Vertigo e' la personale del pittore Matteo Appignani, protagonista del nuovo ciclo espositivo per il 2014 intitolato Prossimita'/Ulteriorita'.
inner room© per il ciclo PROSSIMITà/ULTERIORITà ha il piacere di presentare la mostra personale di Matteo Appignani “Vertigo”
Con il ciclo PROSSIMITà/ULTERIORITà , inner room© offre attestazione e prova di una ricerca nel pensare che non si affretta verso una affermazione metafisica che si pretende convalidata dal solo fatto di volersi come antidoto contro le derive pragmatico-relativiste e nichiliste dominanti il pensiero attuale ma intende gettare le basi per un discorso nuovo. In questo primo episodio si ha il piacere di presentare le opere di Matteo Appignani pittore.
Desideriamo qui partire da una dichiarazione di Derek Prince che a nostro parere ci introduce nella corretta prospettiva circa l’interazione prossimità e ulteriorità.
“Possiamo vedere la grandezza la sapienza e la potenza di Dio in tanti modi : nella creazione , nei mari , nelle montagne , nelle stelle e il sole e la luna , in tutte le forze potenti che vengono rilasciati in questo universo in cui viviamo (prossimità ndr) . Ma non abbiamo accesso a Lui attraverso queste cose . Esse dimostrano la sua grandezza , ma non lo rendono disponibile per noi.
Ma Dio, nella sua bontà e nella Sua misericordia , ha esaltato soprattutto quelle manifestazioni del Suo potere , due cose : il suo nome e la sua parola . E ha fatto per amor nostro , perché mediante il suo nome e attraverso la Sua Parola abbiamo accesso a lui( ulteriorità ndr) .” DP
In questo assunto le ‘categorie esistenziali’ di prossimità e di ulteriorità anche approfondite in un recente lavoro di Armando Rigobello, vengono secondo noi poste in interazione guardando alla condizione umana, come tensione-verso, desiderio, approccio, esitazione, speranza. Un già e non ancora.
La prossimità esprime quindi una vicinanza tratte¬nuta, una situazione al limite, un arresto che non annulla l’intenzionalità. che ro¬vescia l’intenzionalità disegnando un movimento che va dall’oggetto al soggetto, che muove cioè dal presentarsi di un “volto”, una “ facciata” ci dice Appignani, che ci visita e ci invita ad una con¬vocazione.
L’ulteriorità è ciò che la prossimità ci lascia presagire, è l’apertura di una domanda che si presenta come richiesta di compimen¬to finale, intravisto e mai posseduto. Come un colore assoluto che non per forza indica il vuoto. La prossimità riserva sempre una insuperabile alterità, che non si esaurisce né nella comprensione né nella insormon¬tabile differenza. Perciò l’ulteriorità spinge altre, alla ricerca non di una totalizza¬zione, ma all’incontro nel trascendimento che si sottrae a ogni totalizzazione, orientandosi verso una pienezza di senso, una “parola che ci precede e ci salva”, per dirla alla Paul Ricoeur. Colta nella dialettica di prossimità e ulteriorità la condizione umana si presenta come at¬traversata da una dinamica di trascendimento e come abitata da una richiesta di senso, un senso che deve assumere una connotazione personale, essere cioè una “vita intellettualmente rinnovata”, per non cadere nell’’idolatria.
Il lavoro di Appignani non si arresta all’ermeneutica visuale di differenze che si pretendono non-mediabili, Vuoto Pieno, tratto-colore ma opera un rovesciamento della sintesi passiva, pre-riflessiva, pre-discorsiva, dove il Dire, il primo Dire, genera il discorso. In tal senso un avvenimen¬to pre-linguistico precede il discorso come comunicazione, e l’etica, come prossimità che si istituisce dalla visitazione del volto dell’altro rappresentato dalla facciata intesa anch’essa come discorso che si articola come soglia di un’ulteriorità che lo ha già accolto e quindi preceduto. Un fare artistico operato nel silenzio di campiture estese contigue a segni intelligenti e precisi, dove si respirano le arie tipiche di una certa pittura di chi guarda bagnare l’adriatico. Definiamo quella di Appignani una cuspide formale dell’arte italiana in cui la vena materico-chimica e quella inespressionistico-monocroma partendo dal terreno comune dello spazialismo si incontrano provocando una vertigine alle convenzioni.
Matteo Appignani (Spoltore (Pe), 1977) Pittore da tempo residente a Firenze ha esposto in personali e collettive in gallerie e Musei in italia come il Pan di Napoli, affianca non di rado l’attività di performance pittorica a quella di ricerca in studio Questa è la sua prima mostra all'inner room. www.matteoappignani.it
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Nell’ inner room jewelbox scatola luminosa dove si apprezza l’incontro tra cultura e la manualità artigiana del gioiello d’artista si presenta:
CarLottA j - pizzi
CarLOTTaj è il brand della design fiorentina Carlotta Mazzoni che crea dei leggeri e trasparenti monili con pizzi di grande pregio anche antichi. Le sue composizioni sono pezzi unici realizzati per e sulla persona che mettono in risalto il segno ed il disegno, caratteristica di questa antica tecnica proposta in dei frames geometrici la cui essenzialità esalta il fraseggio dei pieni e dei vuoti. Perfetta assonanza formale con i lavori di Appignani. Una resa estetica della prossimità e ulteriorità. www.carlottaj.it
Il coordinamento e l’allestimento è a cura del Dott. Romeo Giuli
inner room© è una etichetta di produzione artistica nata in Siena originariamente come spazio underground di 7 metri quadrati letteralmente sotto il livello stradale all’interno dello storico negozio fusi&fusi.
Per la sua natura si adatta al dialogo con realtà operative di vario indirizzo: commerciale, alberghiero, imprenditoriale ed altro, apparentemente lontane all’arte contemporanea, riuscendo secondo il suo scopo ad individuare il potenziale il dialogo spazio/opera e favorirne la nascita ed il suo sviluppo coniugando il linguaggio dell’arte alla valorizzazione di senso della realtà che lo ospita. inner room presenta per ogni mostra un gioiello d’artista.
inner room organizza ciclicamente ed in differenti luoghi mostre ed incontri coinvolgendo i talenti dell’arte contemporanea nelle molteplici realtà di ricerca e produzione dell’azienda stessa, il tutto per la crescita spirituale, sociale ed economica delle persone che sono e che passano da Siena. Inner room nasce in continuazione e in discontinuità con la vicenda artistica italiana: l’aspetto continuativo si riferisce soprattutto al carattere performativo della iniziativa; tutti i dettagli sono caratterizzanti un atteggiamento artistico compartecipativo degli autori. L’aspetto discontinuativo è rappresentato dal fatto che gli autori non sono sotto la tutela di colui che li presenta e rappresenta: non più artisti che delegano. In questo senso si rivaluta la tradizione da quella performativa a quella riflessiva ed eremitica. Siamo ovviamente lontani da ogni intendimento di vuota celebrazione rituale: l’umano e il transcendente ritrovano un equilibrio antico.
Opening giovedì 6 febbraio dalle ore 18.00
inner room c/o fusi&fusi
via G.di Mannaia, 15 - 53100 Siena
Orario lun|sab 10.00|13.00 e 15.30|19.30
Ingresso libero