Laura Ambrosi, Irina Novarese. Il progetto si propone di porre l'accento sui vuoti, intesi non solo come assenza, ma anche come cesura, frattura, dissonanza, scarto. Elementi che vale la pena di rimettere costantemente in discussione per evitare i rischi dell'asservimento all'abitudine e alla standardizzazione. O la tentazione subdola di cadere preda del sentimento della nostalgia.
Laura Ambrosi
Irina Novarese
A cura di Tiziana Conti
E' la dis-accumulazione, non l'accumulazione, dei significati, che ci fa complici dell'immagine.
J. Baudrillard
Le opere sono punti interrogativi e nemmeno tramite la sintesi diventano univoche.
T.W.Adorno
Uno dei dati fondamentali dell'arte dell'ultimo decennio è la messa in questione
del linguaggio espressivo. Il registro della multiformità , l'attenzione ai
meccanismi di manipolazione del comunicare, la costruzione di diversi modelli
culturali che hanno soppiantato l'univocità monolitica e indiscutibile della
ricerca, inducono a considerare l'opera come un testo aperto, contingente,
metaforico rispetto al quotidiano. Di qui discende come conseguenza primaria il
prevalere non dell'esemplarità del linguaggio, ma dell'eclettismo dei linguaggi,
la costruzione di un'immagine dell'arte nella quale è predominante il suo
"status". L'opera è la risultante di processi concreti il cui scopo primario è
rivelare connessioni tra metodiche ed esperienze: un flusso ininterrotto
all'interno di un percorso mentale e percettivo, intessuto di rapporti tra forze
centrifughe che segnano le relazioni tra soggetto e contesto.
Il lavoro di Laura Ambrosi si colloca all'interno di questo discorso, sul
crinale tra scultura e design: l'oggetto estetico si configura come un captatore
di situazioni. Filo conduttore della ricerca è l'"abito", mai oggetto feticcio,
quanto piuttosto metafora dell'habitus, vero e proprio modo di esistere, di
svelarsi ( mai definitivamente), di far emergere momenti e situazioni di vita.
Una narrazione fluida, costruita sul trasformarsi delle consapevolezze e dei
bisogni, sottolineata dall'urgenza dei desideri e delle pulsioni. Una storia
privata che definisce anche la fuga verso il regno dell'immaginazione
produttiva, in grado di riscattare le tensioni quotidiane, in un gioco leggero
di rimbalzi, di deviazioni dal percorso, di esperienze ironiche, provocatorie,
trasgressive, sensuali, erotiche, di un edonismo che riscatta l'ansia. L'io e
l'alterità diventano gli elementi polari di un'avventura fisica e mentale
insieme: si veda un lavoro esemplare in tal senso, La borsa di Winnie, il cui
contenuto è costituito dagli infiniti, talora insignificanti, dettagli
esistenziali. La materia usata per realizzare i lavori è molto spesso il
metacrilato, la cui perspicuità induce un'idea di leggerezza, di assenza; nei
lavori più recenti il colore "evanescente, neutro o trasparente" evoca luce e
suono come naturale complemento. Il vuoto, cui allude il titolo della mostra, è
visto come un'opportunità in positivo, un'assenza indefinita - ritorna al
riguardo il pensiero di T.W.Adorno- da cui tutto diviene. Yesterday-tomorrow:
dal passato, ovvero dal già - tutto- detto al futuro da definire.
Ho identificato nel linguaggio fotografico due tipologie fondamentali: la
dimensione introiettiva , nella quale il medium misura la sua autointensitÃ
dall'interno e quella estroversiva, che tende a costruire intarsi e topografie
situazionali. Mi sembra che la ricerca di Irina Novarese si inquadri in questo
secondo ambito. Una fotografia, dunque, che rivela un'attenzione peculiare ai
rapporti tra dettagli e globalità , alle costellazioni mutevoli che
caratterizzano l'esistenza. Uno dei punti focali dei primi lavori sono le
marginalità e l'omologazione nel contesto metropolitano. Architetture di edifici
standardizzati, spersonalizzati, ridotti allo scheletro piatto. Investigare
questa realtà e renderla comunicabile significa indurre ad una riflessione
sull'anonimità dell'esistenza. In questo senso l'analisi delle architetture di
regime assume un significato ben preciso: è la metafora della perdita di
identità , di quella"misura d'uomo" che dovrebbe invece contrassegnare la
dimensione urbana. L'immagine , per dirla con Andreas Gursky, risulta in questo
modo "un dato di fatto credibile e autentico", un documento plausibile . Un
ruolo fondamentale viene giocato in misura sempre maggiore dalla memoria,
individuale ma amalgamata con quella collettiva. Le installazioni recenti si
avvalgono dell'utilizzo di una combinazione di elementi, sonoro, luminoso e
video, medium che consente una diretta e consequenziale presa di osservazione su
flash di realtà .
Il progetto Blanks si propone, dunque, di porre l'accento sui vuoti, intesi non
solo come assenza, ma anche come cesura, frattura, dissonanza, scarto. Elementi
che vale la pena di rimettere costantemente in discussione per evitare i rischi
dell'asservimento all'abitudine e alla standardizzazione. O la tentazione
subdola di cadere preda del sentimento della nostalgia.
Nessuno sa quale misteriosa attrazione gravitazionale leghi ancora gli sparsi
frammenti della realtà .
J.Baudrillard
Immagine: Irina Novarese, installazione Atomi-co, En Plein Air, Pinerolo (To)
Inaugurazione 11 marzo '04 fino al 5 aprile '04
ore 21
Associazione Culturale
Machè
Via della Consolata 9/g
10122 Torino Italy
Tel. 011/4364122