Maria Grazia Cavenaghi-Smith - Milano European Parliament
Oggi, 16 marzo 2004, ricorre il 25mo anniversario della morte di Jean Monnet (1888-1979), uno dei padri fondatori dell'Europa unita.
25mo anniversario della morte di Jean Monnet:
'Noi non coalizziamo degli stati, uniamo gli uomini'
Oggi, 16 marzo 2004, ricorre il 25mo anniversario della morte di Jean Monnet (1888-1979), uno dei padri fondatori dell'Europa unita. Fin da giovane attivo nel campo della politica internazionale, Segretario generale della Società delle Nazioni ai tempi della sua creazione (1919), poi entrato nel campo della finanza mondiale, realizza con lo scoppio della seconda guerra mondiale che la sola soluzione per la pace in Europa è l'unificazione: 'Non ci sarà pace in Europa se gli stati si ricostituiscono su una base di sovranità nazionale, con tutto ciò che questo implica in termini di politica di prestigio e di protezione economica. I paesi europei son troppo piccoli per assicurare alle loro popolazioni la prosperità e gli sviluppi sociali indispensabili. Gli stati europei devono unirsi in una federazione o in un'entità europea che ne faccia un'unità economica comune'. Già nel 1940, propone a De Gaulle e Churchill un ambizioso progetto di unione totale tra Francia e Germania per permettere ai due paesi alleati di sconfiggere il nazismo. Il trattato non sarà mai firmato, ma, alla fine della guerra, Monnet ripropone l'unificazione come via per ristabilire la pace in un'Europa ormai devastata dai conflitti. Il 9 maggio 1950 Robert Schuman, Ministro degli Affari Esteri, rilascia una dichiarazione a nome della Francia, preparata da Jean Monnet, che porrà le basi per la costruzione della prima Comunità europea (CECA, Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio), 'la prima assise concreta di una federazione europea indispensabile alla preservazione della pace'.
Primo Presidente dell'Alta Autorità (che si trasformerà in seguito nell'attuale Commissione europea), nel suo primo discorso all'Assemblea comune (futuro Parlamento europeo) Monnet insiste sulla necessità che le due istituzioni collaborino per il futuro comune dell'Europa. 'Questa Unione non si può fondare solo sulla buona volontà . Sono necessarie delle regole. Gli eventi tragici che abbiamo vissuto ci hanno forse reso più saggi. Ma gli uomini passano, altri prenderanno il nostro posto. Ciò che possiamo lasciar loro, non è la nostra esperienza personale, che sparirà con noi; sono le istituzioni. La vita delle istituzioni è più lunga di quella degli uomini e le istituzioni possono anche, se ben costruite, accumulare e trasmettere la saggezza delle generazioni successive.
La grande rivoluzione europea della nostra epoca, quella che sostituirà alle rivalità nazionali l'unione dei popoli nella libertà e nella diversità , la rivoluzione che renderà possibile una rifioritura della nostra civiltà e che le permetterà una nuova rinascita, comincia in questi giorni in cui si costituiscono le prime istituzioni sopranazionali dell'Europa. Dal momento in cui son state create queste istituzioni, l'Europa che noi vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli ha cominciato ad essere una realtà vivente'.
Parlamento europeo, Ufficio a Milano