Museo Ala Ponzone
Cremona
Via Ugolani Dati, 4
0372 31222 FAX 0372 461109
WEB
Pittori della realta'
dal 13/2/2004 al 2/5/2004
0372 31222 FAX 0372 461109
WEB
Segnalato da

Ilaria Maggi




 
calendario eventi  :: 




13/2/2004

Pittori della realta'

Museo Ala Ponzone, Cremona

La mostra rivendica le radici lombarde di un naturalismo che ha finito poi per affermarsi in tutta l'Italia settentrionale e ne ripercorre le tappe dalla seconda meta' del Quattrocento quando, a Milano, operavano il bresciano Vincenzo Foppa e Leonardo, lungo il Cinquecento e il periodo di formazione del Caravaggio negli anni ‘80, fino, nel Settecento, a Fra' Galgario e al Ceruti, in una linea ininterrotta che si alimenta via via dell'apporto di artisti accomunati dall'interesse per l'osservazione della realta'.


comunicato stampa

LE RAGIONI DI UNA RIVOLUZIONE
DA FOPPA E LEONARDO A CARAVAGGIO E CERUTI

Cremona, Museo civico Ala Ponzone
14 febbraio - 2 maggio 2004
New York, The Metropolitan Museum of Art
27 maggio - 15 agosto 2004

Mostra organizzata a Cremona da:
APIC- Associazione Promozione Iniziative Culturali di Cremona
Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Comuni di Crema e Casalmaggiore, APT del Cremonese

in coproduzione con:
The Metropolitan Museum of Art, New York
Regione Lombardia

Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Con il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona
Con la collaborazione di Villaggio Globale International

A dieci anni dalla mostra internazionale (Cremona, Vienna e Washington) dedicata alla pittrice cremonese Sofonisba Anguissola, donna quasi unica a dominare un’epoca, il tardo ‘500, assai poco incline a valorizzare le pittrici, il 2004 trova l’Associazione Promozione Iniziative Culturali (Presieduta da Gian Carlo Corada)protagonista di un nuovo progetto, forse il più grande e impegnativo mai affrontato, nato dall’incontro con una delle istituzioni culturali più autorevoli a livello mondiale, il Metropolitan Museum of Art di New York, diretto dal professor Philippe de Montebello, e con la Regione Lombardia, che coproducono l’evento.

Dopo l’Anguissola altre mostre, importanti e di successo, hanno visto l’Apic dialogare con prestigiosi musei in Italia e in Europa, ma con «Pittori della realtà. Le Ragioni di una Rivoluzione da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti» in programma a Cremona al Museo civico Ala Ponzone dal 14 febbraio al 2 maggio 2004, per la prima volta Cremona raccoglie la sfida di una vera coproduzione, complessa e laboriosa ma dall’esito felice: una mostra, affascinante nel tema e nell’altissima qualità dei dipinti e dei disegni esposti, pensata e progettata per due sedi (il Museo civico Ala Ponzone di Cremona, dal 14 febbraio al 2 maggio 2004, e il Metropolitan Museum of Art di New York, dal 27 maggio al 15 agosto 2004) su uno stesso impianto scientifico e con le stesse modalità operative.

Scaturita dalla passione e dalla grande competenza dei curatori Mina Gregori, Keith Christiansen e Andrea Bayer, «Pittori della realtà» rivendica le radici lombarde di un naturalismo che ha finito poi per affermarsi in tutta l’Italia settentrionale e ne ripercorre le tappe dalla seconda metà del Quattrocento quando, a Milano, operavano il bresciano Vincenzo Foppa e Leonardo, lungo il Cinquecento e il periodo di formazione del Caravaggio negli anni ‘80, fino, nel Settecento, a Fra’ Galgario e al Ceruti, in una linea ininterrotta che si alimenta via via dell’apporto di artisti accomunati dall’interesse per l’osservazione della realtà.

Un progetto quindi di grande valore scientifico e di forte valenza culturale, ma che racchiude anche il significato di un omaggio, sui temi da lei più frequentati in un’intera vita dedicata all’arte, al lungo e prezioso lavoro di Mina Gregori, da sempre in prima linea con piglio battagliero e appassionato.


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L’importanza della tradizione lombarda nella rivoluzione naturalistica “scatenata” da Caravaggio in Europa – rivoluzione che ha aperto la strada alla modernità – era già stata intuita da Roberto Longhi, che aveva riconosciuto come il pittore, nativo di Caravaggio nella diocesi di Cremona, fosse giunto a Roma con il manifesto della sua rivoluzione realistica.

