Pietro Albetti
Andrea Bruschi
Francesca Ceccarelli
Andrea Diamantini
Agostino Bergamaschi
L'orMa
Giorgio Salvato
Amedeo Abello
Federico Morando
Paolo Brambilla
Daniele Italia
Luca Maffeo
Dieci giorni di arte dentro l'arte. La mostra presenta una pluralita' di lavori dalla pittura alla scultura, fino alle installazioni fotografiche e alle videoinstallazioni.
a cura di Luca Maffeo
È anacronistico il percorso proposto tra le sale dell’ex Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso. L’esposizione a cura di Luca Maffeo incontra la sua ragion d’essere sull’errore cronologico, secondo il quale le opere di dieci artisti, giovani e meno giovani, si collocano all’interno di un edificio le cui origini risalgono al 1466. La pluralità dei lavori presenti in mostra, diversissimi per linguaggio e traiettoria – dalla pittura (Pietro Albetti, Andrea Bruschi, Francesca Ceccarelli, Andrea Diamantini) alla scultura (Agostino Bergamaschi, L’orMa, Giorgio Salvato), fino alle installazioni fotografiche e alle videoinstallazioni (Amedeo Abello e Federico Morando, Paolo Brambilla, Daniele Italia) – chiama in causa la contemporaneità di due momenti storici che coesistono e coabitano nell’insondabile esperienza del presente.
L’artista – usando le parole di Silvano Petrosino, che interverrà la sera dell’inaugurazione per presentare il suo libro “Abitare l’arte” – «si oppone con la massima decisione ad ogni forma di superficialità e di indifferenza». Mediante un atteggiamento critico, egli visita, tenta di coltivare, di custodire e abitare, affonda letteralmente le mani nella “materia” della propria esistenza, poiché essa si impone come la manifestazione di un’alterità irriducibile.
Un’esperienza questa che non può che essere attuale, senza rimpianti per un passato omesso o tendenze avanguardiste rivolte ad un futuro ipotetico. Nel presente si dà il lavoro dell’artista.
Anacronisticamente è un termine sintetico, restituisce la possibilità di far affiorare la purezza dell’ex Convento dell’Annunciata di contro a opere che non appartengono alla sua temporalità, e che tuttavia ne diventano parte. Viceversa, lo si può leggere anche al contrario, per il fatto che l’Annunciata non ha origine nella nostra epoca, eppure si lascia fruire, stimola la percezione e genera immagini. È un luogo, altro, “non nostro”, che “diventa nostro”.
Fondato da Galeazzo Maria Sforza a compimento di un voto fatto per essere sopravvissuto a un agguato, l’ex Convento dell’Annunciata viene consacrato nel 1477 con il titolo di “Santa Maria Annunziata” e affidato all’Ordine dei Frati Minori Osservanti legati alla predicazione di San Bernardino.
Nel tempo ha modificato la sua funzione. Infatti, dopo la soppressione nel 1810, è stato l’Ospedale degli Incurabili di Abbiategrasso, per poi divenire deposito, un’officina e foresteria. Dopo il recente restauro, l’Annunciata ha svelato una stratificazione di tempi eterogenei che inevitabilmente, nel suo fascino, l’intero complesso ancora porta con sé. A ciò va aggiunto il ciclo di affreschi datato al 1519 ad opera del pittore leonardesco Nicola Mangone detto il Moietta.
Inaugurazione 24 ottobre ore 19
Complesso di Santa Maria Annunciata
via Pontida 02 Abbiategrasso
sab-dom 10-13 e 15-19, lun-ven 16-19
ingresso libero