Frammenti. La scrittura sceglie di essere disegno e di non porsi al servizio che del proprio accadere; la scrittura "danza e iscrive" il suo carattere inafferrabile nello scaturire del segno.
L’arte appartiene originariamente alla natura. È natura. E in quanto tale contempla e dà forma a se stessa.
È dunque tempo che l’arte, memore del suo stato aurorale, torni a muoversi per iniziativa dei propri
tratti. È tempo che la scrittura segnica torni a decidere dei propri tracciati e delle proprie luci. Di tutto.
Anche delle tenebre. Nulla deve nascere se non dai suoi impulsi, dai suoi spasimi, dai suoi getti, violenti
o pacati che siano.
È quanto accade nell’opera di Federico Guerri, dove la scrittura sceglie innanzitutto di essere disegno e
di non porsi al servizio che del proprio accadere. La scrittura danza e iscrive in questo esordio il carattere
inafferrabile dello scaturire del segno e l’annuncio dell’enigmatica soglia tra ciclica sparizione e nuovo
inizio. Non ha principio né fine. Appare e passa. Appare al nostro orizzonte come potrebbe fare il vapore
acqueo. Presenza e venire-alla-presenza si uniscono e si confondono in questi luoghi verso i quali ci conduce
Federico Guerri: sono luoghi pienamente riconoscibili, pur rivelandosi la loro vera sostanza come
ombra e parvenza.
Inaugurazione 19 febbraio ore 18-21
Weber & Weber
via S. Tommaso, 7 (Primo piano) Torino
mar-sab 15.30-19.30
ingresso libero