Cecilia Luci
Annika Larsson
Chittrovanu Mazumdar
Guglielmo Castelli
Nemanja Cvijanovic
Anna Franceschini
Andre' Romao
Marco Tonelli
Fabiola Naldi
Benedetta Carpi De Resmini
Paola Ugolini
Cecilia Luci: una ricerca mirata alla ricostruzione di paesaggi interiori attraverso stranianti fotografie. Annika Larsson: due video e un'installazione sui temi controversi della storia dell'occidente. Chittrovanu Mazumdar: due grandi installazioni per un viaggio tra storie private e reminiscenze visuali indiane. Artisti in residenza #5: progetti inediti di Guglielmo Castelli, Nemanja Cvijanovic, Anna Franceschini e Andre' Romao.
12.06.2014 — 07.09.2014
Cecilia Luci
Made in water
“Made in Water” è la seconda mostra personale di Cecilia Luci in uno spazio pubblico (dopo quella di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto, curata da Gianluca Marziani nel 2012). Artista intenta ad unire un personale immaginario visivo con un uso sapiente della macchina fotografica, Cecilia Luci, dopo aver abbandonato la tematica della figura umana, ha intrapreso una ricerca mirata alla ricostruzione di paesaggi interiori attraverso la combinazione di oggetti di uso quotidiano disposti in liquidi trasparenti come l'acqua. Le geometrie astratte, o le inaspettate metamorfosi che avvengono durante queste combinazioni, danno vita a stranianti fotografie che fanno della trasparenza stessa una sorta di filtro psicologico e formale che ripara memorie e ricordi, spersonalizzandoli con un forte accento estetizzante.
Gli studi intrapresi da Cecilia Luci tra 2001 e 2005, prima con Alejandro Jodorowski e poi con Bert Hellinger e infine con Laura Quinti e Stefano Silvestri, collegano la sua iconografia al tema delle costellazioni familiari e della psicomagia come forme alternative di visione del reale, pronte poi a riattraversarlo con soluzioni differenti e metamorfiche.
Le 25 opere presentate in questa mostra provengono dall'ultima ricerca dell'artista sul filo fragile della memoria, sul destino disegnato per chi è in grado di leggerlo, sulla rottura come possibilità di ricostruzione, sul tempo come filtro di memorie e ricordi.
La mostra a cura dei critici Marco Tonelli e Fabiola Naldi. Catalogo bilingue a cura di De Luca Editori d'Arte, con testi introduttivi dei curatori.
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12.06.2014 — 20.09.2014
Annika Larsson
Introduction
a cura di Benedetta Carpi De Resmini
Introduction è la prima esposizione personale presso un’istituzione pubblica italiana dell’artista svedese Annika Larsson. La mostra propone al pubblico le opere più recenti dell’artista, con due video – Blue (2014) e E.A.V. (2011) - insieme ad un’ampia installazione che ne elabora ulteriormente il discorso critico. Introduction è un progetto nato in collaborazione con l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, dove attualmente l’artista è in residenza fino al prossimo dicembre. La ricerca di Annika Larsson in questa mostra si concentra su temi controversi della storia sociale dell’occidente moderno e contemporaneo.
Nel film Blue l’artista trae ispirazione principalmente dal libro che Georges Bataille scrisse nel 1935, L’azzurro del Cielo, pubblicato solo nel 1957 perché ritenuto troppo intimamente personale. Questo romanzo, scritto poco dopo l’ascesa al potere, in Europa, dei governi totalitari, porta i segni premonitori dell’avanzata del fascismo e dell’imminente guerra: “Quando lessi L’azzurro del cielo per la prima volta nel 2010, afferma Larsson, rimasi sbalordita per i numerosi parallelismi con la storia e gli eventi dell’Europa di oggi.”
Attraverso una riflessione approfondita sulle parole di Bataille e le ispirazioni sulle mostruose anomalie della nostra società contemporanea, l’artista ha avviato una ricerca sui video footage che la gente ha caricato online negli ultimi anni. Facendo una ricerca su internet attraverso parole o situazioni chiave del libro, il risultato è stato un viaggio attraverso l’Europa di oggi.
L’artista, con un’attenta selezione di immagini forti, ipnotiche, alcune volte provocatorie, pone l’accento sui fondamenti stessi della società odierna, che dovrebbe garantire la libertà di espressione e di dissenso, sensibilizzando il pubblico verso i rischi, i confini e le derive del sistema democratico.
