Agostino Bonalumi
Alberto Biasi
Enrico Castellani
Franco Costalonga
Dadamaino
Lucio Fontana
Turi Simeti
La mostra riassume i caratteri dell'arte degli anni '70, slegata dal realismo e dall'immagine, che fa da ponte verso l'imminente stagione del concettuale e dell'Arte Povera. Opere di Agostino Bonalumi, Alberto Biasi, Enrico Castellani, Franco Costalonga, Dadamaino, Lucio Fontana, Turi Simeti.
Jerome Zodo Contemporary è orgogliosa di presentare la mostra
Cinetica Monocroma Spaziale Astratta
con le
opere di
Agostino Bonalumi, Alberto Biasi, Enrico Castellani, Franco Costalonga, Dadamaino, Lucio Fontana,
Turi Simeti.
A giudicare dall’interesse critico, mercantile e collezionistico, si ha l’impressione che il calendario dell’arte
italiana si sia fermato agli anni ’70.
I motivi sono diversi, a partire dall’affermazione di quel gusto vintage oggi presente non solo nell’arte ma anche
nel design, nell’architettura e nella moda per cui tendiamo a identifcarci, forse rifugiarci, in un passato recente
del quale abbiamo memoria vissuta. Oppure perché il periodo tra anni ’60 e ’70 ha costituito un momento
particolarmente effervescente della nostra cultura: era forte il desiderio di cambiamento, l’avanzata culturale e
sociale verso una forma di possibile utopia e l’arte veniva ancora intesa come il territorio della ricerca
d’avanguardia. Allora insomma l’Italia in particolare, ma l’Europa in generale, era considerata la culla della
sperimentazione, mentre oggi necessariamente dobbiamo rivolgere lo sguardo ad altri Paesi del mondo, alcuni
davvero lontani, per rintracciare le stesse energie di allora.
Questa mostra presentata da Jerome Zodo Contemporary si intitola
Cinetica Monocroma Spaziale Astratta
e
riassume i caratteri principali di tutta quell’arte, slegata dal realismo e dall’immagine, che fa da ponte a un
transito nuovo verso l’imminente stagione del concettuale e dell’Arte Povera:
cinetica
perché presume una
struttura in movimento, instabile, e pone il problema dell’opera dal punto di vista dell’osservatore in quanto
coprotagonista della ricerca;
monocroma
, in quanto a partire dalla celebre mostra
Monochrome Malerei
del
1959 a Leverkusen in Germania vede il nodo della contemporaneità nel colore assoluto, scelta condivisa in
Europa come negli Stati Uniti;
spaziale
perché a partire dall’elaborazione dell’omonimo
Manifesto
nel 1948,
sarà il maestro
Lucio Fontana
ad aprire verso una nuova sensibilità teorica e visiva, nella stessa epoca in cui
l’uomo sorvola l’orbita terrestre per approdare, infne, sul suolo lunare;
astratta
, infne, per la ferma e convinta
rinuncia a qualsiasi forma realistica, ritenuta un limite dell’opera stessa e non abbastanza al passo coi tempi.
Di Fontana si sottolineava il ruolo di precursore assoluto, fgura chiave soprattutto nell’arte a Milano, la città
dove ha operato e dove è scomparso nel 1968, un anno decisamente simbolico alla fne di un decennio forse
irripetibile per la nostra cultura. Molti dei protagonisti della mostra sono peraltro ancora in piena attività, lungo
una linea di coerenza, rigore ed estro, mentre alcuni sono scomparsi di recente.
Agostino Bonalumi
è morto
esattamente un anno fa, nel settembre 2013, così come
Dadamaino
che ci ha lasciati nell’aprile 2004, avendo
visto crescere l’interesse per un lavoro davvero importante, in un’epoca in cui si contavano pochissime donne
attive nell’arte italiana, e oggi viene giustamente considerata nella sua giusta importanza.
Turi Simeti
(1929),
Enrico Castellani
(1930),
Franco Costalonga
(1933),
Alberto Biasi
(1937) appartengono alla
“generazione anni ‘30”, la più prolifca se si estende lo sguardo a tutto il panorama dell’arte italiana. Giusto che
vengano fnalmente letti in una chiave diversa, alla luce degli sviluppi attuali, a conferma del loro ruolo
culturale complesso e articolato.
Con il contributo curatoriale di Luca Beatrice
Inaugurazione 25 settembre, 2014 ore 18.00 - 21.00
Jerome Zodo Contemporary
via Lambro, 7 - 20129, Milano
Lunedì - venerdì, 10 - 19
Ingresso libero