Leuko: Multimo di Me Stesso. "Un gioco di vocaboli; e' la materia che crea la parola. E fa nuovo tutto; e' l'origine dell'opera d'arte, ed una provocazione".
Leuko è il bagliore, la luce che acceca e leviga le forme in questo singolo scatto realizzato il 27 maggio 2014: Dino Pedriali interpreta Michelangelo, il Cristo Redentore di Bassano Romano, in mostra in questi giorni a Roma per i 450 anni dalla scomparsa dell’artista toscano. Per la prima volta in quasi un quinquennio, la Takeawaygallery presenta un evento nella propria sede in via della Reginella a Roma: dal 13 al 27 settembre tutto lo spazio verrà dedicato all’immagine in bianco e nero dell’opera giovanile del “divino” protagonista del Rinascimento italiano, inaugurando la stagione espositiva 2014/15 con uno straordinario inedito del Maestro della fotografia di nudo.
“Mi sono specializzato […] considerando il nudo visto in pittura, soprattutto negli schizzi, nel disegno […] i nudi di Michelangelo, le cose che diventano i bozzetti per fare sculture o semplicemente tenersi in allenamento […], dal foglio alla matita…” racconta Dino Pedriali in un’intervista del 2007 a Luca Pagni. L’universo formale da cui derivano lo studio e l’incisione plastica del corpo affonda le proprie radici nella tradizione che lo stesso fotografo sintetizzata nella sigla MMC, Masaccio-Michelangelo-Caravaggio, e che definisce come evoluzione e massima manifestazione della “Luce”, la sua costruzione nello spazio, divorando e plasmando le membra “togliendo”, quasi in un processo scultoreo di forma della materia.
Il Buonarroti di cui Pedriali conosce tutti i sonetti, di cui ama la statuaria per trascurarne la pittura, di cui ha penetrato il tormento, è ora oggetto degli scatti: tra le opere sceglie la prima versione del Cristo della Minerva, interrotto per una venatura (“pelo nero”) sulla guancia sinistra e restituito al proprio committente, “riscoperto” ed attribuito a Michelangelo nel 2001. Un Cristo terreno, laico, pagano, secondo l’occhio del fotografo, un “simulacro”. E proprio perché “simulacro”, annulla tutte le tensioni, levigando ogni asperità con la luce. Ne esce un fantasma, un’entità, un’immagine trasparente e “lattiginosa”: il bianco erode ogni contrasto, libera la forma, dà respiro alla sostanza, stende come un velo che allontana e protegge.
LEUKO: Multimo di Me Stesso è un gioco di vocaboli; è la materia che crea la parola. E fa nuovo tutto (Gianluca Bemporad); è l’origine dell’opera d’arte, ed una provocazione; l’omaggio ad un altro amico, Andy Warhol, che ha fatto del multiplo la propria cifra distintiva, la stessa che caratterizza per definizione la tecnica fotografica, riproducibile all’infinito, che permette di possedere e portar via con sé qualsiasi cosa. Anche una scultura di Michelangelo.
Inaugurazione: sabato 13 settembre ore 18.30
takeawaygallery
Via della Reginella, 11 Roma
lun-sab 14-19.30
ingresso libero