Un'esposizione dedicata alla liberta' d'azione sulle opere d'arte, una liberta' istintiva e redentrice che agli occhi attenti e percettivi emerge dal primo sguardo.
L’ultima esposizione di un anno dedicato all’arte e alle parole, non parole qualsiasi, ma le espressioni meno note tratti da libri diversi in cui trovarsi e perdersi, perché l’arte è ovunque. Banana Yoshimoto chiude il ciclo espositivo del Centro Culturale Zerouno e lascia che sia il suo primo romanzo scritto nel 1988, Kitchen, a lasciare un segno. Da sempre l’arte è ritenuta una forma d’espressione grandiosa ed avvincente, punto di riferimento per l’artista che appunta in essa il proprio sentire ed i propri punti di vista con umiltà estrema; da sempre le opere d’arte sono una ‘cosa straordinaria’ per taluni e ‘una cosa da niente’ per altri: la naturalezza con cui si dipinge affida in chi crea e in chi osserva ‘sensazioni indefinibili’ in cui le parole non servono sino al punto di sentirsi come in un sogno.
Sicuramente c’è ancora tanta strada da percorrere, ma ciò che conta sono le emozioni avvincenti e sconvolgenti che ogni opera trasmette grazie a quattro artisti grandiosi che in sala, tra astrazione e figurazione, attirano il pubblico in forma coinvolgente ed avvincente. Un’esposizione dedicata alla libertà d’azione sulle opere d’arte, una libertà istintiva e redentrice che agli occhi attenti e percettivi emerge dal primo sguardo. Alessandro Cinardo si avvale di una figurazione concettuale dove tronchi intricati di plastica nera individuano legami tesi, strettissimi in una morsa visiva affascinante e seducente allo sguardo che mette in trappola l’osservatore alla ricerca di una comprensione sempre diversa.
Elvira Salonia è una grande artista figurativa, maestra d’arte che riempie i suoi tratteggi di significati latenti in cui perdersi nella magia dei toni e nei significati splendenti e profondi. Si avvale dell’olio e della grafite curando i dettagli con grandiosità sorprendente, poiché in quei dettagli c’è la proporzione della sua arte. Donatella Violi è una anima dalla grandezza smisurata che dipinge: non ci sono gesti o mani che danzano tra i colori, né la mente detta le creazioni, solo l’anima gestisce e cerne ogni opera d’arte che diviene un capolavoro di emozioni. Non servono le parole per la Violi, tanto è stato scritto di lei, poichè lo sguardo perderebbe il fiato davanti a tanti batticuori. Maria Zimari è un tripudio visivo di colori e gesti, spirito coinvolgente ed energico che trasferisce l’energia quotidiana nei tratti dilaganti di una gestualità impulsiva ed intrigante. Quanta libertà nelle opere d’arte, quanto entusiasmo in uno spirito provato dalla vita che vive grandemente nell’arte e con l’arte, grande compagna con cui si esprime smisuratamente in forma considerevolmente maestosa.
[…] Sembrava una cosa straordinaria e allo stesso tempo una cosa da niente. Un prodigio, ma anche la cosa più naturale del mondo. Conservo in me una sensazione indefinibile, che le parole potrebbero dissolvere.
C'è ancora tanta strada. Forse nel susseguirsi delle notti e dei risvegli che verranno, uno dopo l'altro, anche questo momento diventerà un sogno.
Banana Yoshimoto, Kitchen
Inaugurazione 12 dicembre ore 18
Centro Culturale Zerouno
via Indipendenza, 27 Barletta
lun-ven 17 - 20, sab e tutte le mattine su appuntamento, dom chiuso
ingresso libero