Eppure la presa di coscienza della portata, della forza e delle profonde radici di questa tradizione, che fa della Lombardia la madre del naturalismo moderno, è cosa recente e la mostra, proponendo un excursus attento dei “pittori della realtà” in quest’area geografica, sarà determinante nel consolidare tale interpretazione a livello mondiale, tra gli storici dell’arte e il grande pubblico. Insomma, le ragioni della rivoluzione caravaggesca stanno tutte in Lombardia.

Oltre 110 straordinari dipinti e disegni, molti dei quali costituiscono un’assoluta novità per il pubblico italiano ed europeo, sono esposti a Cremona, a mostrare come Caravaggio – di cui si possono ammirare opere capitali quali Il suonatore di liuto, Il cavadenti, il San Francesco in meditazione, – abbia raccolto e portato a maturazione un’eredità ben precisa, che aveva trovato un precursore già in Leonardo, ed era continuata poi nell’opera di tanti artisti bergamaschi e bresciani – da Romanino a Previtali da Lotto a Moretto, da Savoldo a Moroni – e in altri lombardi quali l’Arcimboldi e l’Anguissola, i Campi, i Carracci, Fede Galizia e Tanzio da Varallo.

La mostra, che vanta prestiti di dipinti e disegni dai più grandi musei e collezioni private del mondo (The Metropolitan Museum of Art di New York, The National Gallery di Washington, Musée du Louvre di Parigi, The British Museum di Londra, The National Gallery di Londra, Kunsthistorisches Museum di Vienna, The Museum of Fine Arts di Boston, The J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Staatliche Museen di Berlino, The Royal Library di Windsor Castle, Southampton City Gallery, Museo e Galleria Borghese di Roma, Galleria Palatina di Firenze, e tanti altri), allarga infine la visuale agli sviluppi successivi al Merisi: a quelle autonome e personali interpretazioni – Baschenis, Ceresa, Campi, Crespi, Fra’ Galgario, Ceruti e altri – che, tuttavia, confermano una fedeltà alla rappresentazione realistica, espressa nel modo diretto con cui gli artisti si sono avvicinati alla natura, in una secolare continuità.

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Lo spiccato naturalismo di Leonardo e la sua capacità di permeare la successiva produzione artistica lombarda sono evidenziati in mostra da uno straordinario gruppo di quattro disegni del grande maestro, provenienti dalla Royal Library del Castello di Windsor: quattro studi di piante per la preparazione della Leda con cigno, testimonianza pregnante di quel naturalismo su base empirica che è parte fondamentale della sua prodigiosa eredità.
E poi opere notevolissime di quella generazione di artisti lombardi che, tanto nel disegno quanto nella pittura, seguirono la rotta tracciata dal maestro. Dai disegni e dipinti di Cesare da Sesto – tra cui un sorprendente studio di albero, evidentemente eseguito guardando un esemplare reale – a quelli di Giovanni da Udine e di Giovanni Antonio Boltraffio: in particolare uno Studio di panneggio proveniente da Oxford – ritenuto da Linda Wolk-Simon preparatorio del panneggio del vestito della Madonna Litta – un olio raffigurante una Fanciulla con ciliege, di proprietà del Metropolitan Museum of Art di New York, attribuito a Giovanni de Predis, ma forse di mano proprio del Boltraffio, e ancora uno Studio di testa di donna realizzato a gessetti neri e colorati, che è il suo primo disegno eseguito con questa tecnica introdotta in Lombardia alla fine del ‘400; fino ai dipinti di Bernardino Luini (splendida la Maddalena proveniente dalla National Gallery of Art di Washington, così come la poco nota tela di San Sebastiano da collezione privata newyorkese) e di Andrea Solario. Interessante in mostra anche una accattivante sequenza di disegni con scene di genere, prodotti dal pittore lombardo Polidoro da Caravaggio, che a Roma operò nella bottega di Raffaello: affascinanti per freschezza ed immediatezza, sono un testamento visivo del retaggio lombardo.

