Show can't go on. Tre opere video che riflettono sulla solitudine, sull'isolamento, sul disincanto e sulla perdita delle certezze nella societa' contemporanea.
a cura di Maurizio Vanni
Tre opere video per tre temi che si intrecciano inevitabilmente e ci riportano ad un’amara riflessione sul mondo di oggi: “370 New World”, “The choir” e “Default” riuniti per la personale del noto videoartista Marcantonio Lunardi, dal titolo “Show can’t go on”, a cura di Maurizio Vanni, saranno proiettati nella Sala Videoarte del Lu.C.C.A. dal 5 luglio al 5 ottobre 2014 (ingresso libero).
Frustrazione, isolamento, perdita di identità, disincanto, sconvolgimento dei valori primordiali, eccessivo e passivo utilizzo della tecnologia, omologazione verso le scelte di massa, consapevolezza dell’essere attraverso l’apparire: sono queste le sensazioni percepite da chi osserva in modo critico la quotidianità del terzo millennio. “Una prigionia non necessariamente fisica – scrive Vanni – che ci fa sentire lontani da ogni forma di cultura e, al tempo stesso, trasforma lo specchio in qualcosa che riflette impietosamente l’immagine della confusione che ci pervade. Non riusciamo a vedere oltre e la comunicazione 2.0 diventa un metadone che accentua la solitudine dell’anima. Per sentirci meno soli ci buttiamo sulla televisione, unica vera fonte di ciò che chiamiamo realtà. Lo show business è degenerato e pretende di fidelizzarci con un finto sapere facile e popolare: tutto sembra alla nostra portata e ci fa sentire importanti, ma in realtà ci sta trascinando in una dimensione di sola superficie. Perfino le arti, per poter essere considerate tali, devono fingere di provenire da un monitor”.
Che cosa deve fare l’uomo per riprendersi la propria vita? Deve ricominciare a sognare, a coltivare coscienti illusioni e a credere nel futuro? Marcantonio Lunari ci sta raccontando la favola vera della vita del qui e ora. Andiamo a cercare nelle sue immagini perché “Show can’t go on”.
SINOSSI VIDEO:
370 NEW WORLD (05':08”)
370 New World è un'opera sulla solitudine generata dalla crisi sociale ed economica che ha attraversato l’Europa negli ultimi dieci anni. L’isolamento umano che viene mostrato allo spettatore è ormai parte integrante del vivere quotidiano di molte persone. L’autore propone la sua creazione come uno specchio in cui l’osservatore può riconoscere alcuni aspetti della propria vita.
THE CHOIR (04’:13”)
Il coro vuole tradurre in immagini la distruzione della civiltà della cultura a beneficio della civiltà dello spettacolo o meglio del consumo. Ciò che non è televisivo non esiste poiché, oggi, il monitor è l’unica interfaccia attraverso cui si dà diffusione a quello che rimane della cultura. Il mondo del tubo catodico prende il sopravvento sui libri, sul teatro, sui luoghi di cultura, su tutti quei mezzi che veicolano conoscenza. La televisione è diventata una madre matrigna cannibalizzando tutto e privando dell'esistenza quello che non passa attraverso i suoi canali.
DEFAULT (02'53”)
Default è un'opera sulla disillusione di un sistema arrivato a un punto di svolta. Un uomo, da solo, siede in mezzo alle macerie di una fabbrica abbandonata davanti a un telefono. La sua mano stringe la cornetta e la porta all'orecchio. A rispondergli è una serie di segreterie telefoniche, i cui toni metallici, come un filtro tra lo Stato e i cittadini, lo convogliano in una sospensione vitale fatta soltanto di attesa. La telefonata diviene un evento metafisico, come una preghiera a un’entità senza volto e senza nome della cui risposta non si può più essere certi.
Brevi note biografiche di Marcantonio Lunardi
Dal 2001 si è occupato di documentazione sociale e politica lavorando nel settore Media Art creando installazioni, documentari e opere di videoarte. Dopo i master al Festival dei Popoli di Firenze con Michael Glawogger, Sergei Dvortsevoy, Thomas Heis e Andrés Di Tella ha iniziato un percorso nel cinema delle immagini in movimento sperimentando linguaggi al confine tra il cinema del reale e la videoarte. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni internazionali come The National Art Center di Tokyo, la Galeri Nasional Indonesia di Jakarta, la Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca, il Video Tage Center di Hong Kong e in molti festival di cinema sperimentale e videoarte come Cologne Off, Festival Internacional de Cine y Video Experimental di Bilbao, OCAT Shanghai, Cairo Video Festival (Egitto), Festival Invideo di Milano, Video Art & Experimental Film Festival di New York City.
Ufficio stampa
Addetta Stampa Lu.C.C.A.
Michela Cicchinè mobile +39 339.2006519 m.cicchine@luccamuseum.com
Inaugurazione 5 luglio
Lu.C.C.A - Lucca Center of Contemporary Art
via della Fratta 36, Lucca - Toscana.
Orario: da martedì a domenica 10-19.
Ingresso libero.