Tra pittura e letteratura. La mostra e' un'antologica che riunisce 30 opere tra oli, acquerelli e incisioni, oltre a una serie di appunti provenienti dalla Collezione Bottari Lattes di Monforte d'Alba. Nelle sue opere sono riconoscibili gli echi della cultura mitteleuropea.
La Galleria SVU Diamant e l’Istituto Italiano di cultura, accoglieranno dal 1° al 26 ottobre 2014, la prima importante rassegna dell'artista torinese all'estero, curata da Vincenzo Gatti e Karin Reisovà, e organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, con la collaborazione dell'Associazione Culturale Areacreativa42.
Non è un caso che la mostra si tenga proprio nella capitale boema, crocevia di culture e di esperienze letterarie e artistiche, in quanto può essere considerata luogo d'elezione e fascinazione intellettuale per Mario Lattes (1923-2001) artista e letterato. Nelle sue opere, infatti, sono riconoscibili gli echi più profondi della cultura praghese e mitteleuropea e dei suoi fantasmi, dal Golem, a Rodolfo II, a Kafka.
Come afferma Caterina Bottari Lattes, presidente della Fondazione di Monforte d’Alba “Sono lieta che l’opera di mio marito Mario Lattes – editore, pittore, scrittore – varchi i confini dell’Italia per presentarsi a Praga con un’antologia di opere pittoriche, letterarie e, inoltre, come operatore culturale. La sensibilità artistica e culturale di Lattes può, credo, interessare gli artisti praghesi perché in lui ci sono vari momenti che legano la sua opera all’Europa.
Mario Lattes non fu solo legato a Torino; di origine ebraica, laico, seguì la cultura del nonno Simone, fondatore della casa editrice torinese, ma aperto anche lui all’Europa: questo gli permise di esprimere quanto in lui c’era di interesse e di attività nei confronti di Francia, Inghilterra e di altri Paesi europei. Mario Lattes viaggiò in Europa, particolarmente in Francia e Inghilterra: i suoi autori preferiti furono Gustave Flaubert, Louis-Ferdinand Céline, e James Joyce e, naturalmente, Bohumil Hrabal e Franz Kafka che rispecchia il suo carattere e Joseph Roth e altri ancora, di cui si sentono echi nei suoi scritti”.
“La Fondazione - prosegue Caterina Lattes - è nata per rendere più noti il nome e l’opera di Lattes. Ho voluto offrire questo omaggio a mio marito perché sono sicura che abbia il diritto di essere conosciuto non solo in Italia, ma anche, come si diceva una volta, oltre i confini”.
La Galleria Diamant, lo spazio espositivo dell'Associazione Manes, la più importante associazione di artisti della Repubblica Ceca, fondata nel 1887, ha aderito con convinzione all'occasione di una mostra di Mario Lattes, di cui hanno compreso la qualità del pensiero, lo spirito introspettivo, l'originalità della ricerca e dei suoi interrogativi, che idealmente lo avvicinano allo spirito più profondo della cultura praghese.
Pur legato alla cultura della Torino del dopoguerra, Lattes si è sempre dimostrato, nei vari campi dei suoi interessi, molto sensibile agli stimoli e alle sollecitazioni che il suo tempo gli offriva.
Personalità eclettica, Mario Lattes è stato pittore, scrittore, editore. Come scrive Valter Boggione, nel saggio introduttivo al catalogo, “come pittore, ha sperimentato i linguaggi dell'astrattismo e dell'informale, dell'espressionismo e del surrealismo e ha, di volta in volta, studiato e appreso la lezione di Schiele e Kokoschka, di Cèzanne e del prediletto Ensor, di Redon, di Corot e persino di Bruegel. Come scrittore ha vissuto il sentimento della disgregazione dell'io e si è interrogato sulla propria identità, fiero di non averne una. Come editore - conclude Boggione - è stato capace di fare della Lattes, prostrata dal fascismo e dalla guerra, una delle più importanti case editrici italiane, soprattutto nel settore dell'editoria scolastica e della saggistica scientifica”.
Dal canto suo, Marco Vallora, riassumendo le due anime dell'artista, sottolinea che “Lattes scrive, imitando i gesti pennellati del pittore, come un pittore che 'mette', poco a poco, velatura dopo velatura, sopra la tela i tasselli loquaci di un impasto tonalista, che poi si farà pittura definitiva, complessa e complessiva...”
In concomitanza alla personale alla Galleria Diamant, l'Istituto Italiano di cultura ospiterà una rassegna documentaria sulla vita e l'attività di Mario Lattes.
L’evento praghese fornirà l’occasione per far conoscere, anche al di fuori dei confini nazionali, la figura di Mario Lattes, esponente di spicco della cultura italiana della seconda metà del secolo scorso. Ebreo laico, uomo solitario e complesso, ha risentito delle vicende e della psicologia di questo popolo: umorismo amaro e sarcastico, pessimismo e lontananza. Sfuggito alle leggi razziali fasciste e unitosi alle truppe alleate in qualità d’interprete, alla fine della seconda guerra mondiale si avviò alla pittura e si dedicò alla casa editrice torinese Lattes, fondata nel 1893 dal nonno Simone. Nel 1953 fondò la rivista “Galleria” che dall'anno seguente, con il titolo “Questioni”, divenne voce influente del mondo culturale piemontese e non solo, cui parteciparono intellettuali italiani e stranieri quali Nicola Abbagnano, Albino Galvano e Theodor Adorno.
Molto apprezzata è anche la sua attività di scrittore. Tra il 1959 e il 1985 pubblica diversi romanzi, tra cui: La stanza dei giochi (Ceschina, 1959), Il borghese di ventura (Einaudi, 1975; Marsilio, 2013), L'incendio del Regio (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), L'amore è niente (Editore La Rosa, 1985), Il castello d'acqua (Aragno, 2004) postumo.
Tra le iniziative collaterali, giovedì 2 ottobre, all’Istituto Italiano di cultura di Praga, si terrà un intrattenimento musicale con lo Smetana Trio, formazione boema che si è già esibita in occasione dei recenti Cambi di Stagione, la fortunata stagione concertistica promossa dalla Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba.
Immagine: Mario Lattes, “Il caminetto”, 1988, olio su tela, cm 80 x 100
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Silvia Barberi - barberi@fondazionebottarilattes.it - 0173.789282
Inaugurazione 1 Ottobre 2014 ore 18
Galerie Diamant
Spalena 82/4 (roh Rettigove' a Lazarske') - Prague Rep. Ceca
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 12 alle 18