Antonio Camardi
Danilo Colizzi
Luciana De Ciro
Leo De Castri
Annamaria Franchini
Annamaria Masi
Rosaria Sara Roselli
Francesca Vetrano
Spyridon Trousas
Massimo Giusto
Immagini che galleggiano sospese ad un filo fragile come un sospiro. Paesaggi precari, in disfacimento, tanto fantasmatici da non essere, in alcuni casi, riconoscibili come tali.
a cura di Massimo Giusto
Espongono:
Antonio CAMARDI, Danilo COLIZZI, Luciana DE CIRO, Leo DE CASTRI, AnnaMaria FRANCHINI, AnnaMaria MASI, Rosaria Sara ROSELLI, Francesca VETRANO,Spyridon TROUSAS
La concezione della canonica “Pittura di Paesaggio”,nella fisionomia dell’arte contemporanea, offre interessanti spunti interpretativi di questo nostro sempre più complesso e variegato contesto socio culturale. Al di là delle scelte stilistiche, degli artisti qui presentati, il tema lascia intravedere l’urgenza di riappropriarsi di quei presupposti mediante modalità espressive che palesano sempre più l’esigenza di manifestare quel naturale rapporto di reciproca interdipendenza tra microcosmo e macrocosmo.
Se è vero che Il paesaggio nell’arte contemporanea può essere interpretato come parte di un programma di demistificazione, come presa di distanza critica rispetto ai miti coltivati dalle varie società, inevitabilmente esso diviene modalità di confronto con la variabilità e la molteplicità dei costumi della società contemporanea. Il paesaggio, quindi, come strumento per esprimere l'inconscio, ma anche un orientamento politico o una classe sociale.
I modi in cui si è deciso di addentrarsi nel tema sono assai diversi e rispondono a criteri metodologici persino opposti, ma tutte le opere, drammaticamente poetiche, sono visioni del mondo scorte attraverso un velo di pittura ad olio, una manipolazione di metalli preziosi, un uso della spatola, finanche un appropriato impiego di mezzi informatici, il tutto in sequenze che ora delineano ora deformano la realtà, fino a mutarla in un sogno.
Nascono cosi immagini che galleggiano sospese ad un filo fragile come un sospiro. Paesaggi precari, in disfacimento, tanto fantasmatici da non essere, in alcuni casi, riconoscibili come tali, confusi, come sono, in volti corrucciati. Scorci paesaggistici, insomma, che nella realtà sono ormai dissolti in un gioco tragico e sottile, invadente ed ambiguo, come invadenti ed ambigue sono l'Arte e la vita.
Massimo Giusto
Inaugurazione 14 novembre ore 18.30
Galleria Comunale di Taranto
P.zza Castel Sant'Angelo Taranto
tutti i giorni 10.30-12.30 e 17.30-20
ingresso libero