Giacomo Bagnara
Elyron
Luca Font
Giacomo Gambineri
Marco Goran Romano
Libero Gozzini
Roberta Maddalena
Simone Massoni
Sarah Mazzetti
Mimaster
Davide Mottes
Francesco Muzzi
Gio Pastori
Tai Pera
Giordano Poloni
Emiliano Ponzi
Francesco Poroli
Jacopo Rosati
Paola Sala
Un doppio percorso in cui 20 illustratori raccontano le informazioni e le visioni di Bonvesin nel suo contesto e le sue visioni attualizzate con un linguaggio contemporaneo.
20 stanze, 20 tra i più brillanti illustratori contemporanei e un filo
conduttore: il più bel libro su Milano - anno 1288 - per raccontare
ricchezza, magnificenza e modernità di una città al centro del mondo. Di
ieri e di oggi
Un mondo per ogni stanza, un illustratore per ogni stanza e una mostra per
celebrare la forza, la modernità e la ricchezza di Milano sul finire del
1200 in un racconto parallelo con la forza, la modernità e la ricchezza di
oggi. Tratta dal grande libro scritto da Bonvesin de la Riva, De
Magnalibus urbis Mediolanensis, uno dei più straordinari volumi che siano
mai stati dedicati a una città, la mostra "TUTTI I COLORI TRANNE IL
GRIGIO. La meravigliosa Milano di Bonvesin de la Riva raccontata da 20
illustratori" celebra Milano nell'anno di Expo e apre la stagione
espositiva 2015 di Casa Testori a Novate Milanese.
La Milano di Bonvesin è una città full color, vivacissima, instancabile,
che non fa mancare niente a chi la abita. Il De Magnalibus, Le Meraviglie
di Milano nella versione italiana, è un testo minuzioso e descrittivo di
tutte le particolarità e le ricchezze che rendono unica la città. È un
libro che restituisce una documentazione precisa e insieme entusiasta
anche degli aspetti materiali della vita di Milano, riempiendo di stupore
e stimolando mille curiosità nel lettore di oggi. Un libro che non è un
saggio, ma un resoconto coinvolgente e appassionato della vita concreta
della città.
Per far rivivere questo racconto Casa Testori si è affidata alla fantasia
e alla libertà di un gruppo di nuovi illustratori milanesi cui si deve o
spettacolare percorso della mostra, un binario parallelo che unisce il
passato al presente: da una parte lo sguardo storico che accompagna il
visitatore e inserisce le informazioni e le visioni di Bonvesin nel loro
contesto; dall'altro lo sguardo immaginativo degli illustratori che
elaborano, stanza per stanza, le affascinanti visioni di Bonvesin,
attualizzandole con un linguaggio contemporaneo. A loro è affidato il
compito di riaccendere nei visitatori quello stupore e quelle sorprese di
cui sono piene le pagine di Bonvesin, per dimostrare quanto quella Milano
di allora viva nella Milano di oggi, che non è affatto una Milano che non
c'è più. Semmai è la quintessenza della Milano di sempre.
Lo spettacolare percorso, pieno di sorprese, si apre con il bassorilievo
in stile pop della Scrofa lanuta, l'animale da cui alcuni pensavano
derivasse il nome della città e che fu il primo simbolo di Milano. Una
scrofa con "la lana in mezzo": cioè un animale che serviva a tutto, ad
alimentarsi e anche a tessere vestiti. Con questo simbolo inizia la
sezione dedicata al contesto storico-geografico: nelle sale del piano
terra vengono presentati e rappresentati il personaggio Bonvesin e la
Milano in cui si era trovato a vivere e scrivere, interpretati da Emiliano
Ponzi, Elyron, Libero Gozzini, Simone Massoni, Francesco Muzzi, Davide
Mottes.
Nel grande ambiente delle scale si sviluppa l'installazione di Marco Goran
Romano, una lettura scenografica del nome Mediolanum, così come Bonvesin
la suggerisce.
Il secondo piano, invece, è dedicato strettamente al libro, evocandone,
stanza per stanza, le suggestioni più affascinanti, come i mille mestieri
che assicuravano la ricchezza di Milano, a confronto con le professioni
dell'oggi: i milanesi in armi di Giacomo Bagnara, i professionisti di
Giacomo Gambineri e Giovanni Pastori, i religiosi di Paola Sala e il
grande gigante Uberto della Croce di Sarah Mazzetti.