Nella seconda, ricchissima sezione della mostra spiccano alcuni prestiti importanti: tra i dipinti di Lorenzo Lotto, anch’egli momento chiave di questo percorso, va per esempio ricordato il famoso Ritratto di uomo con cappello di feltro, proveniente dalla National Gallery di Ottawa in Canada, che lo ha acquistato nel 1998 o il Cristo Portacroce dal Louvre di Parigi; di Savoldo la straordinaria Crocifissione, prestata dalla Maison d’Art di Montecarlo e correttamente attribuita all’artista bresciano solo nel 1999; ma anche il famosissimo Pastore con flauto conservato al J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
Ancora importanti lavori di Moroni da prestigiose collezioni private e la sua penetrante Badessa Lucrezia Agliardi Vertova dal Metropolitan Museum, e poi Moretto, Calisto Piazza, e Previtali (straordinaria e da tanti anni non più visibile la Trinità esposta in quest’occasione), in un alternarsi di opere che spaziano tra tutti i generi, dimostrando come l’attenzione e l’interesse verso la natura si sia manifestato nell’arte lombarda attraverso tendenze diversificate: l’osservazione della realtà, l’interesse per la rappresentazione dal vivo e l’uso empirico della luce, la presenza di una pittura religiosa fondata sulla realtà umile, lo scambio tra lingua e dialetto e lo sviluppo del ritratto non idealizzato, la natura morta e la pittura di genere.

Anche gli artisti che operarono in Lombardia nei decenni precedenti, contemporanei e immediatamente successivi al breve periodo di attività del Caravaggio (terza sezione della mostra), mantennero vivi i germi di questa tradizione che esploderà nella Roma manierista con Michelangelo Merisi, il quale, avviando una rivoluzione epocale, dichiarerà esplicitamente di riconoscere come sola maestra la natura.
Ecco dunque i lavori di Sofonisba Anguissola di cui lo stesso Vasari riconosceva e ammirava il realismo e della quale a Cremona si può ora ammirare anche un eccezionale Autoritratto in miniatura proveniente dal Museum of Fine Arts di Boston; ecco le opere del cremonese Vincenzo Campi popolate di fruttivendoli, cuoche e popolani; ecco Annibale Carracci, che getta prima ancora di Caravaggio i semi della rivoluzione naturalistica.

La più esplicita testimonianza della vitalità della koiné naturalistica lombarda nel corso del Seicento è testimoniata, nell’ultima sezione della mostra, dalle opere soprattutto di Carlo Ceresa e del conterraneo Baschenis, che in comune hanno il medesimo atteggiamento di fedeltà all’osservazione del reale e di resistenza alle mode culturali; mentre il Settecento vede portare avanti, seppure in pieno illuminismo, le istanze del realismo lombardo soprattutto da due autori: Vittore Ghislandi, alias Fra’ Galgario, che con sguardo lucido e disincantato, libero da pregiudizi e da encomiastiche idealizzazioni, osserva e giudica la propria epoca, e Giacomo Ceruti, con la sua umanità dolente così diversa dalle figure di poveri e viandanti divulgate dai Bamboccianti o dalle incisioni d’oltralpe del secolo precedente. Non c’è astrazione e tipizzazione: la potenza del dettato naturalistico e l’infallibilità del dato ottico-percettivo oltre che l’assenza di ogni facile sentimentalismo fanno la differenza, dimostrando ancora una volta che i pittori lombardi “imitavano la natura ancora di più” delle altre scuole di pittura in Italia.

Curatori della mostra:
Mina Gregori a Cremona, in collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone
Keith Christiansen e Andrea Bayer al Metropolitan Museum of Art di New York

Catalogo: Electa


BIGLIETTI E AGEVOLAZIONI

Intero: € 9,00
(il biglietto comprende: ingresso alla mostra, ingresso alla Pinacoteca Ala Ponzone e al Museo Stradivariano)
Ridotto: € 7,00
(militari, ragazzi fino a 18 anni, studenti universitari, ultrasessantenni, comitive di almeno 15 persone con prenotazione obbligatoria, possessori di: biglietto ferroviario in arrivo a Cremona, tessere TCI e FAI)
Ridotto speciale: € 6,00
(scuole di ogni ordine e grado, disabili, visitatori di mostre contemporanee collegate, gruppi oltre 200 persone, possessori di: Apic Card, carta di imbarco Air Dolomiti, coupon «Invito a Palazzo»)

Ingresso libero
(bambini fino a 6 anni,accompagnatori di scolaresche o di comitive di almeno 15 persone)
Prevendita online: www.charta.it

Orari mostra
Dal lunedì al sabato ore 9-19; domenica e festivi ore 10-19
Informazioni
Apic Cremona: tel. 0372 31222

Ilaria Maggi
Uff.Stampa Electa Mostre
tel 02.21563250
fax 02.21563314


Museo Civico Ala Ponzone, via Ugolani Dati 4, Cremona

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