte alla prima Triennale di Aichi. Nel 2011 realizza una mostra personale presso la Kunstraum di Monaco di Baviera e presso CAMeC Pianozero della Spezia; nel 2012 espone al Museo Pecci di Prato e di Milano e alla Biennale di Dakar. Nel 2013 il Museo di Lissone lo invitare a realizzare un progetto speciale in occasione dell’inaugurazione del museo. Recentemente la Kunstverein Milano / Amsterdam / New York ha pubblicato un libro sull’artista, il libro è stato presentato al PS1 di New York.
Inaugurazione venerdì 17 gennaio 2014, 18.00 - 20.00
Gallery Side 2
Roppongi Minato-ku Tokyo
Fino al 28 febbraio 2014, da martedì a sabato 11 - 19