Paesaggi della citta' razionalista. Giuseppe Terragni e i razionalisti comaschi. La mostra illustra didascalicamente la specificita' e l'originalita' del modello Razionalista comasco, applicato ai temi di sviluppo della citta'.
a cura di Alberto Novati e Aurelio Pezzola
La mostra Como 1920-1940: paesaggi della città razionalista. Giuseppe Terragni e i razionalisti comaschi, è curata dagli architetti Alberto Novati e Aurelio Pezzola e organizzata dalle associazioni MadeInMaarc e Amici dei Musei.
MadeInMaarc si è costituita nel 2013 con lo scopo di valorizzare e promuovere la conoscenza del Razionalismo e dell'Astrattismo di Como attraverso lo sviluppo del progetto di museo virtuale MAARC (Museo virtuale Astrattismo e Architettura Razionalista di Como) in corso di realizzazione, e l'ideazione e organizzazione di iniziative culturali sul tema.
Amici dei Musei è un'associazione radicata da lungo tempo sul territorio, dedita a promuovere e contribuire alla vitalità e al prestigio dei Musei e dei beni culturali comaschi.
Dalla collaborazione tra le due associazioni che in modo complementare si occupano di promozione culturale relativa ai musei, quello tradizionale e quello virtuale aperto alle prospettive offerte dal web, è nata la produzione della mostra e delle sue iniziative collaterali:
presentazione, in collaborazione con PAROLARIO e con ARCHIVIO CATTANEO, dell'inedito giovanile di Cesare Cattaneo, Paolo Pons, relatore Gianni Biondillo, 17 settembre alle ore 21.00 presso l'ex Casa del Fascio, opera simbolo di Giuseppe Terragni (prenotazione obbligatoria entro il 15/09 a info@maarc.it)
conferenza di Fabio Cani, storico, saggista ed editore, Como tra due guerre: la
storia e la ragione: 24 settembre alle ore 18.30 presso lo Spazio Natta, sede dell'esposizione
La mostra e gli eventi collaterali godono del patrocinio di
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
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del patrocinio e del supporto di
COMUNE DI COMO – ASSESSORATO ALLA CULTURA
del contributo di
REGIONE LOMBARDIA | PROVINCIA DI COMO | BCC-Cantù | PORRO S.P.A.
Tra gli anni venti e la fine degli anni trenta del secolo scorso, l'esperienza dell'architettura razionalista, strettamente intrecciata con quella dell'arte astratta, ha avuto a Como esiti così felici, sia per qualità che per numero delle opere, da rendere la città, insieme al suo territorio, una delle riconosciute capitali internazionali dell'architettura moderna.
Forse, però, non è ancora sufficientemente nota la caratteristica dell'originalità che si è espressa nelle opere degli architetti del Razionalismo comasco, Giuseppe Terragni in testa, seguito da Cesare Cattaneo e da un nutrito gruppo di ingegneri, e quale sia l'elemento che li ha distinti dagli architetti del Movimento Moderno europeo.
Nelle architetture razionaliste disseminate sul nostro territorio e che hanno costruito un brano significativo di città moderna, più che un esercizio lessicale modernista fine a se stesso, di cui si ebbero all'epoca diffusi esempi in Italia e negli altri paesi europei, è possibile leggere infatti, oltre che una forte tensione ideale, l'utilizzo in chiave contemporanea di un linguaggio architettonico erede di un sapere antico e consolidato, che ha dato forma nel tempo alla civiltà occidentale.
In tal senso, la mostra evidenzia le tre fondamentali linee a cui fanno capo le opere degli architetti razionalisti comaschi: quella classico-monumentale, quella astrattista e quella della civiltà edilizia. Linee che si trovano tutte e tre ben rappresentate nelle architetture di Giuseppe Terragni, la prima ad esempio nel Danteum, la seconda nella casa Giuliani Frigerio e la terza nel progetto del quartiere Como-Rebbio.
