Mondrian Suite
Roma
via dei Piceni, 41/43
06 45436921 FAX
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Francesca Fini
dal 26/6/2014 al 28/6/2014

Segnalato da

Lori Adragna



approfondimenti

Francesca Fini
Lori Adragna



 
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26/6/2014

Francesca Fini

Mondrian Suite, Roma

Mother-Rythm. Video, reliquie e performance. Un cammino dentro se' stessa, dove l'interrogarsi significa guardare senza timore di destrutturarsi.


comunicato stampa

a cura di Lori Adragna

Il 27 – 28 - 29 giugno 2014 Mondrian Suite Contemporaryartspace presenta Mother-Rythm / video, reliquie, performance di Francesca Fini a cura di Lori Adragna. Il progetto trae origine da una riflessione sul rapporto conflittuale tra l’artista e sua madre “due donne forti, dai caratteri assolutamente opposti, destinate a ferirsi reciprocamente senza saperlo”, afferma la stessa Fini.

Con un linguaggio sperimentale che mescola documentario di creazione, manipolazione di materiale di repertorio e performance art, l’idea si è andata sviluppando come un diario aperto che ha assemblato nel corso del tempo, materiali eterogenei: video, interventi performativi, elaborazioni digitali, testi, manufatti, installazioni. Punto di partenza un trolley zeppo di fotografie. Qui, conservate come reliquie, foto/testimonianze che la madre dell’artista ha raccolto – e continua compulsivamente a raccogliere - insieme con la storia della famiglia e che l’autrice ha paragonato al suo patrimonio personale: poche decine di immagini di vita privata, nulla che riguardi la sfera personale; ma d’altra parte, l’ossessione quasi maniacale nell'archiviare materiali che appartengono al proprio lavoro. Ecco allora che tra le due s’innesca una possibile chiave di contatto nel territorio quasi sacrale della catalogazione, smorzando contrasti, producendo inediti rimandi e connessioni.

L’artista ha concepito il progetto, come un cammino dentro e fuori sé stessa, dove l’interrogarsi sulla madre reale -fatta di carne e ossa- utilizzando gli strumenti dell’arte, significa guardare senza timore di destrutturarsi, quella interna -peraltro non meno reale- integrandone le ambivalenze. Il percorso si dipana dal video nella prima sala della galleria a partire dal simbolico pasto con le uova d'oro. Ogni tappa successiva serve a sviscerare una sorta di ‘tema del materno’ enunciato nel video. Come l’installazione nel corridoio: strisce di carta bianca appese al soffitto con su scritte le "maledizioni" trasmesse da madre in figlia. Nella sala grande tre videoinstallazioni, oggetti performativi utilizzati nel video, come la macchina da scrivere con i chiodi al posto dei tasti, un pezzo di torta con l'immagine del sorriso materno, sbocconcellato e congelato su un piatto, la maschera utilizzata all'inizio della performance come in un rituale psicomagico. Ognuno degli oggetti riverbera vissuti personali, ma al tempo stesso, immagini archetipiche interiori legate al doppio, al femminile dell’inconscio protettivo/divorante. In fondo alla sala, un’installazione realizzata con le foto originali della famiglia, che compongono una specie di albero genealogico. La storia familiare, per certi versi, assume i toni della fiaba domestica ed è affidata alla manipolazione digitale delle vecchie immagini. Una rielaborazione creativa, che, dal linguaggio documentaristico si trasferisce nel reame della videoarte diventando espressione. Così i meccanismi del documentario sono disinnescati dal surrealismo videoperformativo e l’autrice trova il modo di avvicinarsi alla madre intrufolandosi nelle sue vecchie fotografie, accompagnandola nelle diverse età della sua vita. È un cortocircuito in cui spazio e tempo collassano, in cui MOTHER pronunciato al contrario ha lo stesso suono di RYTHM (ritmo).

Stili e modalità diverse di racconto si sovrappongono e si compenetrano in un viaggio in cui il tempo si flette fino a fare incontrare le due donne in una dimensione a-storica ma piena di senso, "perché è in questo incontro impossibile - scrive l’artista - che si raggiunge il senso della mia vita profondamente segnata da questo confronto”.

La performance prevista alle ore 20.00, rappresenta un invito a partecipare a questo viaggio e riserva un intervento “a sorpresa”. Come in tutte le azioni performative, è chiara solo l’intenzione mentre il risultato sarà del tutto imprevedibile.
Madri e figlie sono le benvenute e verranno omaggiate di un piccolo dono.

Francesca Fini si occupa di new media e performance art. I suoi progetti affrontano sempre tematiche dalla forte componente sociale e politica “mettendo in scena un corpo amplificato dalla tecnologia che però mantiene intatta la sua natura animale e biologica” (da "Francesca Fini, l'immagine conturbante" di Alessio Galbiati per Rapporto Confidenziale - Digicult). Nelle sue performance e nei video lavora spesso con tecnologie lo-fi, dispositivi di interaction design fatti in casa, audio e video generati dal vivo, hackerando e manipolando oggetti di uso quotidiano: telecamere di sorveglianza, wiimote, webcam, sensori domestici ed elettrodi terapeutici. Tutti questi strumenti sono utilizzati per esplorare la realtà nelle sue manifestazioni più inquietanti e svelarne il risvolto ironico.

Con una profonda formazione come artista digitale, ha lavorato per 15 anni nel campo della produzione tv. Nel 2000 incontra l’artista americana Kristin Jones e collabora con lei al progetto “Tevereterno”, creando installazioni per la città di Roma.
Tra gli eventi di rilievo a cui ha preso parte negli ultimi anni citiamo la WRO Biennale di Wroclaw del 2011, dove era in programma nella sezione performance insieme a Stelarc e Istvan Kantor, il Festival ADD al Museo Macro di Roma, la finale del Premio Arte Laguna a Venezia e del Celeste Prize a New York, il Film Festival di Montpellier, il Berlin Directors Lounge, il FILE Electronic Language International Festival in Brasile, Fonlad Digital Art Festival, CologneOff e Magmart Videoart Festival, che ha vinto nel 2010, 2012 e 2013.

Nel 2012 è stata invitata a partecipare alla “Venice International Performance Art Week”, a cura di VestAndPage, che ha ospitato tra gli altri il lavoro di Valie Export, Jan Fabre, Yoko Ono, Boris Nieslony e Hermann Nitsch. Nel 2013 vince la “Fonlad Performance Art Residency” per preparare una nuova performance a Coimbra, con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura, e viene invitata a Chicago per il Rapid Pulse International Performance Art Festival.

Nel 2014 è invitata a Santander, in Spagna, per il Gallery Weekend e a Londra, per la mostra Modern Panic IV, insieme a nomi come Jodorowsky ed Erik Ravelo. Nel 2014 è stata selezionata per il Margaret Guthman Musical Instrument Competition, il premio per le arti elettroniche sponsorizzato dal Georgia Institute of Technology di Atlanta. Nel 2014 è stata invitata a Kolkata, India, per il festival di arti performative "Ghosts of Shakespeare" e per una lecture al Satyajit Ray Film and Television Institute. Ha recentemente vinto una borsa di studio per partecipare al Watermill Center Summer Program 2014, diretto da Robert Wilson, New York.

Inaugurazione venerdì 27 giugno, ore 19.00
Alle ore 20.00 performance di Francesca Fini

Mondrian Suite Contemporaryartspace
Via dei Piceni 39/41/43 Roma
ingresso libero

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