Milano è la prima città a km zero, perfettamente integrata nel suo
contado. Bonvesin racconta di 60 carri di ciliegie che nella giusta
stagione entravano in città, e Francesco Poroli, illustratore ricostruisce
l'ingresso dei carri, con una fantastica rappresentazione fatta sui muri
della casa con pastelli a cera. C'è poi spazio per i fiumi (Bonvesin ne
elenca addirittura 51) affidato a Jacopo Rosati, la stanza dei pesci,
degli orti, del bestiame, del legname. Troveremo la stanza dei numeri,
allestita da Elyron, dove il censimento della Milano di sette secoli fa
viene messa in parallelo con la Milano di oggi. C'è la stanza del lino,
componente importante nell'economia della città, dominata da grandi
tovaglie che scendendo dal soffitto raccontano per parole e per figure le
lavorazioni. C'è la spettacolare stanza dei campanili, delle campane e
delle pusterle che Francesco Muzzi ha immaginato come totem coloratissimi:
erano 200 campane? Ebbene il totem sarà composto dalle sagome proprio di
200 campane. Si camminerà sulla mappa della Milano città circolare,
scoprendo luoghi e strade.
Era città carnivora Milano: e la stanza del macellaio è affidata a uno dei
più fantasiosi tatuatori sulla piazza, Luca Font, mentre la quantità
mirabolante di verdure che finivano sulle tavole ambrosiane, danno estro a
Tai Pera, taiwanese ma milanese d'adozione, di mettere in scena un mercato
pieno di colori golosi. Il legno, tanto legno, arrivava per via d'acqua e
un'animazione a tutta parete di Giordano Poloni racconta questo traffico
ininterrotto. Città senza mare e senza grandi fiumi, era comunque una
città dai mille pesci (in tavola): ci sarà modo di conoscerli, uno per uno
nella stanza progettata da Roberta Maddalena. In cantina invece, le
bottiglie avranno etichette bonvesiniane immaginate dagli allievi di
MiMaster, un master che è un importante incubatore di nuovi talenti
nell'illustrazione.
In prospettiva di Expo e della centralità che la manifestazione assicurerà
a Milano, la mostra vuole essere un'occasione per permettere al disegno di
uscire dal supporto bidimensionale della carta stampata e una possibilità
spettacolare per tutti per conoscere Milano e capirne le caratteristiche
profonde, nel momento in cui la città torna al centro dell'attenzione del
mondo.
La mostra si avvale, dal punto di vista della documentazione letterario e
storica, della consulenza di Luca Doninelli, docente e scrittore, oltre
che grande conoscitore di Bonvesin.
Gli illustratori
Giacomo Bagnara, Elyron, Luca Font, Giacomo Gambineri, Marco Goran Romano,
Libero Gozzini, Roberta Maddalena, Simone Massoni, Sarah Mazzetti,
Mimaster, Davide Mottes, Francesco Muzzi, Gio Pastori, Tai Pera, Giordano
Poloni, Emiliano Ponzi, Francesco Poroli, Jacopo Rosati, Paola Sala.
La mostra è promossa e organizzata da Casa Testori Associazione Culturale
in collaborazione con il comitato promotore composto da Luca Doninelli,
docente e scrittore e che, come grande conoscitore di Bonvesin, ha curato
la documentazione letterario scientifica; Francesco Franchi, art director
di "IL" mensile de "Il Sole 24 Ore"; Matteo Riva, art director del mensile
"Vita"; Francesca Vargiu, course leader del Master in Interior and Living
Design presso Domus Academy e co-founder di kick.office; Giuseppe Frangi,
presidente dell'Associazione Giovanni Testori; Sonia Mion, Nicola
Iannibello, Sergio Caruso di "Nurant"; Massimilano Frangi, grafico; Mario
Abruzzese, architetto presso Cibicworkshop e co-founder di kick.office.
Nel progetto sono stati coinvolti anche gli allievi di Mimaster, una
realtà formativa internazionale d'eccellenza, con base a Milano.
Ufficio stampa:
Maria Grazia Vernuccio tel. 02.23163426 | cell.335.1282864
| mail: mariagrazia.vernuccio@gmail.com
Inaugurazione 14 febbrazione 18.30
Casa Testori Associazione Culturale
largo A. Testori, 13 . Novate Milanese
Orario: martedì-venerdì 10-18, giovedì 10-22, sabato-domenica 14-20. Chiuso
il lunedì
Ingresso libero