Tra i razionalisti comaschi emerge la figura di Cesare Cattaneo, architetto che ha rivestito un ruolo particolare anche per l'importanza dell'attività critica esercitata con passione e acutezza. Di lui sono noti i numerosi interventi pubblicati sulle riviste di architettura dell'epoca e soprattutto il volume del 1941 in forma di dialogo “Giovanni e Giuseppe”. Ad oggi inedito, il manoscritto del 1932 “Paolo Pons”, sorta di guida di Como e palestra per il giovanissimo Cesare per esercitare le sue capacità di lettura della città, viene presentato in anteprima come evento collaterale della mostra: nel 1932 la Casa del Fascio di Giuseppe Terragni era in costruzione e Cattaneo non potè descriverla nel suo scritto, come invece fu in grado di fare con l'edificio del Novocomum del 1927, già immaginando il “pellegrinaggio” futuro degli “architetti d'Italia e gli amatori di cose d'arte” per ammirarlo. Agli organizzatori sembra che il personaggio letterario di Cattaneo, Paolo Pons meriti, dopo un'attesa durata ottant'anni, di vedere la luce proprio nella Casa del Fascio.
Como 1920-1940: paesaggi della città razionalista.
Giuseppe Terragni e i razionalisti comaschi
7/28 settembre
Spazio Natta | Como - via Natta 18
La mostra, curata da Alberto Novati e Aurelio Pezzola illustra didascalicamente la specificità e l'originalità del modello Razionalista comasco, applicato ai temi di sviluppo della città. Gli architetti razionalisti del Gruppo 7- con a capo Giuseppe Terragni, figura leader a livello nazionale- hanno infatti saputo costruire un significativo brano di città, superando il puro esercizio lessicale e praticando una rinnovata unità tra architettura e urbanistica, ben oltre la furia iconoclasta futurista e l'imperturbabile eclettismo di fine secolo. Il percorso della mostra evidenzia come, nell'arco temporale di circa un ventennio, le nuove funzioni dello stato sociale si tradurranno in edifici volti a ricostruire le figure del moderno, attraverso le antiche matrici architettoniche. L'esposizione si articola su 21 pannelli (in italiano, inglese e tedesco) 2 di inquadramento generale e 19 dedicati specificamente ad una particolare opera: le foto, originali, sono state realizzate appositamente da Giovanni Colosio.
Per l'occasione, Fabio Cani ha studiato l'approfondimento che integra il percorso espositivo: una proiezione di immagini d'epoca che aiuteranno a collocare le architetture nel preciso contesto degli avvenimenti storici del nostro territorio, di cui si parlerà diffusamente nella conferenza, Como tra due guerre: la storia e la ragione, il 24 settembre, ore 18.30, presso lo Spazio Natta.
Paolo Pons, di Cesare Cattaneo
17 settembre ore 21.00
ex Casa del Fascio
prenotazione obbligatoria entro il 15/09 a info@maarc.it
Relatore:
Gianni Biondillo, architetto, saggista, scrittore e docente all'Accademia di Architettura di Mendrisio
Introducono:
Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune di Como
arch. Franco Butti, presidente Archivio Cattaneo
Paolo Pons, racconto inedito che anticipa il dibattito che troverà compimento in “Giovanni e Giuseppe. Dialoghi d’Architettura” nel 1941”, venne scritto nel '32 da Cesare Cattaneo allora studente ventenne della Facoltà di architettura al Politecnico di Milano.
Con il pretesto di far da guida turistica all'amico immaginario giunto a Como per un breve soggiorno, l'autore descrive la città e i suoi dintorni, con riflessioni anticonformistiche e accenti di chiaro stampo futurista. La descrizione tocca i luoghi caratteristici e i monumenti storici -in particolare, architettonici- ma anche l'ancora sporadica architettura del moderno; e proprio su quest'ultima l'entusiasmo di Cattaneo si manifesta senza riserve e le intuizioni diventano profetiche: Terragni non ha che ventotto anni e lo studente ventenne lo identifica già come quello che sarà il maestro dell'architettura italiana del XX secolo!
