Bobi Bazlen. Settima Edizione. La Fiera mette al centro la figura dell'editore perche' crede che i progetti culturali siano l'unica via per uscire da una stasi politica, economica e culturale.
Tutto sembra congiurare contro chi voglia pubblicare libri di carta: digitalizzazioni, fusioni, irrigidimento della rete distributiva, diminuzione delle librerie tradizionali, senza considerare i bassi indici di lettura e l'analfabetismo di ritorno che in Italia è un problema stabile. Eppure l'editoria di progetto resiste e anzi a ben vedere sempre più sono a rischio chi si è cullato su mode, infatuazioni, slanci o scommesse, in una parola: chi non ha una linea, chi è senza progetto a prescindere dalla dimensione e dal fatturato.
Ciò significa che l'editore è ancora una guida utile per la piccola patria dei lettori, una zattera di salvataggio nel mare del conformismo. Dare la parola ad alcune di queste voci che passano abitualmente in seconda fila nelle fiere-baraonde consuete equivale a dare voce a chi guarda al futuro, a ciò che manca e alla comunità che viene.
Per questo la Fiera dell'editoria di progetto mette al centro la figura dell'editore anche in un momento di dilagante autorialità e mediaticità del singolo, lo fa da alcuni anni, perché crede che i progetti, anche e proprio perché complessi, siano l'unica via per uscire da una stasi politica, economica e culturale che sta profondamente mutando il Paese.
Per questa ragione gli ideatori, Giovanni Damiani, Manuel Orazi e Luca Visentini, si ostinano a credere che abbia molto senso che un dibattito del genere si faccia a Trieste, in un luogo degno e nobile come l'Antico Caffè San Marco, nel centenario dell'anniversario dell'entrata in guerra italiana, per gettare luce sulle piccole patrie editoriali che ancora fanno del nostro paese un'entità plurale e indomitamente anticonformista.
Non a caso il Friuli Venezia Giulia è la regione con il più alto tasso di lettura e di librerie che ci sono in Italia oggi e certo non sarà ozioso parlare di questo con le rinate olivettiane Edizioni di Comunità con Beniamino de Liguori Carino che presenta questo coraggioso e bellissimo progetto; con un editore come il trentino Roberto Keller, che porterà alla Bazlen una serie di libri dedicati alla prima guerra mondiale; con Nottetempo, per cui Andrea Gessner, uno dei soci fondatori, illustrerà al pubblico il recente volume Draghi di Riccardo Corsi; con Mimesis, con le sue collane filosofiche e Luca Tadio; gli sloveni di Apokalipsa, editori di Lubiana specializzati in filosofia e poesia, da anni attenti a creare un dialogo con l'editoria italiana attraverso la Fiera; i sempre presenti editori de La Giuntina, specializzati in opere ebraiche; Quodlibet, che presenta il libro di D'Ercole su Cucchi con Daniele Capra; Gaffi che anticiperà al pubblico i primi volumi delle edizioni Italo Svevo che ha fortemente voluto rilanciare; e con Matteo Codignola di Adelphi che riceverà il premio per la traduzione nella città di Bobi Bazlen. E ancora si potrà discutere con librai come Simone Volpato con il suo progetto Libreria antiquaria Drogheria 28 e giornalisti del calibro di Francesco Merlo, che presenterà il suo romanzo Stanza 707 edito da Bompiani.
Scriveva uno dei migliori intellettuali dell'antifascismo italiano, Gaetano Salvemini, che occorre marciare separati ma colpire uniti all'occorrenza: l'editoria di progetto non dev'essere da meno nella sua opera di resistenza all'omologazione e a Trieste trova il suo naturale luogo d'incontro e di battaglia squisitamente culturale.
Non è un caso che questa piccola e raffinata fiera, di cui la parte più colta dell'editoria italiana è innamorata, sia intitolata a Roberto Bazlen, una figura leggendaria e allo stesso tempo quasi evanescente e troppo poco conosciuta dell’editoria italiana. La Fiera Bazlen da anni fa proprio il motto “piccolo è bello” e procede in direzione ostinata e contraria a tutte le grandi manifestazioni dedicate alle letteratura e ai libri. Lungi dal costringere il visitatore a interminabili tour de force tra stand e banchetti in anonimi capannoni, la Fiera Bazlen propone brevi incontri con editori e autori, letture pubbliche e piccole opere da assaporare lentamente, seduti al tavolo del caffè storico, mescolandosi con gli altri avventori del San Marco, crogiolo di popoli e di culture, in cui ancora oggi la letteratura è il linguaggio parlato dai luoghi e dalle preesistenze storiche di cui qui si trova traccia.
Si possono incontrare direttamente autori ed editori, discutere con loro di progetti e idee, bighellonare tra i libri, un dibattito e una presentazione, stringere amicizie inaspettate.
Anche quest’anno la rassegna è organizzata dalle associazioni culturali Palacinka e La Brocca Rotta in collaborazione con il Comune di Trieste e con il contributo della Provincia di Trieste e della Camera di Commercio.
14-15 febbraio
Caffe' San Marco
via Cesare Battisti, 18 Trieste
ingresso libero