Portraits' warehouse. Il tema di questa installazione e' il "magazzino" delle opere. Nei suoi quadri Pagani "mette in scena il 'rimosso' ed esalta il mostruoso" (D. Angerame)
Il tema di questa installazione è evidentemente (semplicemente) il "magazzino" delle opere. Il pensiero corre subito agli sterminati depositi dei grandi musei, che occultano nel loro ventre parte integrante della Storia dell'Arte (ricordo ancora quando, a Monaco, appresi con sconforto che l'opera Der Krieg di Franz Von Stuck si trovava appunto nel magazzino della Neue Pinakothek). In realtà l'idea per questa mostra al mimumo mi è sorta soprattutto in relazione all'invito che ho ricevuto, tempo fa, dal sito tenwordsandoneshot.com, in cui alcuni artisti di tutto il mondo venivano chiamati a postare una foto del loro studio, o comunque di un luogo relativo al loro lavoro in un senso più intimo rispetto all'esposizione in una galleria. Alcune di queste immagini hanno poi dato vita ad un catalogo, in cui vediamo appena alcuni scorci di opere, le loro ombre, a volte solo l'eco della loro presenza, passata o futura. Io ho preferito non immortalare il luogo dove effettivamente dipingo, a cui darei un significato molto relativo, quanto lo scarno locale dove i miei quadri sostano in attesa di eventi (mostre, vendite...) che forse mai accadranno, non per tutti almeno. Una sorta di limbo. Che qui ripropongo (simulacro di magazzino). Warehouse.
Testi da mostre precedenti: Pagani inserisce l’elemento originale della “defigurazione” dei volti dei personaggi. In questo modo mette in scena il “rimosso” ed esalta il mostruoso, il perturbante, (..) costruisce una propria narrazione, tracciando le tappe di un percorso favoloso che non ha più capo né coda, ma soltanto personaggi bizzarri ritratti dentro una dimensione i(pe)rreale, lacerata e tra figurazione ed astrazione. Nicola Davide Angerame
(...) Pagani incorpora sistematicamente i materiali visivi che definiscono (e conservano) l'estetica dei periodi (storici, estetici) a lui affini. E li archivia ordinatamente, silenziosamente, come pellicole, sui propri scaffali mentali. Alcune nicchie culturali esercitano su di lui una particolare impressione, in forza di una magia, di un potere di suadenza estetica.(..) La forma classica, pulita, del quadro, è dunque un metodo contraccettivo, d'igiene stilistica, che preserva la misura della confezione, senza impedire al contenuto di aprire ad una dimensione perfino estatica.(..) L’identità dei personaggi raffigurati (..) all’improvviso viene negata. E’ uno scoppio gestuale di colore ad annientare l’uomo (nella sua finzione), esplodendogli la testa in un contrappunto pittorico che è sparo. Gianluca D'Incà Levis
Alessandro Pagani
Nato a Milano nel 1973
Diplomato in Scenografia all'Accademia di Brera
www.alessandropagani.com
Mostre principali:
DC013/Roccedimenti - Nuovo Spazio di Casso (PN) - a cura di Gianluca D'Incà Levis, Guido Bartorelli - 2013
Das Unheimliche - Loft Gallery, Corigliano Calabro (CS) - a cura di Niccolò Bonechi - 2012
DC paint/one - Dolomiti Contemporanee, Sass Muss (Sospirolo - BL) - a cura di Gianluca D'Incà Levis - 2011
Combat Prize - Palazzo Bottini Dell'Olio, Livorno - 2011
Once upon a time - Whitelabs, Milano - a cura di Nicola Davide Angerame – 2011
ArtVerona (Independents), Verona - 2010-11
46/09 - Galleria Biagiotti, Firenze - a cura di Gianluca D'Incà Levis - 2009
GaBls - Palazzo Crepadona, Belluno - a cura di Gianluca D'Incà Levis - 2008
Micromuseo
Casa della luna rossa
via Lambro, 1 Monza (MB)