Le scene sono dominate da palazzi di cemento, da dighe, ponti e altre infrastrutture del periodo comunista. L'artista utilizza la pittura per raccontare gli effetti di un'utopia fallita.
Siamo felici di annunciare la prima mostra in Italia del pittore rumeno
Serban Savu, uno degli esponenti più importanti dell'ormai celebre scuola
di Cluj-Napoca.
Il "Comunismo" (o qualsiasi altra cosa fosse) ha continuato a lungo la sua
esistenza in Romania, dopo essere stato dichiarato ufficialmente morto.
Comunque non è questo ciò che mi interessa, non è il "Comunismo" o il
regime, ma le conseguenze, gli effetti di un'utopia fallita.
Dopo gli studi Savu vinse una residenza di due anni a Venezia, che divenne
una tappa fondamentale della sua formazione e gli permise di studiare la
pittura veneziana. Una volta rientrato a Cluj cominciò a guardare la
realtà che lo circondava con occhi diversi, mettendo a confronto due
culture differenti. I soggetti dei dipinti di Savu sono scene di lavoro e
di tempo libero in Romania, una realtà quotidiana ritratta con magistrale
equilibrio. In tutti i suoi quadri il paesaggio è molto importante, ha la
valenza quasi di un personaggio, definisce gli altri protagonisti e
conferisce significato all'intera scena. Il punto di vista rimane sempre
rialzato e distante, per dare maggiore chiarezza a ciò che viene
rappresentato.
Le scene sono dominate dai palazzi di cemento, dalle dighe,
dai ponti e altre infrastrutture del periodo comunista. L'artista utilizza
la pittura come strumento per esprimere determinate idee, ma senza per
questo trascurarne il linguaggio.
Cerca di non essere legato ad un
approccio formale, alcuni dei suoi lavori infatti sembrano quasi
impressionisti mentre altri sono più realisti. L'obiettivo è quello di
trovare la giusta voce per ogni dipinto e la storia dell'arte è un
prezioso alleato per il suo scopo ultimo: parlare della società in cui
vive. Savu sa trovare la bellezza nell'ordinario e nella vita di tutti i
giorni, utilizzando colori puri e immergendo anche le colate di cemento e
le rovine del comunismo in una luce morbida e calda, quasi da paesaggio
veneziano del Cinquecento, mostrando così la ricerca di pace e armonia
anche all'interno di luoghi inospitali.
Per la mostra a Milano dal titolo Sometimes my Eyes are the Eyes of a
Stranger l'artista ha deciso di esplorare cinque modi differenti di
guardare la realtà: lo sguardo dello spettatore, quello del voyeur, del
solitario, quello dall'alto e la visione notturna.
Serban Savu è nato a Sighisoara in Romania nel 1978 e vive a Cluj. Il suo
lavoro è stato esposto in gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 2014 ha partecipato alla mostra Romanian Scenes all'Espace Culturel
Louis Vuitton a Parigi. Nel 2013 ha esposto al Centro per l'Arte
Contemporanea di Ujazdowski Castle a Varsavia, al Rudolfinum di Praga e
all'Arken Museum di Copenhagen. Nel 2009 e 2007 è stato invitato a
partecipare alla Biennale di Praga.
Immagine: Serban Savu Cinema 2014 oil on board, cm 61 x 98
Inaugurazione 19 novembre alle 18.30
Galleria Monica De Cardenas
via Francesco Vigano', 4 - Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15 - 19
Ingresso libero