(carne umana e oro) ricostruzione della performance originale di Vettor Pisani: Androgino, carne umana e oro, Roma 1973
Tra rito e teatro, ricostruzione della performance originale di Vettor Pisani: Androgino, carne umana e oro, 1973 Courtesy Mimma Pisani, Roma. Nel 1970 Vettor Pisani si trasferisce a Roma, dove tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria La Salita, dal titolo "Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp", titolo che e' gia' un manifesto di poetica, di un metodo di riflessione e di verifica sull'arte come genealogia del proprio processo creativo fondato sulla sintesi e sul sincretismo intellettuale, fino alla virtualita' stessa della figura dell'artista come ricettacolo multipersonale. La performance "Androgino (carne umana e oro)", realizzata originariamente nel 1973 in occasione della mostra 'Contemporanea', presso il garage di Villa Borghese a Roma, ne condivide i principi. Pisani aggiunge il calco di un petto femminile, in oro, sul petto di un uomo nudo. Sul dorso l'uomo nasconde un coltello che servira' al taglio simbolico di questa mitica natura androgina, determinando la perdita di uno statuto pre-storico in cui i sessi non erano separati, ma tra loro uniti. Il mito dell'Androgino attraversa tradizioni differenti, dalla filosofia greca abbraccia le escatologie gnostiche e cristiane e i Vangeli stessi, simboleggiando l'insistenza verso l'ottenimento di una relazione armoniosa tra principi opposti, la cui esistenza separata, sara' vissuta in modo positivo (tradizione ebraica) o punitivo (tradizione greca). Il titolo della performance esplicita l'essenza del mito come simbolo di ricongiunzione degli elementi maschile-femminile, caricandosi di valenze alchemiche che investono i materiali primari di costruzione dell'opera: carne umana e oro, suggerendo un cammino iniziatico, un 'rituale di passaggio' alchemico, dall'imperfezione alla perfezione, dall'uomo al divino, dal mortale all'immortale. La performance sara' agita in questa nuova versione dall'attore Emilio Vacca. (Immagine: Collezione Italo Tomassoni, Foligno. Foto di Claudio Abate) Ingresso gratuito al Museo per tutte le donne.