Viafarini (vecchia sede)
Milano
via Farini, 35
02 66804473
WEB
Interni
dal 20/9/2000 al 13/10/2000
WEB
Segnalato da

Viafarini



approfondimenti

Pino Modica



 
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20/9/2000

Interni

Viafarini (vecchia sede), Milano

Ad alcuni nuclei familiari è stato chiesto di ospitare per quindici giorni, nelle loro abitazioni e nella stanza indicata come maggiormente 'vissuta', una telecamera fissa racchiusa all'interno di una scatola in materiale plastico. I cortometraggi così realizzati maturano quindi una serie di scene prelevate direttamente dalla vita quotidiana dei nuclei familiari che hanno accettato di ospitare lo strumento. Tutto il 'girato' è presentato integralmente, senza tagli o rimaneggiamenti operati in sede di montaggio.


comunicato stampa

Nel 1985, all'epoca dei suoi esordi, Pino Modica realizzò un video della durata di 7/8 minuti intitolato Rilevazioni estetiche. Una domenica l'artista aveva installato nel prato antistante la Torre di Pisa uno strumento di sua concezione ­ il Rilevatore estetico ­ apparentemente atto a misurare il grado di inclinazione. In realtà lo strumento celava al suo interno una telecamera che veniva attivata da un interruttore a campo magnetico ogni qualvolta qualcuno accostava l¹occhio all¹oculare. Il video Rilevazioni estetiche risultava quindi dalla semplice giustapposizione delle sequenze girate da 'operatori' casuali e del tutto inconsapevoli.
Nel 1998, per l'opera Interni, presentata nel corso di questa mostra, Modica è tornato nuovamente a realizzare dei video. Ad alcuni nuclei familiari è stato chiesto di ospitare per quindici giorni, nelle loro abitazioni e nella stanza indicata come maggiormente 'vissuta', una telecamera fissa racchiusa all'interno di una scatola in materiale plastico.
Il funzionamento, che non veniva illustrato agli ospiti per evitare di condizionarne il comportamento, era regolato da un sensore che avviava riprese della durata di 10 secondi, ogni volta che i rumori ambientali superavano una certa soglia di intensità. Nella pratica, tuttavia, questo meccanismo di attivazione ha parzialmente dimostrato una strana autonomia rispetto al parametro sopra descritto, incrementando il carattere a random delle riprese. I cortometraggi così realizzati maturano quindi una serie di scene prelevate direttamente dalla vita quotidiana dei nuclei familiari che hanno accettato di ospitare lo strumento. Tutto il 'girato' è presentato integralmente, senza tagli o rimaneggiamenti operati in sede di montaggio.
Da Rilevazioni estetiche a Interni, la ricerca degli spunti di originalità, che si manifestano nella ripetizione solo apparentemente uguale a se stessa dei rituali quotidiani, evolve verso scenari comportamentali molto più complessi di quelli innescati dalla pur problematica interazione con uno strumento di rilevazione non del tutto congruo alla sua funzione apparente.
Nell'opera Interni l'artista rinuncia anzi del tutto ad introdurre nella sfera del quotidiano un oggetto-problema al fine di indurre comportamenti 'estetici' intesi come azioni ridondanti rispetto alla mera economia esecutiva di un compito quale stirare, apparecchiare la tavola, ecc. ­ mettendo a fuoco quelli che spontaneamente si producono in condizioni perfettamente normali.
Anche l'induzione di comportamenti coatti esercitati dalla consapevolezza di essere ripresi da una telecamera sembra avere in Interni una incidenza molto circoscritta e facilmente identificabile. Ciò sia perché è praticamente impossibile vedere o solamente avvertire l¹attivazione della telecamera, in quanto la stessa è chiusa all¹interno della scatola, ed anche perché non è possibile mantenere il controllo delle proprie azioni ventiquattro ore su ventiquattro, stando nell¹intimità rassicurante del proprio ambiente, infatti le persone sembrano dimenticare molto rapidamente la presenza dello strumento. La scena dell'opera appare quindi adesso del tutto sgombra dalla presenza di manufatti a cui possa essere attribuito in proprio lo statuto di oggetti d¹arte. Sin qui il progetto dell¹artista. A margine c¹è da notare che i tre cortometraggi, concepiti come elementi di un¹opera unitaria, nel cui ambito possono essere posti a confronto schemi di azioni che si ripetono nei vari scenari familiari, assumono una inattesa autonomia.
È questo in particolare il caso di Nathalie, il 'corto' relativo ad una persona che vive da sola, in cui il girato sembra declinarsi spontaneamente secondo la scansione ritmica ed il linguaggio di un'opera filmica vera e propria. (Domenico Nardone)

Trash
Ho realizzato questo lavoro con l'intenzione di visualizzare tutta una serie di materiale informatico che in qualche modo raccontasse le interazioni operative e di scarto eseguite su più Personal Computer.
L'idea è nata osservando l¹icona relativa al cestino del mio PC che segnalava che lo stesso era pieno ed andava svuotato. Un'operazione estremamente semplice avrebbe annullato in un attimo una quantità di dati che in qualche modo raccontavano una parte del lavoro svolto attraverso la macchina. Mi sono chiesto chissà quante persone, magari in quello stesso momento, avrebbero effettuato la stessa operazione annullando scritti, immagini disegni e altro materiale che, comunque, una volta visionato, avrebbe dato uno spaccato estremamente veritiero del nostro modo di relazionarci davanti ad un mezzo che più di ogni altro caratterizza il nostro tempo.
Il problema a questo punto era come visionare questi cestini prima che venissero svuotati e soprattutto come far cadere la scelta degli stessi in maniera del tutto imparziale e casuale. Dopo varie ipotesi, mi sono reso conto che l¹unico modo per raggiungere lo scopo prefisso era quello di recarmi dal rivenditore del mio PC e chiedergli se, oltre alla vendita, effettuasse anche delle riparazioni. Se la risposta fosse stata affermativa l¹avrei coinvolto per la seconda fase: cioè chiedergli se poteva salvarmi i dati dei cestini prima di procedere alla riparazione, facendo attenzione naturalmente, ad eliminare tutti quei riferimenti diretti alle persone e ad eventuali programmi protetti da copy-right.
È inutile dire come si sono svolti successivamente i fatti, visto che il lavoro è ora visibile e comprende 19 cestini salvati in un periodo di due mesi, recuperati nella pura casualità, con una campionatura estremamente variegata sia nelle individualità che li hanno generati sia nel tipo di materiale, raccolto e successivamente rigorosamente salvato su CDrom. Un blob informatico che non poteva che nascere dal Personal Computer perché in realtà è una parte di esso.

Ringrazio l'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e in modo particolare Umberto Cavenago, i suoi assistenti e gli allievi che hanno reso possibile la realizzazione del CDrom interattivo ora visibile in mostra. (Pino Modica)

Luogo: Viafarini, via Farini 35, Milano
Inaugurazione: giovedì 21 settembre ore 18
Orario: 15.00 - 19.00 dal martedì al sabato

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