Fusion Art Gallery
Torino
piazza Peyron, 9 G
335 6398351 FAX
WEB
Eleonora Chiesa
dal 26/3/2004 al 14/4/2004

Segnalato da

edoardo dimauro




 
calendario eventi  :: 




26/3/2004

Eleonora Chiesa

Fusion Art Gallery, Torino

Le opere esposte comprendono il video della performance, un'installazione costituita da venti frames da video, cinque immagini della serie IG.Pictures derivanti da contesti urbani usate per il montaggio live del video e la serie delle polaroid associate al tracciato elettroencefalografico monitorato durante l'azione stessa.


comunicato stampa

W.008/2003 :: W.010/2004
fotografia / video / intervento urbano / live mixed media

Inaugurazione Sabato 27 marzo ore 18.00 - 23.00
Performance Sabato 27 marzo ore 19.00
Titolo performance "PUBLIC Playful W.010/2004"
Performers Eleonora Chiesa, Emanuel Longo, Michele Scuto, Fabrizio Bellutti, Amal Serena

VJing LA FANTOMATICA
Sound design KATA DJ

Assistenza tecnica Enrico Bordo
Postproduction Fusion Art Gallery
Production Fabrizio Boggiano


Curatori e testi Fabrizio Boggiano, Edoardo Di Mauro

Allestimento Walter Vallini

Patrocinio Regione Piemonte Assessorato alla Cultura

Catalogo disponibile in galleria pieghevole corredato di fotografie con testi di Fabrizio Boggiano, Edoardo Di Mauro, Nadia Zucchi


Eleonora Chiesa è una giovanissima artista già distintasi in numerose mostre in Italia e all’estero e il cui lavoro si incentra su live projects a carattere multimediale. In questa occasione si può assistere a due eventi in contemporanea: INTERNAL GROOVE Project W.008/2003 e PUBLIC Playful W.010/2004.

INTERNAL GROOVE Project W.008/2003 riguarda la testimonianza fotografica e video dell’intervento eseguito a Berlino presso la KunstHaus Tacheles il giugno scorso nell’ambito della mostra "Interni Italiani", a cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini, con la collaborazione artistica di Fabrizio Boggiano, col patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri, dell'Ambasciata d’Italia a Berlino, della Regione Piemonte e del Comune di Parma. Le opere esposte comprendono il video della performance, realizzato in collaborazione con SOFTLY.KICKING VJ e live set KATA DJ, un’installazione costituita da venti frames da video, cinque immagini della serie IG.Pictures derivanti da contesti urbani usate per il montaggio live del video e la serie delle polaroid associate al tracciato elettroencefalografico monitorato durante l’azione stessa.

PUBLIC Playful W.010/2004 viene presentato inedito durante l’inaugurazione della mostra come video live project inedito. Questo è il primo di una nuova serie di lavori incentrati sull’azione/situazione relativa alla tematica del gioco inteso sia in senso antropologico sia come antica metafora di confronto fra due o più parti per la sopravvivenza. Questo primo lavoro vede il gioco come forma ciclica di intrattenimento a beneficio del pubblico, dove le ingannevoli dinamiche di spettacolo non mostrano mai quello che in verità celano. Gli spettatori applaudono, si divertono per una qualsiasi alternativa mentale rispetto al vissuto quotidiano non vedendo in realtà cosa c’è davanti a loro.