«… Quando fra cinquant’anni l’architettura razionale avrà lasciato durevole traccia sul cuore e sulle tasche del pubblico, gli architetti d’Italia e gli amatori di cose d’arte verranno in pellegrinaggio ad ammirare nel “transatlantico” l’edificio precursore...»
Appare evidente che in questo racconto Cattaneo è l'interlocutore di sé stesso. Chi è infatti Paolo Pons? «Se tu, Pons, fossi un po' meno la mia bella copia ...» si lascia scappare il giovane autore sul finire del racconto, quasi interrogandosi rivolto verso uno specchio. E in Pons riassume la peculiarità dell'architetto e, in definitiva, di qualsiasi vero intellettuale: coltivare il dubbio.
Cesare Cattaneo (1912-1943), nonostante la vita brevissima, fu uno dei più importanti architetti razionalisti insieme a Giuseppe Terragni con il quale collaborò. Tra le sue opere: la Casa d'affitto a Cernobbio, l’Asilo Garbagnati di Cermenate (con L. Origoni), la fontana di
Camerlata (con Mario Radice), l'edificio retrostante la Casa del Fascio, ex U.L.I e ora sede ASL (con P. Lingeri, L. Origoni, A. Magnaghi e M.Terzaghi). Nel 2012 con una importante mostra all'Accademia di San Luca a Roma - “Pensiero e segno nell’architettura”- curata da Pierre Alain Croset con l’Archivio Cattaneo, è stato celebrato il centenario della nascita. Nel 2013 una parte della mostra di Roma è stata riproposta dall’Ordine degli Architetti di Como in San Pietro in Atrio.
Fabio Cani, Como tra due guerre: la storia e la ragione
24 settembre ore 18.30
Spazio Natta | Como via Natta 18
Se le vicende del Razionalismo lariano sono assai note, almeno nelle linee principali, presso un pubblico piuttosto ampio di studiosi e di turisti, molto meno conosciuti sono gli avvenimenti specifici di Como e del suo territorio negli anni che videro l'affermazione dell'architettura moderna, così che quelle stesse architetture (e i loro ideatori) sembrano a volte librarsi su uno sfondo indeterminato.
Molti elementi sono ancora da studiare e da approfondire eppure è già possibile mettere a fuoco il contesto della città degli anni Venti e Trenta: decenni che videro il traumatico passaggio dall'amministrazione socialista al regime fascista; che offrirono la vetrina dell'Esposizione Voltiana e delle grandi mostre celebrative a Villa Olmo; che conobbero i massimi successi del grande artigianato serico (Piatti, Salterio, Ravasi...), ma anche le pesanti crisi dell'industria tessile e addirittura la sparizione dell'allevamento dei bachi; che videro l'inaugurazione della prima autostrada italiana; che misero a punto ben due piani regolatori; che costituirono il definitivo approdo alla modernità, ma che ne evidenziarono anche le insanabili contraddizioni.
Decenni soprattutto che sfociarono nella frattura epocale della seconda guerra mondiale e, poi, nella rigenerazione della nazione in repubblica democratica.
Vicende a cui l'architettura non può essere considerata estranea. Vicende a cui le donne e gli uomini del territorio non assistettero ignari.
Ridare agli edifici uno sfondo storico appropriato- pur nella consapevolezza che il Novecento comasco è un periodo che ci è in certa misura ignoto- è uno sforzo che vale la pena di tentare.
Inaugurazione sabato 6 settembre ore 18.30
Spazio Natta
via Natta 18 - Como
Orari di apertura:martedì/venerdì ore 14.30 – 19.30
sabato/domenica ore 11.00 – 19.30