Sguardi. Sculture che raffigurano quasi sempre giovani donne, leit-motiv nell'iconografia di Cornini, riprese in pose languide e abbandonate, in un momento della loro vita fissato nella materia.
a cura di Silvia Fabbri
Marco Cornini, scultore milanese che ha esordito giovanissimo nel mondo dell’arte contemporanea, appena ventiduenne, ha scelto di utilizzare da sempre, fin dalle sue prime opere, come materiale privilegiato, se non esclusivo, la terracotta mostrando una straordinaria coerenza e fedeltà a un mezzo espressivo spesso considerato “minore” o almeno solo di passaggio verso supporti più nobili e resistenti. Ma Cornini negli anni, mostra dopo mostra, ha trasformato questa sua scelta coraggiosa in virtuosismo espressivo e abilità tecnica, acquisendo un’esclusiva raffinatezza e precisione nel lavorare e plasmare il modellato, nell’utilizzare e mescolare terre e pigmenti, scegliendo e sperimentando cotture e sovrapposizioni, accostamenti di smalti e colori, con lo sguardo moderno e divertito di un novello alchimista alla ricerca della pietra filosofale.
In questa mostra, in cui vengono esposte una quindicina di sculture di varie dimensioni, sono raffigurate quasi sempre giovani donne, leit-motiv nell’iconografia di Cornini, riprese in pose languide e abbandonate, in un momento della loro vita fissato per sempre nella materia, assoluto, talvolta colte con volti dagli sguardi meditabondi, impauriti o sognanti ad aprire un inaspettato varco in un’intimità che ci appare all’improvviso, malinconica o distratta. Donne ieratiche nell’immobilità resa quasi sacrale dalla materia della terracotta, che sembrano ricordare nell’eleganza e nell’essenzialità di tratti e profili gli altorilievi etruschi, ma insieme modernissime nei loro modi, nei vestiti e nelle pose, ragazze di tutti i giorni dalle gonne succinte e immerse in storie d’amore o di affetti quotidiani. “A me interessa raccontare storie e sentimenti,” racconta Cornini “senza sentirmi costretto a rimanere aderente alla materia e all’assoluto realismo: anzi, spesso forzo particolari e tratti delle mani e dei volti perché possano esprimere quello che a me interessa far dire loro. D’altra parte, mi ha sempre affascinato la scultura antica perché essenziale ed intensa, come le sculture greche arcaiche e gli altorilievi etruschi, che hanno un forte potere simbolico ed emblematico”.
Così in queste sculture eleganti e raffinate, insieme antiche e modernissime, con un linguaggio reso dall’artista universale e assoluto, sono raccontati momenti e sentimenti della nostra contemporaneità, colti in una sorta di meraviglioso palcoscenico in cui si susseguono senza soluzione di continuità tranches de vie estremamente poetici e onirici.
Inaugurazione mercoledì 25 febbraio dalle 18.30
Galleria Francesco Zanuso
corso di Porta Vigentina, 26 (interno) Milano
lun-gio 15.30-19.30
ingresso libero