Ritratti e architetture. La carrellata di scatti esposti mostra una variegata panoramica di personalita', squarci di vita sociale tra naturalezza e artificiosita'. E' un racconto trasversale fra arte, storia e contemporaneita', narrato con occhio critico e descrittivo.
“Maria Mulas. Ritratti e architetture” è il titolo dell’importante mostra fotografica esposta alla Galleria Francesco Zanuso dal 21 maggio al 5 giugno. La rassegna apre in contemporanea con il Photofestival di Milano, dove l’artista è presente e si collega alla Biennale di Venezia 2014 sul tema dell’architettura. Infatti pone in risalto, tramite un affascinante percorso, i temi più cari della carriera di Maria Mulas: i ritratti e le architetture.
I ritratti di celebri artisti e di grandi personaggi mettono in luce con estremo realismo e a volte con una vena ironica i caratteri personali dei soggetti ripresi, stili di vita, abitudini, atteggiamenti, in un racconto trasversale fra arte, storia e contemporaneità narrato con un occhio critico e allo stesso tempo altamente descrittivo.
La carrellata degli scatti esposti mostra una variegata panoramica di personalità, squarci di vita sociale tra naturalezza e artificiosità, fra cui spiccano la storica critica dell’arte Lea Vergine, affermati artisti quali Louise Bougeois, Henry Moore, Keith Haring, Christo; i ritratti doppi di Joseph Beuys, Claes Oldenburg, Coosje van Bruggen, Bruce Nauman e il nucleo di lavori che ritraggono Andy Warhol.
In uno scritto Rossana Bossaglia esprime in modo esaustivo questo concetto di fare arte “Maria Mulas, celebre fotografa e non soltanto di persone è ricercata e ambita per la libera schiettezza del suo rapporto con l’individuo che ritrae; usa tagli, modi, luci differenti a seconda dei casi, non intendendo ridurre il ritratto a un esercizio di stile; coglie fisionomie ed espressioni, soprattutto capisce subito se il personaggio debba essere fissato in un gesto caratterizzante o sorpreso nel suo dinamismo, se gli giovi un effetto di luce a grandi risalti o limmersione in un’atmosfera diffusa. È, insomma, se stessa senza prevaricazioni, attenta a restituirci non solo figure, bensì personalità…”
Seppure con soggetti completamente differenti, negli scatti delle architetture, continua il sottile gioco fra la visione reale e simbolica di ciò che viene rappresentato. Grazie a manipolazioni della pellicola, realizzate attraverso rielaborazioni manuali, sovrapposizioni, deformazioni, scomposizioni e ricomposizioni, i fotogrammi vengono trasformati in composizioni astratte, dove i richiami alla forme originali sono poco evidenti e talvolta impercettibili.
In Omaggio al Terragni e nelle Astrazione#1 e Astrazione#2 incentrate su New York, create negli anni Settanta e Ottanta, è evidente un forte limite di leggibilità e di visibilità delle strutture reali, celate da elementi simmetrici e speculari, mentre nello scatto Rotonda della Besana del 1972 sono più visibili, nel vorticoso alternarsi di volte e colonne, riferimenti alla struttura architettonica di origine. Un’espressività in continua evoluzione, infatti in Venezia Astratta, così come in altri lavori realizzati negli anni Novanta, il luogo creativamente rappresentato è di più facile identificazione.
Nei ritratti e nelle architetture di Maria Mulas emerge il perfetto connubio fra estetica e tecnica ed affiorano larmonia, il ritmo e il sentimento, tratti evidenti della sua poetica.
Note biografiche:
Il percorso creativo di Maria Mulas prende avvio a Milano negli anni Sessanta, con la realizzazione di fotografie ispirate al mondo del teatro e al tema del ritratto, soggetto che sarà ripreso costantemente nellitinerario espressivo dell’artista e che costituirà uno degli elementi poetici sostanziali del suo lavoro.
La prima mostra personale della Mulas è dedicata ad una selezione di ritratti che rivelano uno sguardo attento alla critica sociale e viene ospitata alla Galleria Diaframma di Milano nel 1976; a questa occasione espositiva segue nel 1979 la rassegna alla Galleria Il Milione di Milano, dove sono presentati al pubblico ritratti di intellettuali, risultato di un esperimento tecnico con lobiettivo grandangolare 20 mm effettuato durante la Biennale ’78 e al P.A.C. nel ’79.
Nello stesso anno, con Lea Vergine, in alcune città europee, esegue un lavoro sulle artiste attive nelle avanguardie storiche, arrivando a realizzare ritratti che verranno esposti nella mostra “L’altra metà dell’avanguardia”, tenuta al Palazzo Reale di Milano e al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 1980. Successivamente espone con mostre personali e collettive in importanti gallerie e spazi pubblici fra cui la Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1990, Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1991, Palazzo Reale di Milano nel 1998 e nel 2012, il Museo Pecci di Prato nel 2013.
L’arte di Maria Mulas è esposta stabilmente in vari musei e sul suo lavoro hanno scritto importanti personalità del mondo dell’arte quali Francesco Bonami, Achille Bonito Oliva, Rossana Bossaglia, Vittorio Sgarbi, Lea Vergine, Stefano Zecchi.
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testi e immagini scaricabili alla pagina
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Inaugurazione: mercoledì 21 maggio, ore 18
Galleria Francesco Zanuso
corso di Porta Vigentina, 26 (interno) Milano
15.30-19 e su appuntamento
ingresso libero