Francesco Ardini
Antonio Bardino
Kevin Francis Gray
Noemi Montanaro
Elena Monzo
Francesco Padovani
Flavio Tiberio Petricca
Guido Cabib
Dipinti, sculture, fotografie ed installazioni, lavori inediti e realizzati appositamente per lo spazio. Tra gli artisti Francesco Ardini, Antonio Bardino, Kevin Francis Gray e Noemi Montanaro.
a cura di Guido Cabib
Gli artisti, per la prima volta in Svizzera, presentano una serie di lavori , dipinti , sculture, fotografie ed installazioni, inediti e realizzati appositamente per lo spazio Contact Zone.
A lungo, nella cultura e nella mentalità occidentali, l’arte è stata associata alla bellezza e al senso estetico. Filosofi e intellettuali dibattono da secoli chiedendosi se la bellezza risieda nell’opera d’arte oppure nello sguardo dell’osservatore, o magari in entrambi. Questa discussione presenta il difetto di muovere da un assunto sbagliato: dal presupposto, cioè, che sia l’opera sia chi la contempla siano entità stabili.
Abbiamo deciso di presentarci al pubblico di “Lügàn “ con una collettiva di artisti emergenti Italiani che atraverso il loro innovativo linguaggio si confrontano, di fatto, con un grande ed acclamato artista Irlandese: Kevin Fancis Gray. L'artista, restituisce l’aura alla scultura ma lo fa con accenti contemporanei. Le sue figure poggiano su veri e propri piedistalli, quelli dalle forme più tradizionali ma lo fanno con scarpe da tennis o tacchi a spillo perfettamente modellati. Anche nei materiali l'incanto dei contrari: il candore antico del marmo nero, la lucentezza del bronzo e la leggerezza della resina si mescolano all’opulenza dell’oro .La scultura, medium tradizionale per eccellenza, rimanda nell’opera di Gray tutta la complessita' e la decadenza del nostro tempo, attraverso la scelta di soggetti contemporanei e “borderline"; Oramai, essere borderline, è una codizione tipica del mondo giovanile, caduti tutti i riferimenti del passato, come in ogni rivoluzione epocale che si rispetti, essi si trovano in un limbo che non è ne passato e nè futuro.
Le donne di Elena Monzo non hanno patria, sono figure in eterno movimento, cariche, addirittura stracolme, di riferimenti culturali e la sua “Pittura” si trasforma in un media globalizzato e senza barriere. I paesaggi, sono visioni laterali nei quadri di Antonio Bardino, spingono la nostra attenzione verso silenzi meditativi. Noemi Montanro e Flavio T.Petricca , la prima con la “Tassidermia” ed il secondo attraverso nuovi materiali industriali, creano nuovi mostri e nuove bellezze, nuovi habitat ed esseri immaginifici, costringono chi li osserva a raccogliere i pensieri ed indirizzarli verso l'intimità e la verità della nostra essenza di essere vivente. Per Flavio il creare nuove forme di percorsi artistici è diventato il mezzo per isolarsi totalmente dal mondo. Attraverso una ricerca sul territorio di materiali industriali bianchi, come il dacron, i polietileni, il nylon, il poliuretano e le resine, ci mostra la sua solitudine che è davvero un banco di prova, un periodo esclusivo di formazione personale, di conoscenza di sé stessi, di analisi interiore. Flavio ricrea il suo mondo di solitudine inventando forme inusuali ma di provenienza reale, che di fatto lo rendono non più solo. Il ciclo di sculture tassidermiche di Noemi Montanaro di animali immaginifici e seduttivi, giocano come contraltare all’immagine della donna contemporanea , si trasformano abbellendosi.
La cultura non è solo il prodotto del cervello, è anche un insieme di attività che plasmano la mente. Il cervello di ognuno di noi viene modificato da attività culturali come leggere, studiare, ascoltare musica, imparare una lingua, recitare e sentire un opera d'arte. Esistiamo non per diventare Telepatici, super eroi con poteri divini, ma per progredire e migliorarci. L’artista guarda, osserva, vede, ma quello che alla fine mette in opera è la propria visione interna di ciò che lo circonda e sente. L’artista guarda contemporaneamente fuori e dentro di sé. «l’artista agisce come un essere medianico che, dal labirinto al di là del tempo e dello spazio, cerca la sua strada verso la radura», scrisse Marcel Duchamp. Attraverso l'arte acquisiamo anche la conoscenza emotiva. È nell’arte, spesso, che la sofferenza diventa bella! Ritroviamo questa sofferenza nei quattro scattti di Francesco Padovani che ritraggono una donna occlusa e reclusa dall'idea occidentale, che nonstante tutto le vuole così, obbediente, silenziosa, prostrata ed immobile.
Il cervello è una fantastica macchina per generare conoscenze attraverso i concetti, ma c’è un prezzo da pagare per una macchina così sofisticata: le conoscenze che il cervello è in grado di acquisire non sempre sono in grado di soddisfare le sue ambizioni o ciò che cerca di esprimere, così esso compensa questa mancanza attraverso la creatività artistica. L’arte ci offre una ricchezza di elementi che noi – chi osserva – possiamo interpretare.Le ceramiche contemporanee di Francesco Ardini fanno crollare tutti gli steccati che la storia dell'arte ha eretto per relegare le “Arti Applicate “ in uno spazio secondario rispetto a quello occupato dalle sorelle maggiori ( pittura, scultura,disegno e financo l'immagine tecnologica); sono la fotografia dell'uomo contemporaneo che vive tra decomposizione e ricostruzione, che si dimena alla ricerca del futuro che percepisce ma non ancora vede.
Francesco Ardini (1986), nato a Padova, vive e Lavora tra Padova e Nove; Antonio Bardino (1973), nato ad Alghero, vive e lavora ad Udine; Noemi Montanaro nata a Napoli dove vive e lavoa; Elena Monzo nata a Brescia, vive e lavora a Milano; Kevin Francis Gray (1972) , Irlanda, vive e lavora a Londra; Francesco Padovani (1952) , nato a Napoli, vive e lavora a Lugano; Flavio Tiberio Petricca (1985), nato a Roma, vive e lavora a Rieti.
Immagine: Francesco Ardini, INVILUPPO -dark rainbow - 2014, diametro 50 cm, unique pieces. Courtesy Contact Zone Gallery
Inaugurazione 16 ottobre dalle 18 alle 21
Contact Zone
via G.Pessina, 8-Lugano Svizzera
Orario: martedi al venerdì ore 16 / 18 o su appuntamento
ingresso libero