Simultanea Spazi d'Arte
Firenze
via San Zanobi, 45 rosso
340 8972273
WEB
Ultra limen
dal 23/2/2015 al 5/3/2015
lun-ven 16-19

Segnalato da

Daniela Pronest




 
calendario eventi  :: 




23/2/2015

Ultra limen

Simultanea Spazi d'Arte, Firenze

Danzando sull'orlo dell'abisso. Opere pittoriche e fotografiche di Denise Calabri, Stefano Cerioli, Luca Masselli, Liliana Occhipinti, Simone Pieraccioni e Paola Spadola.


comunicato stampa

Dal progetto musicale della band Tribuna Ludu intitolato Le Furie ed ispirato alla trilogia di Eschilo nota come Orestea, nasce l’idea della mostra Ultra limen/Danzando sull’orlo dell’abisso che intercetta il significato di questa iniziativa e ne offre un’interpretazione attraverso le opere pittoriche e fotografiche di sei giovani artisti: Denise Calabri, Stefano Cerioli, Luca Masselli, Liliana Occhipinti, Simone Pieraccioni e Paola Spadola.

La tragedia di Eschilo si pone all’origine di una riflessione sul conflitto interiore che nasce tra le pulsioni irrazionali che muovono l’individuo e il controllo esercitato dalla ragione. Una riflessione che deriva dall’ambiguità del racconto eschileo e dalla complessa personalità dei personaggi, in cui molti intepreti hanno riconosciuto il simbolo del contrasto tra bellezza e orrore, tra la volontà che guida le azioni umane e il senso di colpa che spesso nasce dalla scelta di agire. Non è un caso che il Novecento abbia visto nell’Orestea una metafora delle inquietudini che animano l’uomo contemporaneo, aprendo ad un’interpretazione sia filosofica che psicoanalitica dei ruoli e dei comportamenti assunti da alcuni dei protagonisti della storia: Oreste che uccide la madre Clitennestra per vendicare la morte del padre Agamennone e che per questo viene processato ed assolto dagli dei; Elettra, sorella di Oreste, che fomenta il tragico gesto del fratello, diventando, nel pensiero di Carl Gustav Jung, il simbolo dell’atteggiamento che durante l’infanzia regola il rapporto tra padre e figlia e la competizione di quest’ultima con la figura materna; le Erinni - dette anche Furie dai latini - che nella mitologia classica incarnano il sentimento di vendetta, e quindi una pulsione primitiva che viene superata con la trasformazione delle Erinni in Eumenidi, divinità che sovraintendono alle leggi condivise e che simboleggiano il passaggio dall’aggressività dettata dall’istinto al dominio degli impulsi esercitato dal pensiero razionale. Aspetto, quest’ultimo, che Pier Paolo Pasolini, autore di una traduzione dell’Orestea nel 1959 e regista del film documentario Appunti per un’Orestiade Africana del 1969, inquadra in un’ottica del tutto insolita facendo ricorso al concetto di barbarie, che definisce come lo stato che precede la civiltà, la nostra civiltà: quella del buon senso, della previdenza, del senso del futuro e quindi qualcosa di puro, di buono, di assolutamente spontaneo e sincero rispetto alle regole e ai comportamenti che ci impone la società in cui viviamo e che sono tali da impedire alla vera natura dell’individuo di manifestarsi.

Come si legge nel progetto dei Tribuna Ludu, l’Orestea testimonia il conflitto interiore generato dall’incompatibilità fra le pulsioni dell’Es e l’apparato regolatore del Super-Ego. Il risultato di questo conflitto è un percorso accidentato, volto al superamento dei propri limiti interni ed è in tale contesto che la rivolta contro sé stessi sembra l’unica via per superare i cancelli dell’Erebo e giungere finalmente ad una riconciliazione. Quello che i giovani musicisti fiorentini esprimono attraverso sonorità che spaziano da spunti avant-rock ed industrial al big beat e all’heavy metal degli anni Novanta, corrisponde, sul piano delle arti visive, ad un’interpretazione altrettanto efficace dell’eterna lotta tra essenza e apparenza, interiorità ed esteriorità, conformismo e autonomia di pensiero. Si va da una figurazione incentrata sull’espressività del volto umano (ritratto o autoritratto) inteso come ultimo baluardo di un concetto d’identità che l’era del virtuale ha reso sempre più precario e instabile, ad una scomposizione dell’unità corpo - anima ottenuta attraverso la moltiplicazione dei piani visivi o la convivenza, all’interno dell’opera, di elementi incongruenti e apparentemente disconnessi tra loro. Si prosegue con un’intonazione gotico - dark del racconto pittorico, tale da evocare il senso del magico e del mistero che si cela dietro il superamento dei propri confini interiori, e si arriva alla perdita di nitidezza dell’immagine come occasione per rivelare le verità che si nascondono dietro la patina dell’apparenza.

La scelta del titolo Ultra limen / Danzando sull’orlo dell’abisso è dovuta al significato della parola latina limen che vuol dire soglia, ingresso, ma anche principio, esordio, frontiera, limite estremo. Andare ultra limen, cioè oltre il limite, significa esporsi al rischio di una scoperta che può davvero vederci “danzare sull’orlo dell’abisso” perchè ci rende nudi e vulnerabili di fronte alla parte più intima ed oscura del nostro essere.

La mostra si aprirà il 24 febbraio con la partecipazione dei Tribuna Ludu: Federico Fragasso, Simone Vassallo, Francesco D'Elia, Lorenzo Maffucci, che prevede video e performance musicale.

Inaugurazione 24 febbraio ore 17.30

Simultanea Spazi d'Arte
via San Zanobi, 45 Firenze
lun-ven 16-19
ingresso libero

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