Istituto Svizzero
Milano
via Vecchio Politecnico, 3
02 76016118 FAX 02 76016245
WEB
Newpressionism in Milan
dal 9/6/2014 al 24/7/2014
lun-ven 11-18; sab 14-18, chiuso dom e festivi

Segnalato da

Carola Serminato




 
calendario eventi  :: 




9/6/2014

Newpressionism in Milan

Istituto Svizzero, Milano

1,11,111. La mostra funziona come un vero e proprio computer: lo spazio espositivo diventa il desktop, lo schermo analogico, sul quale verranno visualizzate le opere d'arte.


comunicato stampa

Ñewpressionism in Milan, 1,11,111
è la prima dimostrazione pubblica di un concetto e di una tendenza artistica i cui aspetti essenziali si stanno formando e afferrando tutt’oggi. Questo evento pubblico nasce a partire dalle ipotesi prodotte nel workshop realizzato dall’artista Miltos Manetas a marzo 2014 per Studio Roma, programma transdisciplinare sul contemporaneo.

Artisti, architetti, designer, scrittori, compositori e autori svizzeri e internazionali stanno rispondendo a Ñewpressionism con degli spunti creativi che oscillano dalla concretezza dell’opera d’arte all’immaterialità dell’idea espressa attraverso la referenza o la parola.

La mostra funziona come un vero e proprio computer: lo spazio espositivo dell’Istituto Svizzero a Milano, trasformato per l’occasione dall’architetto Sebastian Bietenhader, diventa il desktop, lo schermo analogico, sul quale verranno visualizzate alcune opere d’arte tra quelle accumulate fino ad oggi nella memoria dinamica di Ñewpressionism.

Ñewpressionism si manifesta, come avviene per le proiezioni luminose, intersecando la superficie solida della materia ma si definisce anche attraverso l’immateriale incontro tra un nome e un pensiero. Si propone come una diversa visione della realtà, una proiezione dello spirito sulla Natura che combina il principio digitale – ovvero quel processo di rappresentazione binaria, numerico e ripetibile – con formule associative approssimate, sfumate e dense come appunto quelle generate dall’analogia.

Ñewpressionism vuole attraversare lo schermo che oggi è parte stessa della natura. Lo schermo proietta, trasmette, traduce ma anche protegge, nasconde e delimita. Gli schermi ci proteggono da una visione ampia, ci isolano dalla “interezza” mostrando solo una parte, un frammento alla volta e non ci permettono di cogliere l’“impressione”, la sensazione del “Paesaggio intero”. Nel mondo digitale c’è ancora tutta una natura da svelare che effettivamente non è codice e che appartiene al regno dei sensi.

Per esprimere il digitale a pieno abbiamo quindi bisogno di tornare alla Pittura, alla Stampa, alla Scultura e a tutte le tecniche analogiche che producono elaborate computazioni e esempi di calcoli cerebrali che cambiano con il tempo. I risultati che producono sono enigmi prima ancora che spiegazioni e quando ciò diventa opera d’arte, questi lavori possono anche essere considerati computer: tele, bronzi, libri che “calcolano” in universi multipli e non si limitano a simulare ciò che chiamiamo “passato”, bensì producono quel che definiamo “futuro”.

In questo modo, stiamo cercando di registrare il “ñuovo” (il ~ sopra la n rende la parola Ñewpressionism vecchia in un modo completamente nuovo) su ciò che sta accadendo adesso. Stiamo iniziando a fissare in modo più chiaro (sulla nostra percezione? sulla nostra memoria?) il lato robotico della natura umana. Fatto ciò, possiamo esaltare il nostro lato non robotico, vale a dire, l’insieme di ermetiche connessioni che ci piace chiamare coincidenza universale.

Il tentativo di Ñewpressionism è catturare l’intera essenza: essenza tecnologica e naturale. Vuol dire provare, ancora una volta, a raggiungere e fare uso di un “realismo più profondo” qualcosa di nuovo che possa sembrare leggero, facile e non troppo concettuale a un primo sguardo. Qualcosa di “impressionistico”.

Inaugurazione 10 giugno ore 18.30

Istituto Svizzero
via Vecchio Politecnico, 3 Milano
lun-ven 11-18; sab 14-18, chiuso dom e festivi
ingresso libero

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