21/9/2000
Sofri legge Dante
Arengario, Firenze
Dal Purgatorio dell'esperienza carceraria, Adriano Sofri è un lettore misurato ed appassionato, consapevole della mediocrità della sua voce e dei suoi limiti di attore, ma non per questo di minore fascino. La punizione rende degno l'uomo, "puro e disposto a salire alle stelle", o la punizione è indegna più di quanto l'uomo possa essere ?
Leggere la Commedia
Arengario di Piazza Signoria
e canterò di quel secondo regno/dove l'umano spirito si purga/e di salire al ciel diventa degno
Ultimo lettore del ciclo estivo di letture dantesche, o meglio primo del ciclo autunnale, dal momento che l'appuntamento con Dario Fo è stata rinviata al 27 ottobre, Adriano Sofri, registrato nel carcere Don Bosco di Pisa, è l'eccezionale protagonista di una serata dedicata al Purgatorio.
Cantica finora ignorata da chi ha già calcato il suolo dell'Arengario, per Sofri "il Purgatorio è una prigione da cui hanno abolito l'ergastolo, ma da cui si vedono il cielo e le stelle", e da questo leggerà tre canti tra i più significativi.
Amor che nella mente mi ragiona; la lettura di Adriano Sofri inizia con il canto II, quello in cui il Poeta incontra il musico Casella e lo prega di cantare per alleviare le anime dei penitenti.
Ahi serva Italia,/ di dolore ostello; canto VI, il canto politico, con l'incontro con Sordello e l'invettiva contro l'Italia.
Versi d'amore e prose di romanzi / soverchiò tutti; infine il canto XXVI, quello dell'incontro con il maestro Guido Guinizelli, il contrasto tra la penitenza e la speranza, il fuoco che purifica i sentimenti.
Dal Purgatorio dell'esperienza carceraria, Adriano Sofri è un lettore misurato ed appassionato, consapevole della mediocrità della sua voce e dei suoi limiti di attore, ma non per questo di minore fascino. La punizione rende degno l'uomo, "puro e disposto a salire alle stelle", o la punizione è indegna più di quanto l'uomo possa essere ?
Piazza della Signoria - Arengario
Venerdì 22 settembre ore 21.30
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