Viva la Vida, Viva la Muerte. "Nella coazione a ripetere, si affaccia l'istinto fatale verso l'indistinto, verso il destino fossile, nella faglia occipitale, parietale, terminale".
L’eterno confronto tra la maestosità dell’essere umano con la sua superiore sfera cognitiva ed il suo complesso corredo emozionale ed …. un mucchietto di ossa. Due realtà lontane ma incredibilmente vicine nella commedia della vita. Da un lato l’arroganza del mito dell’invulnerabilità/invincibilità, accostato alla sobria mitezza di poveri resti. Quel che rimane non è quello che abbiamo avuto in vita, il nostro ceto sociale, la nostra posizione di potere terrena, ma il ricordo di quelli che ci hanno conosciuto ed amato per quello che siamo stati e per quello che siamo riusciti a trasmettere loro.
Enrico Berardi
Cresce a Monza e crede che l’unica cosa che rende l’uomo simile a Dio sia la capacità/possibilità di creare.
Amante della natura ne trae spunto per le sue… creazioni, che in due o tre dimensioni non perdono mai il contatto con il… creato.
Viva la Vida, Viva la Muerte
Allegria latina di carnevale sotto una pioggia profumata di petali, odori e coriandoli di polvere di vita, colorata caotica sospesa. Ambigua, paludata, la morte indossa l'ennesima maschera e attraversa una terra meticcia, un territorio di confine.
Sotto l'oroscopo micidiale, letale allegoria medievale, danza macabra, trionfo della fine nella compostezza definitiva del rigor mortis di sogni immobili.
È sempre commorienza di tutti, compresenza con l'assenza, commistione di ombre. Simultaneo intrecciarsi di nascita e fine.
Corrispondenze misteriose tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nel digrignare grintoso il sibilo nascosto nel sorriso della iena ridens. Il dubbio amletico e lo sforzo atletico di interrogarsi sul senso dell'esistenza in un tetro teatro di spettri. Interpellati da una terribile voce priva di consolazione.
Una partita a scacchi senza scampo subendo l'astuzia irresistibile della nera regina. L'occhio vuoto contempla la cavità interna, l'inferno privato di tutta la vanità del potere per la sopravvivenza. Nel bronzo della Cripta dei Cappuccini, nelle tombe di resti senza cuori. Nel piombo della notte Memento mori di morituri impazienti, nei sospiri senza respiri di renitenti impenitenti. Composti tra voci sommesse dei sommersi.
Nella coazione a ripetere, si affaccia l'istinto fatale verso l'indistinto, verso il destino fossile, nella faglia occipitale, parietale, terminale. Il viaggio esotico termina dove comincia il nuovo giorno, dove la parola cessa di significare e il corpo riprende a parlare con segni indelebili intagliati sulla pelle. L'orologio astronomico barocco con la sua parata di sinistri rintocchi, figure di tarocchi sfilati dal calendario impazzito si affrettano alla beffa finale, perché il tempo non si perde, il tempo ci perde. La sposa in nero ha smesso l'abito, già abbandonato nel tempo impolverato. Sotto la bandiera pirata.
Vittorio Raschetti
Inaugurazione 13 novembre
Casa della luna rossa
via Lambro, 1 Monza
00-24
ingresso libero