Galleria Fatto ad Arte
Monza (MB)
via Manzoni 16
039 2312002 FAX 039 2312628
WEB
Diversamente morbidi
dal 10/3/2004 al 3/4/2004
039 2312002 FAX 039 2312628
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Ad Arte




 
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10/3/2004

Diversamente morbidi

Galleria Fatto ad Arte, Monza (MB)

Materia colore segno intreccio. Una mostra che indaga, attraverso sei diverse esperienze le ricerche di artigianato artistico applicate al mondo del tessuto e del non-tessuto. In mostra ci saranno infatti anche oggetti realizzati con la carta, lavorata in morbidi intrecci, e con la tecnica del feltro, che non utilizza alcun tipo di intreccio ma che realizza oggetti a partire dalla materia prima grezza.


comunicato stampa

Una mostra che indaga, attraverso sei diverse esperienze (tutte al femminile) le ricerche di artigianato artistico applicate al mondo del tessuto e del non-tessuto. In mostra ci saranno infatti anche oggetti realizzati con la carta, lavorata in morbidi intrecci, e con la tecnica del feltro, che non utilizza alcun tipo di intreccio ma che realizza oggetti a partire dalla materia prima grezza.

Le artiste invitate:

-Atelier FuoriClasse di Matilde Trapassi è un gruppo di ricerca artistica specializzato nella sperimentazione e realizzazione di 'tessuti di ricerca'. Dell'atelier fanno parte alcune ex-studentesse di Matilde Trapassi (insegnante di Decorazione all'Accademia di Belle Arti di Brera) e si può considerare quindi una sorta di proiezione all'esterno del lavoro didattico svolto in Accademia. In particolare, le ricerche sulla lavorazione del FELTRO, riprendono la tradizione della lavorazione tipica dei paesi nordici, realizzando manufatti di alto contenuto artistico unito alla costante ricerca sulle tecniche di realizzazione, che consente di creare opere sempre uniche e diverse. Il feltro non si può definire un 'tessuto' in quanto non è formato dall'intreccio di una trama e di un ordito, ma bensì dalla manipolazione diretta della materia prima (la lana cardata) con l'acqua e il sapone.

-Masayo Ave, designer giapponese da tempo attiva a Milano, definisce il suo lavoro 'un design per il tatto e la sensazione', attribuendo al senso del tatto importanza essenziale per entrare in comunicazione con l'oggetto. Attraverso l'attenzione, l'osservazione e la manipolazione artistica, Masayo Ave svela le qualità nascoste dei materiali, enfatizzandone la forza espressiva. Il suo progetto si sviluppa direttamente dalle mani, manipolando la materia per portare la materia stessa a parlare di se. Utilizzando l'antica tecnica giapponese Shibori, tecnica complessa di modellazione del tessuto, è riuscita a rendere tridimensionale la materia bidimensionale. Questa tecnica è utilizzata dalla designer per creare accessori decorativi per il corpo ma anche oggetti e lampade poetiche e affascinanti.

- Christine Deforges, parigina, diplomata alla Scuola Nazionale di Arti Decorative, da anni vive e lavora vicino a Milano. Le sue opere - i tessuti, gli arazzi, i tendaggi, le lampade, gli oggetti di design - sono caratterizzati da intrecci e trame molto ricercate ma non sono realizzati con alcun tipo di filato bensì con la carta, e per la precisione con la carta utilizzata per produrre le bustine del tè. La carta, morbida e vellutata, delle bustine del tè restituisce, negli intrecci e nelle composizioni di Christine Deforges, la sensazione tattile di un tessuto. I pezzi unici di Christine sono il frutto della sua ricerca sull' 'architettura del tessuto' (sua la definizione) che si pone come diaframma tra un dentro e un fuori, un interno e un esterno.

-IMAGO MUNDI (Annalisa Cocco e Roberta Morittu), giovane azienda di Cagliari che ripropone, rivisitandole e attualizzandole, le antiche tecniche di tessitura della tradizione sarda, riprendendo anche nelle forme e nelle tipologie degli abiti e degli accessori, oltre che negli intrecci tessili, la tradizione di questa regione. La ricerca, l'esperienza nel mondo del design e la conoscenza delle lavorazioni tradizionali tessili della Sardegna sono gli elementi che Annalisa Cocco e Roberta Morittu hanno utilizzato per creare una collezione di abiti e accessori dalla linea essenziale e sofisticata. La tradizione trova un senso reale e positivo nel mondo contemporaneo solo se intimamente rispettata, per cui non volgarmente mercificata, e resa vitale dall'incontro con nuove esperienze.
I capi in puro lino, interpretati e indossati in diversi modi mantengono sempre l'essenziale originalità dei modelli.
La preziosità e la particolarità delle lavorazioni ottenute con la tessitura manuale rendono ogni capo unico nelle sue molteplici varianti, rispondendo inoltre all'attuale esigenza di ricerca del capo personalizzato e in contrasto con la massificazione esagerata del gusto. L'abito interpreta e supera le tendenze, diventa oggetto testimone di memoria, cultura e creatività. Un esempio di lavorazione che rispetta il Genius Loci del luogo attualizzandolo alle esigenze della nostra contemporaneità.

- Nadia Nava, artista milanese, che da tempo affianca all'attività artistica l'interesse per l'artigianato tessile. Durante i suoi viaggi all'estero ha approfondito lo studio delle antiche tecniche di tintura dei tessuti, BATIK E PLANGI (SHIBORI) che utilizza per tingere e decorare seta, canapa, velluto. BATIK, in indonesiano significa 'punteggiare' e in effetti nella tecnica batik si copre il tessuto con gocce di cera che creano delle riserve prima della tintura; PLANGI significa 'molti colori' perché attraverso legature, cuciture e piegature nel tessuto prima della tintura, si ottengono riserve che assorbono diversamente il colore creando effetti diversi. Nadia Nava crea tessuti per l'arredamento e per la moda e collabora con diversi stilisti, tra gli altri Romeo Gigli, Stephan Janson, John Galliano, Lawrence Steel, Versace, Prada.

- Nanette Libiszewski, artista ricercatrice delle molteplici potenzialità espressive del tessuto, vive e lavora in Italia da 42 anni. Il suo lavoro di ricerca parte sempre dalle caratteristiche intrinseche alla materia che utilizza - sia essa lana, cotone, seta o altro – individuandone la forza e il carattere nel colore, nel tipo di intreccio, nel peso, nella morbidezza.
Da qui inizia il lavoro di manipolazione che porta ad una trasformazione del tessuto nella struttura e nel colore con risultati affascinanti e spesso sorprendenti. La forma stessa del prodotto finito, il prodotto che sarà il frutto del lavoro, è già parte della materia di partenza, e Nanette lo fa nascere attraverso la sua ricerca e manipolazione.

Fatto ad arte
via Matteo da Campione 8
Monza (MI)

IN ARCHIVIO [10]
Gabriella Sacchi
dal 17/3/2006 al 24/3/2006

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