Il canone inverso. L'artista ha cercato di interpretare in senso grafico quello che in musica e' il canone inverso. Presenti anche alcune sculture suggerite dagli studi che Tarli ha intrapreso sulla produzione di Venanzo Crocetti.
“Se prima le mie tracce erano finalizzate alla costruzione e al creare un’immagine comprensibile – ha dichiarato Tarli in una recente intervista - in questa mostra voglio dare un ordine maggiore a queste tracce che non siano soltanto marcanti che delimitano una serie di confini di colore per cui arrivano a creare delle immagini, ma voglio vedere se è possibile interpretare in senso grafico quello che in musica è il canone inverso. È un primo tentativo. Mi sono reso conto che le possibilità sono infinite. Basti pensare che un’opera costruita su quattro moduli, dove ci sono tre o quattro colori diversi a formare delle tracce, può creare infinite combinazioni. Io, ad oggi, sono arrivato a 164.
[…]
Saranno presenti anche alcune sculture che mi sono state suggerite dagli studi che ho fatto sul Maestro Venanzo Crocetti. Non è un’interpretazione di maniera, ma è un cercare di capire profondamente quello che era il pensiero di Crocetti: cosa potesse dare la sua ricerca nella scultura e nella pittura, vedere se oggi, nella totale contemporaneità, si può riflettere sul pensiero e realizzare delle opere. Una cosa fondamentale è la scelta del materiale. Crocetti lavorava il bronzo, il marmo, io uso il policarbonato, un materiale del tutto trasparente che fa intuire l’anima”.
Inaugurazione 25 gennaio ore 18
Museo Fondazione Crocetti
via Cassia, 492 - Roma
Orario: lunedi', giovedi' e venerdi' 11-13 e 15-19 sabato e domenica 11-18 martedi' e mercoledi' chiuso
Ingresso libero