Ad alcuni nuclei familiari è stato chiesto di ospitare per quindici giorni, nelle loro abitazioni e nella stanza indicata come maggiormente 'vissuta', una telecamera fissa racchiusa all'interno di una scatola in materiale plastico. I cortometraggi così realizzati maturano quindi una serie di scene prelevate direttamente dalla vita quotidiana dei nuclei familiari che hanno accettato di ospitare lo strumento. Tutto il 'girato' è presentato integralmente, senza tagli o rimaneggiamenti operati in sede di montaggio.
Nel 1985, all'epoca dei suoi esordi, Pino Modica realizzò un video della durata
di 7/8 minuti intitolato Rilevazioni estetiche. Una domenica l'artista aveva
installato nel prato antistante la Torre di Pisa uno strumento di sua concezione
 il Rilevatore estetico  apparentemente atto a misurare il grado di
inclinazione. In realtà lo strumento celava al suo interno una telecamera che
veniva attivata da un interruttore a campo magnetico ogni qualvolta qualcuno
accostava l¹occhio all¹oculare. Il video Rilevazioni estetiche risultava quindi
dalla semplice giustapposizione delle sequenze girate da 'operatori' casuali e
del tutto inconsapevoli.
Nel 1998, per l'opera Interni, presentata nel corso di questa mostra, Modica è
tornato nuovamente a realizzare dei video. Ad alcuni nuclei familiari è stato
chiesto di ospitare per quindici giorni, nelle loro abitazioni e nella stanza
indicata come maggiormente 'vissuta', una telecamera fissa racchiusa all'interno
di una scatola in materiale plastico.
Il funzionamento, che non veniva illustrato agli ospiti per evitare di
condizionarne il comportamento, era regolato da un sensore che avviava riprese
della durata di 10 secondi, ogni volta che i rumori ambientali superavano una
certa soglia di intensità . Nella pratica, tuttavia, questo meccanismo di
attivazione ha parzialmente dimostrato una strana autonomia rispetto al
parametro sopra descritto, incrementando il carattere a random delle riprese.
I cortometraggi così realizzati maturano quindi una serie di scene prelevate
direttamente dalla vita quotidiana dei nuclei familiari che hanno accettato di
ospitare lo strumento. Tutto il 'girato' è presentato integralmente, senza tagli
o rimaneggiamenti operati in sede di montaggio.
Da Rilevazioni estetiche a Interni, la ricerca degli spunti di originalità , che
si manifestano nella ripetizione solo apparentemente uguale a se stessa dei
rituali quotidiani, evolve verso scenari comportamentali molto più complessi di
quelli innescati dalla pur problematica interazione con uno strumento di
rilevazione non del tutto congruo alla sua funzione apparente.
Nell'opera Interni l'artista rinuncia anzi del tutto ad introdurre nella sfera
del quotidiano un oggetto-problema al fine di indurre comportamenti 'estetici'
intesi come azioni ridondanti rispetto alla mera economia esecutiva di un
compito quale stirare, apparecchiare la tavola, ecc. Â mettendo a fuoco quelli
che spontaneamente si producono in condizioni perfettamente normali.
Anche l'induzione di comportamenti coatti esercitati dalla consapevolezza di
essere ripresi da una telecamera sembra avere in Interni una incidenza molto
circoscritta e facilmente identificabile. Ciò sia perché è praticamente
impossibile vedere o solamente avvertire l¹attivazione della telecamera, in
quanto la stessa è chiusa all¹interno della scatola, ed anche perché non è
possibile mantenere il controllo delle proprie azioni ventiquattro ore su
ventiquattro, stando nell¹intimità rassicurante del proprio ambiente, infatti le
persone sembrano dimenticare molto rapidamente la presenza dello strumento.
La scena dell'opera appare quindi adesso del tutto sgombra dalla presenza di
manufatti a cui possa essere attribuito in proprio lo statuto di oggetti d¹arte.
Sin qui il progetto dell¹artista. A margine c¹è da notare che i tre
cortometraggi, concepiti come elementi di un¹opera unitaria, nel cui ambito
possono essere posti a confronto schemi di azioni che si ripetono nei vari
scenari familiari, assumono una inattesa autonomia.
È questo in particolare il caso di Nathalie, il 'corto' relativo ad una persona
che vive da sola, in cui il girato sembra declinarsi spontaneamente secondo la
scansione ritmica ed il linguaggio di un'opera filmica vera e propria.
(Domenico Nardone)
Trash
Ho realizzato questo lavoro con l'intenzione di visualizzare tutta una serie di
materiale informatico che in qualche modo raccontasse le interazioni operative e
di scarto eseguite su più Personal Computer.
L'idea è nata osservando l¹icona relativa al cestino del mio PC che segnalava
che lo stesso era pieno ed andava svuotato. Un'operazione estremamente semplice
avrebbe annullato in un attimo una quantità di dati che in qualche modo
raccontavano una parte del lavoro svolto attraverso la macchina. Mi sono chiesto
chissà quante persone, magari in quello stesso momento, avrebbero effettuato la
stessa operazione annullando scritti, immagini disegni e altro materiale che,
comunque, una volta visionato, avrebbe dato uno spaccato estremamente veritiero
del nostro modo di relazionarci davanti ad un mezzo che più di ogni altro
caratterizza il nostro tempo.
Il problema a questo punto era come visionare questi cestini prima che venissero
svuotati e soprattutto come far cadere la scelta degli stessi in maniera del
tutto imparziale e casuale. Dopo varie ipotesi, mi sono reso conto che l¹unico
modo per raggiungere lo scopo prefisso era quello di recarmi dal rivenditore del
mio PC e chiedergli se, oltre alla vendita, effettuasse anche delle riparazioni.
Se la risposta fosse stata affermativa l¹avrei coinvolto per la seconda fase:
cioè chiedergli se poteva salvarmi i dati dei cestini prima di procedere alla
riparazione, facendo attenzione naturalmente, ad eliminare tutti quei
riferimenti diretti alle persone e ad eventuali programmi protetti da
copy-right.
È inutile dire come si sono svolti successivamente i fatti, visto che il lavoro
è ora visibile e comprende 19 cestini salvati in un periodo di due mesi,
recuperati nella pura casualità , con una campionatura estremamente variegata sia
nelle individualità che li hanno generati sia nel tipo di materiale, raccolto e
successivamente rigorosamente salvato su CDrom. Un blob informatico che non
poteva che nascere dal Personal Computer perché in realtà è una parte di esso.
Ringrazio l'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e in modo particolare
Umberto Cavenago, i suoi assistenti e gli allievi che hanno reso possibile la
realizzazione del CDrom interattivo ora visibile in mostra.
(Pino Modica)
Luogo: Viafarini, via Farini 35, Milano
Inaugurazione: giovedì 21 settembre ore 18
Orario: 15.00 - 19.00 dal martedì al sabato