Come costruite dall'aria, le opere esposte riportano i ritmi della terra, del sole e degli infiniti mondi che compongono l'universo. In queste stesse scansioni l'uomo riconosce il flusso della sua anima aerea, della sua vita, circolante nelle vene e nei nervi. Sculture.
=...VOLI...''
Inaugurazione Sabato 6 Dicembre alle ore 18.00
I più recenti lavori dello scultore napoletano unificati da un tema generatore: IL VOLO.
Presentazione di Gianni Cerioli
Quid enim est aliud ventus in aere,
quam fluctus in mari?
Niccolò Copernico
I moti dell'aria
Le sculture di Patrizio Zona producono le stesse fluttuazioni dei corpi che
cadono sulla terra o che s'innalzano verso il cielo. Gli elementi dinamici,
che le influenzano, si muovono intenzionalmente fuori del loro luogo
originario, indifferenti al fatto che da quest'ultimo siano come cacciati o
che da esso si trovino semplicemente fuori. In ogni modo essi esplorano
nuovi spazi ed organizzano nuove forme. Tali elementi strutturali non
compiono mai un movimento semplice, uguale ed uniforme. Sono portati dal
loro peso verso il basso oppure si estendono verso l'alto a liberare
infinite energie. Le forme sono perseguite da correnti e da flussi che
continuamente le plasmano e le modellano. Come costruite dall'aria, le opere
esposte riportano i ritmi della terra, del sole e degli infiniti mondi che
compongono l'universo. In queste stesse scansioni l'uomo riconosce il flusso
della sua anima aerea, della sua vita, circolante nelle vene e nei nervi.
I movimenti dunque si aprono ad infinite sollecitazioni. Sono da un lato gli
impulsi, i cambiamenti, i pesi e le inclinazioni, che determinano l'aspetto
fisico delle sculture, dall'altro sono le sollecitazioni, intese in senso
etico, che le opere suggeriscono. Esse attengono al versante della
motivazione, della causa che determina la presa di una decisione. Richiamano
in causa la responsabilità , l'autonomia, l'indipendenza, la perfettibilitÃ
di noi stessi. Sono intenzioni rinvenibili, con frequenza, nei titoli stessi
che l'artista propone. In questo senso va ''letto'', ad esempio, il bronzo
Totem del volo mai libero. La posizione nello spazio ha un valore relativo,
se non viene precisato il sistema di riferimento rispetto al quale
rapportarsi. La libertà si comporta allo stesso modo, non può volare senza
resistenza, senza avere delle regole a sua volta. Su questo possono trovare
un accordo i filosofi e gli studiosi di meccanica fisica.
Dal momento iniziale a quello finale l'opera propone un processo di
cambiamento. L'osservatore deve percepire insomma l'aspetto temporale in cui
il cambiamento si produce. La scultura fissa un ritmo e nel contempo ne
suggerisce la prosecuzione nello spazio e nel tempo. Diventa mediazione di
passato e di futuro, ritenzione ed estensione del presente della creazione
dell'artista. La descrizione del movimento suggerisce al riguardante
coordinate spaziali sempre nuove. Le sculture di Zona si aprono alla visione
da ogni lato. Non esiste in esse un movimento estensivo che determini un'
angolazione privilegiata. Fusione di punti di vista, ogni opera, nel suo
insieme, si apre totalmente allo spazio. In questo si contestualizza, in
esso determina la propria posizione. La percezione sensibile si dilata in un
continuum tra la scansione progressiva e la simultaneità .
All'interno dello svolgersi delle forme, il prisma e il cilindro diventano
totem. Il mantenimento dell'intenzione temporale si manifesta soprattutto
nella rottura dell'asse verticale della composizione. Se la condizione
abituale delle cose nell'universo è quella di essere in movimento, forze
vive agiscono sul movimento dei corpi. Producono allungamenti, compressioni
e scorrimenti. Degli elementi aerodinamici si rendono manifesti, quasi che
la tensione interna non potesse più trattenerli. Essi acquistano una loro
connotazione estetica precisa all'interno della poetica dell'autore. Il loro
status è assicurato dai cambiamenti che successivamente formano e deformano
le strutture. Le linee spezzate più che l'idea di contenimento, esprimono
ancora una volta quella del movimento. Per questo non sono mai piane ma
distribuiscono accelerazioni e riduzioni con curvature diverse. Tendono a
prolungarsi e ad allontanarsi nello spazio trascinate dal gioco delle forze,
manifeste oppure nascoste, che su di esse agiscono.
Il cerchio e la sfera o, meglio, la suggestione della forma circolare, senza
principio né fine, sembra la più conveniente a comprendere e custodire le
leggi dell'intero universo. Dal centro alla periferia si determinano forze
ma si raccolgono pure vecchie cognizioni e reminiscenze di antichi saperi.
Chi meglio del circolo, infatti, può riportare le cose passate? Chi meglio
del punto centrale può diventare il centro geometrico ma anche ontologico di
tutto il sistema? Evocazioni di spazi fisici sono presenti in queste
sculture, ma vi sono anche paesaggi mentali che riportano il mondo ad un
livello superiore di elaborazione, fatto di forze motrici e di limitazioni.
Eppure le spinte infinite del mondo interiore riconducono sempre all'enigma
nascosto nel suo centro. Soltanto qui hanno un senso le energie presenti,
qui soltanto si producono tutte le trasformazioni della materia e del nostro
essere.
L'apparato grafico, che accompagna la mostra, diventa un modo per entrare
nell'officina dell'autore. I disegni propongono una progettualità che riesce
ad incidere veramente su quello che l'artista vuole distinguere; tra quello,
cioè, che è connesso allo spazio e quello che richiama il senso della vita
interiore di ognuno. Gli elementi aerei invadono il foglio, si organizzano
in effetti dinamici, verificano attriti radenti, saggiano la resistenza del
mezzo. A volte erodono, insistenti, lo schema. Propongono piccoli voli al di
fuori del modello. Sempre occupano una posizione prioritaria e
caratterizzano necessariamente i diversi elementi costitutivi dell'opera.
Voli ascendenti, voli librati, voli planati. Nell'opera di Patrizio Zona non
esiste dunque un'antinomia tra il segno plastico e il segno etico. I moti
dell'aria e quelli dell'animo accompagnano i nostri atti, le nostre azioni.
Sono i testimoni silenziosi delle spinte antagoniste, aberranti,
dissimetriche che cerchiamo di governare prima di essere soggiogati da
automatismi inconsci. Per essere alla fine noi stessi gli autentici piloti
del nostro volo, prima che qualcuno inserisca a nostra insaputa il pilota
automatico.
Galleria 'del Carbone' via del Carbone 18/a, Ferrara