Una grande mostra dedicata alla fotografa e artista che ha attraversato il secolo scorso da anticipatrice. Sono esposte 140 immagini dal taglio metafisico; la ricerca continua della "composizione" e' il motivo per cui la rassegna si apre con esempi di pittura e collage.
A cura di Giovanni Battista Martini e Alberto Ronchetti
La mostra monografica dedicata a Florence Henri (1893 - 1982) ci rivela una fotografa
e un’artista che ha attraversato il secolo scorso da
anticipatrice.
Le sue fotografie dimostrano come questo mezzo espressivo abbia
modificato profondamente il linguaggio visivo tra le due guerre
, e, allo stesso tempo, manifestano un temperamento
alla
ricerca della libertà, versatile e scevro da ogni compromesso.
Le 140 immagini in mostra nelle Grandi Aule delle Term
e di Diocleziano a Roma
fanno
luce sulle diverse modalità di lavoro e sulla dimensi
one sperimentale di questa straordinaria artista.
Un cospicuo gruppo di foto riguardano la Roma antic
a
e restituiscono una
dimensione teatrale della città, che si sposa con g
li spazi monumentali delle antiche
aule termali. Si tratta di scatti realizzati durant
e uno dei suoi numerosi viaggi in Italia,
quello del 1931-32, e poi ricomposti con la tecnica del fotomontaggio in sede di sviluppo e stampa delle fotografie, così da ricreare situazioni amb
ientali altre dal vero.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colos
seo, il Museo Nazionale
Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazio
ne con Electa, l’esposizione
è curata da Giovanni Battista Martini cui si deve, i
nsieme ad Alberto Ronchetti,
la riscoperta della fotografa negli anni Settanta.
Da allora, ha contribuito alla conoscenza e alla conservazione dei lavori dell’artis
ta nata a New York custoditi dagli
Archives Florence Henri.
Fin dagli esordi, la Henri ha avuto come amici e ma
estri i grandi innovatori della
scena artistica.
Dal pianoforte, sua prima passione, studiato ad al
tissimi livelli con
Ferruccio Busoni, alla pittura, appresa nello studi
o di Hans Hofmann a Monaco di
Baviera. A Berlino frequenta Archipenko e al Bauhau
s di Weimar Klee e Kandinskij. A
Parigi segue i corsi all’Académie Moderne di Ozenf
ant e Léger, attratta dagli aspetti
multimediali della ricerca di quest’ultimo, poi anc
ora al Bauhaus di Dessau, dove viene ritratta da Lucia Moholy e dove si precisa il
suo interesse per la fotografia. Ed
è Laszlo Moholy-Nagy ad accompagnare l’esposizione
delle sue primissime composizioni fotografiche con un testo critico, oggi rip
ubblicato nel catalogo della mostra.
A Parigi, dove viveva dal 1924, i suoi amici si chiam
avano Piet Mondrian, César Domela, Robert e Sonia Delaunay, Hans Arp e Sophie Tau
ber Arp, Nelly e Theo van Do-esburg.
Di molti ha lasciato straordinari ritratti fotografici, qui esposti.
Dopo la grande crisi del 1929 tiene nel suo studio
corsi di fotografia, attività che eserciterà per molto tempo, formando una nuova generazion
e di fotografi. Fra i suoi allievi si
ricordano Gisèle Freund, Lisette Model, Ilse Bing e Lore Krüger.
Florence Henri nelle sue fotografie fa largo uso del
la concezione analitica dello spazio,
utilizzando elementi formali del vocabolario della pittura in una ricerca continua della
“composizione”, uno degli elementi portanti del suo
linguaggio, motivo per cui
la rassegna si apre con esempi di pittura e collage.
La prima parte della mostra
definisce immediatamente una delle caratteristiche del
suo lavoro: quella di
costruire nuove realtà visive che rimandano una all’altra. Effetto
che ottiene con specchi o frammenti di specchio, ta
li da costringere lo spettatore a
un’indagine tra realtà e finzione. È il caso di un
suo autoritratto in cui Florence è dietro
una cornice, apparentemente riflessa, mentre è con
la cancellazione di parte del negativo che crea la suggestione della sua immagine specchiata.
Effetti visivi, montaggi e fotomontaggi:
a un primo approccio non si scorge come l’intera immagine sia una realtà ricostruita. In questo
nucleo di fotografie si rivela, più che
altrove, il ruolo di innovatrice che per primo gli ricono
sce Moholy-Nagy nella manipolazione dell’immagine e delle luci. Un’invenzione più metafisica che surrealista, veri e
propri enigmi visivi che si confermano nella serie
con ombre e riflessi, dove Florence
Henri lavora con più scatti sullo stesso negativo.
La mostra si chiude con una sorprendente carrellata
di ritratti
non solo degli artisti
che, come lei, hanno segnato il panorama artistico
delle Avanguardie del Novecento,
ma anche delle modelle fotografate in set completam
ente creati da Florence Henri,
persino nella definizione degli accessori.
Alla rassegna si accompagna il terzo volume della collana Electaphoto, che costituisce la più esauriente e aggiornata monografia su qu
esta grande icona della fotografia.
Attraverso riflessioni critiche approfondite sui di
versi percorsi creativi di Florence
Henri, se ne inquadra la complessa produzione artis
tica, non solo fotografica, da varie
angolazioni. Pregevoli gli album diacronici e temat
ici che riproducono fedelmente un
vasto catalogo di opere (fotografie, dipinti, gouac
he e collage), molte delle quali inedite. Una densa biografia illustrata e documentaria
apre la pubblicazione fornendo un
articolato profilo dell’artista.
Promotori:
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, Il Museo Nazionale Romano e l'Area archeologica di Roma, in collaborazione con Electa.
Ufficio stampa Electa per la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma
Gabriella Gatto tel. +39 06 47 497 462 press.electamusei@mondadori.it
Inaugurazione lunedì 4 maggio ore 11,30
Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano
Grandi Aule viale E. De Nicola 78 Roma
Orario di apertura: dalle 9.00 alle 19.45, chiuso il lunedì.
La biglietteria chiude alle 18.45
Intero 10 €, ridotto scuole 6,50 €
Valido 3 giorni, consente l’accesso alle altre sedi del Museo Nazionale Romano (Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Crypta Balbi)