Lo sguardo di medusa. Le opere realizzate da Fernando Rea per la mostra Lo sguardo di Medusa sono il risultato della sua ricerca sul mito degli ultimi tre anni, che da lui intrapresa perlomeno dagli inizi degli anni '90 e teorizzata nel '93 con il manifesto della Mitarte, dimostra oggi raggiunte nuove soluzioni interpretative attraverso l'osmosi di procedure piu' tradizionalmente artistiche con altre di origine tecnologica. Anche gli antichi miti classici risultano di conseguenza aggiornati sulle attuali mitografie metropolitane verificate sul confronto con la comunicazione mediatica della carta stampata dei rotocalchi.
Lo sguardo di medusa
Martedì 3 febbraio 2004, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori
Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Fernando Rea. Lo
sguardo di medusa, curata da Ivana D'Agostino.
La mostra, è il secondo appuntamento del ciclo Immagini Materie Segni, in cui i
critici Ivana D'Agostino e Loredana Rea presentano nell'arco di tempo compreso
tra gennaio e giugno otto artisti - oltre a Rea,Giuliano Mammoli, Barbara
Gurrieri, Angelo Brugnera, Diana Ferrara, Antonella Capponi, Minou
Amirsoleimani, Claudio Granato - differenti per formazione, scelte e,
soprattutto, modalità espressive.
Seguendo tre grandi direttrici della ricerca artistica, rappresentate
emblematicamente dalle continue sperimentazioni intorno all'immagine, alla
materia e al segno, l'intento critico è quello di riflettere sul presente, per
cogliere le motivazioni vere delle pratiche espressive e le direzioni tangenti o
divergenti dei criteri metodologici e progettuali e restituire, poi, uno
spaccato, certamente incompleto, ma sicuramente vitale della contemporaneità .
Le opere realizzate da Fernando Rea per la mostra Lo sguardo di Medusa sono il
risultato della sua ricerca sul mito degli ultimi tre anni, che da lui
intrapresa perlomeno dagli inizi degli anni '90 e teorizzata nel '93 con il
manifesto della Mitarte, dimostra oggi raggiunte nuove soluzioni interpretative
attraverso l'osmosi di procedure più tradizionalmente artistiche con altre di
origine tecnologica. Anche gli antichi miti classici risultano di conseguenza
aggiornati sulle attuali mitografie metropolitane verificate sul confronto con
la comunicazione mediatica della carta stampata dei rotocalchi.
Seppure le sue opere precedenti il 2001, realizzate a volte con formati
allungati in verticale od orizzontale, già alludessero al linguaggio
divulgativo delle strips dei fumetti, pur avvalendosi ancora di una esecuzione
pittorica e di messe in scena ludicamente teatrali, è solo successivamente a
questa data che l'attenzione dell'artista si concentra maggiormente
nell'adesione tra il mito e il messaggio pubblicitario.
Infatti Rea pur rimettendo in gioco con le opere Lo sguardo di Medusa tutti i
temi nodali della sua sperimentazione passata e presente, dall'alchimia
esoterica al doppio speculare , ai miti naturistici all'uso del macro e del
micro, risolve adesso i suoi nuovi miti, i vari Mercurio, Amazzoni, Paride
realizzandoli con foto ritagliate dai giornali, assemblate e ritoccate
pittoricamente. Matrici, quindi, potenzialmente duplicabili all'infinito in
copie ingrandibili o riducibili per intero o per parti, falsate nei colori resi
ancora più squillanti dalle riproduzioni fotomeccaniche laccate a cui sono
sottoposte.
Gli elementi acqua e terra, il Mito di Orfeo e di Flora, i grandi e più piccoli
formati del Giudizio di Paride, di Ninfa, realizzati in negativo e positivo, si
dispongono nello spazio come lungo i muri della metropolitana. Quasi grandi
manifesti, delle affiches dagli spazi aprospettici dove i nuovi miti delle top
model e delle ragazze immagine trasmutano in Amazzoni e Dee Fortuna dalle pose
studiate delle riviste di moda.
Amazzoni
Le erinni
Naiadi
Ninfe
Inaugurazione: Martedì 3 febbraio 2004, alle ore 18,00
L'esposizione rimarrà aperta fino al 20 febbraio, secondo il seguente orario:
dal martedì al venerdì dalle 17 alle 20.
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
via Ercole Bombelli 22, 00149 ROMA - 06.5578101