Edoardo Di Mauro scrive: "… la performance di Eleonora Chiesa "INTERNAL GROOVE Project" faceva nuovamente calare tutti noi presenti in un clima di eccitazione e di coinvolgimento sensoriale raro ed insolito …con la forza e l’energia vitale che ha emanato... Per questo abbiamo deciso di darne testimonianza in questo allestimento presso la Fusion Art Gallery, dove sarà possibile riproporre il clima di sentita partecipazione ed empatia che si creò a Berlino la sera del 24 giugno 2003. … Mi sono imbattuto nel lavoro dell’artista genovese da non molto tempo, di lei mi ha colpito, in particolare, la serietà e la tenacia nel perseguire il suo progetto che è, al tempo stesso, estetico ed esistenziale. La Chiesa si esprime nella dimensione prediletta della performance che, nel suo caso, non si indirizza in una direzione rarefatta ed unicamente concettuale ma, pur mantenendo saldo quest’ultimo presupposto, dà vita ad happening complessi e stratificati, in cui azione, suono, oggetto e supporto tecnologico si fondono in ritmica sinergia per dare corpo ad un ridondante apparato visivo che costituirà in seguito pretesto di ampia documentazione fotografica e video in grado di perpetuare nella memoria la simbolicità dell’evento. E qui devo sottolineare come, nei primi anni ’80, mi avvicinai all’arte perché stimolato dall’interazione tra varie discipline creative che iniziava a manifestarsi con decisione allora, motivo atto a spiegare la sintonia che provo per le azioni di Eleonora Chiesa di cui mi avevano colpito, pur in una fruizione solo parziale, due performance cui avevo assistito nel corso del 2003, a Castell’Arquato ed a Pinerolo. In "INTERNAL GROOVE project" l’artista, imprigionata in un camice ospedaliero e rinchiusa in un box di superfici riflettenti tali da precluderle il contatto e la visione con l’esterno, con in testa un curioso copricapo, si agita come in preda a strane e convulsive visioni, mentre degli elettrodi collocati sulla regione occipitale permettono ad un medico di monitorarle con attenzione l’encefalogramma. Tutto intorno si stende un tappeto sonoro ritmico ed ossessivo, mentre un VJ mixa con grande sapienza immagini della persona rinchiusa ed altre che paiono frammenti di quotidianità, ponendosi come arbitro ed ordinatore dell’evento. L’artista riesce, coinvolgendo il fruitore in una proposta autenticamente multimediale, a saziarne l’ormai stanca aspettativa estetica, di cui rimarca l’etimologia originaria di "scienza delle cognizioni sensitive". Inoltre compie una mirabile sintesi di quelli che sono, al di là delle risposte fornite, variabili quanto a soluzioni formali, le tematiche principali del dibattito artistico contemporaneo.

Il rapporto tra l’uomo e l’universo artificiale che lo circonda e ne pervade l’esistenza, riducendolo a semplice, forse inutile pedina di un universo globalizzato e spersonalizzato, fronteggiato solo dall’irriducibilità della memoria, desiderosa di aprire una finestra di dialogo con il mondo per la capacità di dare vita e rappresentazione al proprio vissuto simbolico, alla volontà pervicace di costruire narrazioni, concretizzato con l’ accortezza di usare la tecnologia, la realtà virtuale, come protesi in grado di accrescere la potenzialità sensoriale, come strumento di una guerriglia semiologica in cui non si corre il rischio di farsi fagocitare, anche inconsapevolmente, da quanto è sito al di fuori del nostro io. Ma anche altri sono i temi evocati dall’artista: la coercizione esercitata sul singolo nell’apparentemente insospettabile società occidentale, non più nell’evidenza teatralmente esemplare di un tempo, quella narrata in "Sorvegliare e punire" di Michel Foucault, ma con modalità "soffici" e non meno invasive, soprattutto con l’ausilio delle sempre più sofisticate apparecchiature tecnologiche, in grado di "monitorare" ogni momento delle nostre giornate, così come l’efficacia delle nuove biomedicine nello scandagliare l’organismo alla ricerca di soluzioni ai mali che lo attanagliano, perdendo però di vista il paziente come individuo e, quindi, come corpo, e lasciandolo in balia del proprio "mal dell’anima". Tutti questi spunti, fonte di inesauribile dibattito, vengono da Eleonora Chiesa confezionati sotto forma di spettacolo "globale" secondo l’assunto che fu caro alle avanguardie storiche."


ELEONORA CHIESA
Nata a Genova nel 1979, dove vive e lavora.


Orario Martedì, giovedì e venerdì ore 16.30 - 19.30
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Fusion Art Gallery
Torino - Piazza Peyron 9 G

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