Incontri. Doppia personale. "La fotografia rappresenta sempre meno un processo di tipo conoscitivo che offre delle risposte" (Luigi Ghirri).
La fotografia rappresenta sempre meno un processo di tipo conoscitivo che offre delle risposte. Rimane un linguaggio per porre delle domande sul mondo.
Luigi Ghirri
Pier Paolo Fassetta (Venezia, 1948) inizia la sua attività nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e della Facoltà di Architettura. Nel 1969 e nel ’70 è invitato a due edizioni della rassegna Giovani Artisti alla Galleria San Fedele, a Milano. Frequenta i corsi di fotografia tenuti da I. Zannier e L. Veronesi. Nel 1978 e nel 1979 due mostre personali: la prima alla Tommaseo, di Trieste e l’altra, a Venezia, alla Galleria del Cavallino. Partecipa ai video laboratori promossi da Gabriella e Paolo Cardazzo. Per le Edizioni del Cavallino nel 1980, Presenze, cartella fotografica in trenta esemplari.
Nel 1997, il filosofo M. Donà gli dedica un saggio, Velata Claritas. Nell’aprile 2007 Una Generazione Intermedia, al Candiani di Mestre a cura di R. Caldura. A Roma, alla Galleria Gallerati, maggio 2010, mostra personale Attesa a cura di F. Raschiatore. Personale a Lienz,“Gallery Nineninezerozero” di Christina Winkler-Darby. Nello stesso anno a Roma, alla Fondazione Luigi Di Sarro, con L.Viola e G. Sartorelli a cura di A. Madesani, “3”. Nel settembre 2011, al Manege di S.Pietroburgo, presente alla terza edizione di “Photo Vernissage 2011”. Dal settembre 2012 collabora con la Bugno Art Gallery di Venezia. Partecipa al Mia Milan Image Art Fair presentato da D.Trunfio. 2013, “Confini 10” al “Centro Culturale Candiani con “CivicoCinque”. “Pezzi Unici 2” Galleria Gallerati, Roma, con la Galleria Eulenspiegel di Basilea. Video partecipazione, Ikono On Air Festival, Berlino 2013, settembre 2013.
ATTESA
Kunsthaus Graz, 2009
Ogni fotografia, per Pier Paolo Fassetta è un microcosmo di immagini, un mondo da esplorare che nasconde infinite potenziali visualizzazioni; universi nell’Universo, tra articolazioni complesse, dimensioni inedite e identità da individuare. Una riflessione che indica l’origine e la natura della cifra portante che da sempre caratterizza il cammino artistico dell’autore veneziano. Una connotazione che viene da lontano e gli ha permesso, attraverso la fotografia, di tracciare un percorso concettuale di ricerca e analisi coerente sulla natura dei fenomeni nel tempo del loro manifestarsi.
Attesa è una sequenza che disegna un insieme di profili catturati da un punto fisso di osservazione in un ambiente scenico inedito, unico e irripetibile, collocato dal caso su una piattaforma, in grado di esprimersi su alcuni aspetti della nostra contemporaneità: quelli dell’Attesa. Ovvero la sintesi di un flusso di sensazioni emotive vissute intensamente dall’autore attraverso il reticolo dell’obiettivo e raccolte in libertà narrativa, in stretta sintonia col fluire degli eventi nella loro concretezza. Gente che entra, che esce, che sosta, che dialoga, che legge, che riflette, che passeggia, in Attesa di capire il senso di una condizione in apparenza non giustificata, sospesa nel tempo, enigmatica e misterica in uno spazio senza nome, tra incertezze e provvisorietà.
Fausto Raschiatore, 2009
Manfredo Manfroi (Venezia, 1940) proviene dalla pittura; ha iniziato sin dalla gioventù alla scuola degli artisti Leoncini e Caramel conseguendo successivamente riconoscimenti in campo locale (tra cui tre edizioni del Piccolo Premio Burano di Pittura). Sue opere sono conservate presso Istituzioni e privati.
Si occupa di fotografia dal 1972; nel 1976 si iscrive al Circolo la Gondola di cui nel 1994 diviene presidente, carica che tuttora ricopre.
Si interessa di storia della fotografia, specie quella del secondo dopoguerra che vede tra i protagonisti gli autori della Gondola: Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, ecc.
E' stato giornalista pubblicista collaborando con quotidiani e testate periodiche; ha scritto saggi su alcuni dei fotografi italiani di maggior prestigio. Ha curato importanti mostre tra cui “Echi neorealisti nella fotografia italiana del dopoguerra” presentata a Venezia nel 2012.
Come autore, ha ottenuto diverse vittorie in prestigiosi concorsi tra cui il trofeo Cupolone; ha partecipato a tutte le mostre della Gondola. Sue fotografie sono state pubblicate in libri e riviste e scelte per diverse mostre tra cui le recenti “Il paesaggio italiano in fotografia” (anno 2010) a cura di Walter Liva e “La sfida della fotografia” (2012) di Italo Zannier e Denis Curti.
PERCORSO INTERNO (2002)
Dopo il reportage che ha connotato la prima fase della sua produzione, l'Autore si orienta, influenzato anche dall'opera di William Eggleston, sui percorsi minimalisti che egli intende mettere in contrapposizione all'esuberanza estetica di tante immagini contemporanee e ironica risposta al reportage esotico, cercato con insistenza da tanti fotografi lontano dalle mura di casa.
Il percorso interno si sofferma sui dettagli dell'abitazione cogliendo spesso il senso di una metafisica sospensione, di osservazione del divenire di un evento di cui la fotografia non riesce a fermare compiutamente il corso.
COLLAGES (2005)
L'Autore si cimenta con la memoria, di cui la fotografia è sicuramente una delle fonti primarie; lo fa in modo indiretto assemblando reperti di varia provenienza e natura (fumetti, fotografie, libri, oggetti) che diventano testimonianza autobiografica di un lontano passato.
L'operazione non si avvale della moderna tecnologia digitale ma utilizza il riproduttore sotto cui scorrono i vari tasselli che, fotografati in successione, vanno a formare la composizione finale.
E' un gioco affascinante di intarsi, di rimandi, di interpretazioni in cui lo spettatore, al di là delle intenzioni dell'Autore, può riconoscersi e condividere il senso di nostalgia e rimpianto per la stagione della gioventù.
Inaugurazione 18 gennaio ore 18
Kunstraum Cafe' Mitterhofer
via Peter Paul Rainer, 4 - San Candido (BZ)
lun-dom 7-20, da settembre lun-sab 7-20
Ingresso libero