Nell’installazione del MACRO convergono diverse componenti, anche contrastanti, ispirate integralmente all’opera di Bataille: immagini accattivanti e sgradevoli si alternano costantemente arrivando a tracciare un’intensa immagine della nostra storia contemporanea. I concetti di ciclicità storica, di relatività e soggettività interpretativa sono al centro dei due video in mostra. Lo spettatore viene quindi disorientato attraverso questo costante susseguirsi di immagini che accentuano la forza d’impatto sia razionale che psicologica ed emotiva dell’intera installazione.
Annika Larsson. Nata a Stoccolma nel 1972, risiede attualmente a Berlino e lavora principalmente con il video. Le sue opere trattano temi come il potere e l’impotenza, l’emozione e la percezione. Studia al Royal College of Fine Arts, Stoccolma. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali presso musei come Le Magasin, Grenoble, Kunstalle Nürnberg, Museum fü Gegenwartskunst, Basel, Sala Montcada – Fundacion La Caixa e ICA. e in Rassegne internazionali come la 49. Biennale di Venezia, 2001, 6. Biennale di Shangai, 2006, Festival internazionale del cinema di Berlino, 2011.
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12.06.2014 — 20.09.2014
Chittrovanu Mazumdar
And what is left unsaid…
a cura di Paola Ugolini
Prima personale in Italia dell’artista franco-indiano Chittrovanu Mazumdar, And what is left unsaid… è costruita sulla contrapposizione di due grandi installazioni che aprono il percorso espositivo — in cui i colori dominanti sono rispettivamente il nero dei monoliti interattivi in ferro e il rosso della seconda installazione — che si chiude quindi con una videoinstallazione.
Il titolo della mostra, And what is left unsaid…, descrive una melanconica e rassegnata presa di coscienza dell’impossibilità di esprimere se stessi fino in fondo, e rispetto alla quale le opere diventano la rappresentazione di ciò che, inespresso, riempie i nostri ricordi. Utilizzando materiali molto diversi come legno, ferro, tessuti, fiori, fotografie, video, suoni e luce, l’artista crea molteplici stimoli multisensoriali attraverso i quali egli racconta frammenti di storie, inclusa quella sua personale. Le immagini di Mazumdar conducono nel territorio ambiguo del non detto, del non manifestato, come un amore clandestino che non può essere rivelato e lascia sempre qualcosa in sospeso, latente e bloccato, nei due amanti che tornano alle proprie vite.
La mostra è una sorta di viaggio visivo che ci trasporta, accompagnati da una tensione intellettuale ed estetica, tra storie private, reminiscenze visuali dell’India - con i suoi colori, i suoi suoni e le sue luci - e il patrimonio culturale occidentale dell'artista.
Chittrovanu Mazumdar (Parigi, 1956), vive e lavora a Calcutta. Presente sulla scena artistica indiana da circa trent’anni ha al suo attivo numerose personali a Calcutta, Mumbay, New Delhi, Dubai e Parigi.
La mostra è stata realizzata con il patrocinio della Embassy of India Rome.
Sponsor tecnico: Uber
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12.06.2014 — 24.08.2014
Artisti in residenza #5 - Studio Show
Studio Shows è la mostra finale della quinta edizione del programma Artisti in residenza. Gli artisti Guglielmo Castelli, Nemanja Cvijanović, Anna Franceschini e André Romão, selezionati per i quattro mesi di residenza, iniziata a febbraio 2014, presentano i progetti inediti realizzati durante la loro permanenza. Il programma Artisti in residenza, è il primo a essere promosso da un museo pubblico italiano ed è parte integrante della programmazione del MACRO che vuole proporsi come centro di diffusione e di produzione culturale.
Studio#1. Anna Franceschini (1979, Pavia)
Fatale è stato l'incontro con una nota figura della capitale, Mago Guarda – questo l'appellativo che la città gli ha attribuito - un fool migrante, i cui giochi di prestigio costituiscono per l'artista un rimando al cinema delle origini, all'empirismo ridicule di Edison, ai trucchi fumosi di Méliès e alla realtà fuor di misura dei fratelli Lumière.
A guidare il progetto di Anna Franceschini è stato l'atto linguistico "Guarda! Guarda!", un imperativo che ne ha orientato l'intera produzione, da sempre rivolta al cinema come fatto percettivo e al film inteso come esperienza di visione.
Anna Franceschini presenta una serie di immagini sperimentali che resituiscono l'autopsia che l'artista ha condotto, in un primo momento, sul repertorio oggettuale utilizzato dal Mago Guarda e, in seguito, sulle meravigliose invenzioni della contemporanea physique amusante scovate in negozi specializzati.
L'artista con le sue riprese filmiche invita l'osservatore a sospendere la propria incredulità di fronte all'immagine in movimento e a godere della sua essenza ubiqua, in costante vibrazione tra natura e artificio.
Studio#2. Nemanja Cvijanović (1972, Rijeka)
"Occulta" è uno dei due progetti che Nemanja Cvijanović presenta al MACRO. Sei pastori, realizzati in maniera tradizionale, in collaborazione con Jusana Hopas, rivisitano alcune scene di tre capolavori del cinema internazionale, individuate dall'artista per la forte connotazione politica e per l’attivismo culturale. "L' Albero di Guernica" di Fernando Arrabal, dove in maniera grottesca il regista fa emergere la complicità criminale della Chiesa nella guerra civile di Spagna, "Salò o Le 120 giornate di Sodoma" di Pier Paolo Pasolini, metafora del potere dettato e agitatore delle coscienze assopite degli italiani, "La salita" (un episodio di "I Vesuviani") di Mario Martone, un film sulle incapacità di una sinistra parlamentare che si rivela incoerente nel mettere in pratica i propri ideali politici.
Con un simile approccio, anche il secondo progetto, che verrà presentato in uno step successivo, propone una rivisitazione della famosa serie di mosaici realizzati da Gustav Klimt fra il 1905 e il 1911 per il Palais Stoclet di Brussels.
Coerentemente alla sua pratica, Nemanja Cvijanović conclude il periodo di residenza avviando un processo di interrogazione sulle nuove forme dell'imperialismo e colonialismo, proprio attraverso la rilettura di episodi che hanno caratterizzato la storia dell'Europa nell'ultimo secolo.
Studio#3. Guglielmo Castelli (1987, Torino)
Guglielmo Castelli per il suo progetto al MACRO é partito dal principio metodologico formulato dal filosofo e frate William of Ockham nel XIV sec. Noto come "Il rasoio di Ockam", il principio vuole evitare la formulazione di teorie aggiuntive per spiegare un dato fenomeno, se quelle esistenti sono già sufficienti alla dimostrazione del fenomeno stesso. La metafora del rasoio, che elimina quindi le teorie aggiuntive, è servita all'artista per mettere in discussione i parametri di giudizio di valore e per riflettere sulla relatività della formulazione di un pensiero. I personaggi dei lavori di Guglielmo Castelli, restituiti attraverso la liquidità del colore e della pittura, sono per l'appunto figure incategorizzabili che vogliono sfuggire alla loro stessa forma e, quindi, alle leggi preesistenti. Questi personaggi antropomorfizzati su fondi monocromi tentano affannosamente, di compiere gesti, interagendo con oggetti che sono in realtà ostacoli e non supporti a loro stessi.
Le opere realizzate durante la sua residenza - tele di vario formato e una scultura - ci sussurrano quanto il fallimento e la caduta non sono intesi dall'artista come fine, ma, al contrario, come punto di partenza.
Studio #4. André Romão (1984, Lisbona)
"L'oggetto ha una presenza umana, cominci a riconoscerne la sagoma, ha la forma di una testa ,[...] due cavità scure piazzate simmetricamente su una superficie bronzea e ricurva. Ti guarda con i suoi occhi vuoti, e tu non puoi fare a meno di ricambiare lo sguardo". Un dialogo fra tre personaggi – un fantasma, un attore e una testa - compone un discorso sul tema del desiderio, che seppur nella sua invisibilità, è percepito com un fantasma, un attore e una testa - un discorso sul tema del desiderio, che seppur nella sua invisibilità, è percepito come impulso predominante alla base della comunicazione. "A nervous smile" è il titolo della mostra che conclude la residenza di André Romão, una collezione dove found footage di pubblicità commerciali, , immagini di statue di bronzo senza occhi e componimenti poetici condividono lo stesso scenario concettuale.
Immagine: Cecilia Luci, In acqua, 2013
Ufficio stampa Studio Martinotti, +39 348 7460312, martinotti@lagenziarisorse.it
Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura Patrizia Bracci + 39 06 82077337 p.bracci@zetema.it
Inaugurazione 12 giugno ore 19
MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma
via Nizza 138 — 00198 Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €. Tariffa ridotta: non residenti 10,50 €, residenti 9,50 €.